Nella tasca si assorbe il rombo
del volo aereo
formato biglietto di linea.
Non è aereoporto
ma ingresso in privilegio
alla primordiale paura di volare.
C'è gente, ressa, folla, pueblo
un cupo accorpo di valigie
incroci babelici di parole
e tabelloni luminosi
con capitali europee
a filo delle latitudini.
Velocissimi girano
numeri orari di jets.
Mappamondo a spicchi,
posso arrivare ovunque.