dal perimetro
di una routine
pazzesca,
al ritmo martellante
di un tamburo scandente
la forzata marcia dei doveri
sfuggo,
immaginando
spiagge assolate
voli di gabbiani
e un azzurro mare
nel quale m'immergo
lasciandomi levigare
come un suo sasso.
Lascio che la risacca
mi porti
attraverso sconosciuti oceani
posandomi, iridescente conchiglia
sopra una nuova riva,
dove sconosciuto
diviene il dolore, straniera l'angoscia
sottile che i miei giorni vela.
Solo così, immaginando,
con fresca aria
la mente s'inebria...
con ossigeno puro
di nuovi sogni e pensieri
respiro e vivo
ignorando
cappe d'anidrite solforosa...
usate consuetudini
a corrodermi la vita...