Entrò
uscendo
da una porta
spalancata
da versi presenti
camminava
sui sospiri del vento
con un fare
elegante
leggero
Permettete
anche se già mi conoscete
Mi presento
Sono
l'Irreale
l'inebriante vino dei Vostri sogni
l'inesauribile fame del Vostro Amore
non Sono
né Donna né Uomo
Sono
ovunque e da nessuna parte
in ognuno di Voi
ho un Castello segre
annegando di nuovo nell'involucro del buio, nascosta dietro maschere di sentimenti, in un mondo irreale con facce sconosciute...
io piango per te... aiutami ad alzarmi...
o lasciami cadere per sempre...
sento la fame soffocante... sento gli strilli dell'inferno...
ho paura, ti prego... non lasciarmi qua,
non nasconderti dal mondo che creo...
energia chimica, felicità illusoria, lu
spazio bianco, foglio inerte
cosa desideri da me?
L'inchiostro macchia la carta
ma non ho nulla da darti
Solo un pugno di petali appassiti nella mano
e troppo fumo negli occhi dell'ultima sigaretta
Il tempo s'arrende
alla notte eterna
mentre canta
l'oceano
una serenata d'agosto.
Una tavola imbadita
di rosa e seta
porta seco
banchetto di Vita
al di là del tangibile.
E poi
colmo le labbra
di respiro
dissetando la mente
di tanta arsura
brindando
alle Chimere
che mi hanno condotto.
Aspetta
non andare
vedo il tuo volto
ancora nascosto
dalle distanze.
Quando co'
lo Florentian Mastro
m'incontrai
e ne lo monno
de li iti
me portò,
ne lo Ego meo
orgoglio entrò
e le Porte d'Or
a me serrate fuit.
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