Incapace di condurre la mia vita,
me ne sto qui seduta, con la penna tra le dita,
scrivo mille e più pensieri,
mettendoli per iscritto sembreranno meno reali,
come una favola infantile, che un lieto fine deve avere.
Piango, perché una via di uscita non so trovare
alla paura di cadere, che accompagna il mio avvenire.
Chi mai mi guarderebbe saltare?
La mia illimitata immaturità,
mi sping
Senza una parola
Dipingo il mio
Volto
Sciabole di luce
Incontrano l'anima
Ho paura in questa pace
Grandi spazi
Inondano la campagna.
Con mano leggera
accarezzo il mare
un breve contatto
per percepirne il tatto.
Una invisibile scia
lascia la mia mano
piccoli bagliori si intravedono sul fondo.
Lascio una carezza
all'acqua del mare
che anche quest'anno mi ha saputo cullare.
Ricevo da lui onde lente
scomposte
grandi abbracci che invadono il corpo.
Arrivo alla riva
resto a rimirare
fin dove può arrivare u
Sempre noi,
con le stesse distanze,
ma più lontani di ieri.
Non ci sappiamo più prendere,
non ci sappiamo capire.
Mani che si cercano,
fra le speranze lasciate
in qualche tasca,
disegni di sogni e progetti
da realizzare,
come ponti lasciati a metà,
fra noie di quotidianità
e sussulti di dolore.
Uscire,
dalla rabbia che circonda
la mediocrità di un
saluto distante,
a cercare
Guardati
affonda oltre la sfoglia che riflette
e spoglia dell'icona
le sembianze
sbuccia quel frutto amaro
che hai imparato a detestare
lungo il tempo
e cerca la sostanza che ti sfugge
l'essenza che ti parla
imbavagliata nella ruggine presente
puoi scorgere la donna che si perse
stanca
affranta nel silente scivolare
un po' più giù
ad ogni passo
affronta nel tramonto la
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