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Processo liberatorio

Quando il frinir della cicala tace
e più non s'ode del cuculo il canto
t'accorgi che d'amore era richiamo.
Quando l'ombra abbandona il passo
rimpiangi l'abbraccio del tepore
avvolgente contatto che non puoi riavere.

Accusi il ritmo inesorabile
il suo inarrestabile fluire
che dell'arenile l'alveo erode
fino ad esaurire lo spazio dove stare.
Giorni da vivere assottiglia il tempo
ma la vita a volte è una catena
che anima e corpo imprigiona
ed ogni giorno in meno da fruire
è libertà di cui presto godere.

 

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1 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 24/08/2012 20:16
    L'hai decantato con tutto il tuo ardor...
    ciò che sente "melanconia" lo cor...
    SEMPRE SCORREVOLI E ELOQUENTI VERSI... IL MIO PLAUSO ELIDE...
    CIAO
  • Antonio Garganese il 24/08/2012 19:43
    Sempre meglio godere dei momenti belli in un'esistenza che non ci aspetta e potrebbe non offrire una seconda possibilità ai nostri desideri.

1 commenti:

  • elide il 24/08/2012 20:58
    Grazie Rocco e Antonio. La poesia aiuta ad estrinsecare sensazioni, permettendo anche di verificarne l'esagerazione e modificarle.

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