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Nous attraversando in bus i pericoli della antica Provenza
Sotto
la sferza del vento
d'azzurro
è la gonna ondulata del mare
ricami
d'un giorno screziato nel colore dei Tuoi occhi
quasi fosse nell'assenza di nubi una macchia di cielo il balzo in un rosso cavernoso tramonto
sui nostri visi
ritrovo
similitudini
presenze
in essenze
di un Noi notturno amorevolmente immenso
profumi
dal timoroso timo
ai cauli rossastri della santoreggia
accarezzano
con mani eterne d'indubbia provenienza le ruote in volta del carro celeste
il corpo
di noi
s'addolcisce
nel viaggio del cuore
ho il mini bus
di un monte abbaino in tasca
sollevato in trilli d'Amore da un sol sole di solerti lavande
un volo
astrale
carnale
di piccole allodole dal canto armonioso declinanti in indomita femminile forma di vela latina svela "lux lucis flos floris domina dominae homo hominis lupus lupi"
nella viaggiante luce fiorita a specchietto d'anima la gioia di esserti seduto vicino
in tutta innocenza parlare su un omnibus stracarico di gente edera dallo sguardo arrampicato in lapidaria pietra
"la Donna domina
la Donna sceglie
sempre
parla
di Amare quando Ama
la Sua ultima parola non ha le tonalità di un sesso debole"
sul tavoliere della Camargue alle montagne fantasiose della Tarantasia
quasi in un transumante riflesso acquitrino della "Morgue episcopale"
restano
resti di sbucciati lupini vecchi cavalli bianchi di antiche feste toreate dallo sfarzo gitano
scoppiettanti voliere di pervadenti pernici fiammanti di rosa morse dalla voglia in quarzo vescovile di mettere intorno al Tuo collo provvidenziali noduli di indurite infernali radici
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