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La vendetta del Carletto

Non posso non ricordarmi, di averti già dimenticato
ma già il fatto di dimenticarti, ecco ti ho ricordato.
Specialmente mentre faccio l'amore con la figlia del dottore

tu che ti sentivi sempre malata, ti ravviavi con una spazzata.
Ahi Genoveffa che amore, che beffa, ricordo tempi felici
che uscivamo soli in pizzeria, per non farlo sapere agli amici.

Specialmente a Carletto tuo marito prediletto, fine d'intelligenza
cervo a primavera e in tutte le stagioni.
Ma come per ogni tradimento, saliva il suo scoperto tormento

ragggiunto l'apice quella volta, che lui travestito da cameriera.
Ti servì un veleno al cianuro, che io non volli come dessert
lo trovavo dall'odor nausebondo e anche perchè troppo scuro.

Disperato chiamai un dottore, in sala mentre tu agonizzavi, arrivò lui
di nuovo mascherato, spacciandosi per un cardiochirurgo specializzato
tirò fuori una lama lunga così, mirando diretto alla mia carotide

gli dissi, "Scusi dottore, la persona che muore non sono io..."
Arrivò la vera ambulanza che Carletto fu smascherato
"T' accido, bastardo t' accido" disse con impeto esagerato

di sangue caldo di gelosia ci voleva entrambi far fuori e portar via.
Dopo anni ancor ti penso, e dire che strombazzo di gran lena,
ahi Genoveffa che mi guardi da lassù, qui con Tatiana ci diamo dentro

ce la spassiamo, in tutte le posizioni, lei è single da generazioni
e un tantino mascolina eh... ma... ma tu non sei Tatiana.. mio dio Carletto!
"Certo ho avuto l'indulto e a Copacabana ho cambiato sesso per vendetta"

E zacchete zaccchete zaccchete zacchete, eccotelo ridotto come un salame a fetta
su questo letto sangunante, non ho più nessuna speranza, Tatiana è Carletto
e che terribile mattanza. La gelosia porta vendetta, sono stato un povero inetto

con quel poco di voce che mi rimane, caro Car.. let.. to tu sia maledetto!
Parapa para para papaà questa è una storia di amore e vendetta,
la fedeltà non sempre è un valore, ma attenti fedigrafi alla follia inetta.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Ethel Vicard il 02/07/2012 21:58
    Interessante lo stile. Mi ha colpito all'inizio, e dopo qualche istante di perplessità mi ha fatto nascere un sorriso, morto amaramente sulle labbra. Tema affrontato con simpatica, e opera che nonostante l'apparente spensieratezza lascia riflettere..

2 commenti:

  • Anna Rossi il 02/07/2012 22:45
    ke cosa sei!.. ironia e contenuto alla massima potenza. sembra rappresentata la scena di un film in bianco e nero. il tutto condito in pochi versi..
  • Anonimo il 02/07/2012 22:22
    Dramma quasi scespiriano. Apprezzato. ***** Franco

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