Da tempo
cercavo le ombre della sera
e d'un tratto
sei svanita.
Nella profondità
di una chiara notte
dove nulla è nulla.
E rimane
la solida polvere
a piangere gioia nelle croci
dove non è possibile vederti.
Al bar
ti guardo.
Sembri un fiore smarrito
che scaccia le notti d'autunno
nei giorni sempre più
brevi.
Bevi vino
aspettando chissà cosa
e nei tuoi occhi verdi mille amori
che cullano il tuo sonno.
Abbandonati e dimenticami
nella fiamma spenta
del mio unico amore.
Mi guardo
allo specchio
ancora e ancora.
E trovo
sempre la lama conficcata
nel cuore.
E io piangente
riguardo i miei occhi
nella libera ribellione
distesa nella sua immensità.
Ecco
ch'appari
o tu donna
bellezza superba.
Dalla finestra
s'intravede l'autunno
corre verso di noi per impadronirsi
di un nuovo anno.
La luce del sole,
si fa più sottile
e la notte arriva presto.
Così di li a poco la tristezza
mi prende per mano
e capisco che niente è più uguale a prima
quando una rondine leggera
scivola via in cerca del caldo.
La bellezza di quello che ho intorno
fa battere forte il mio cuore
Gelidi frammenti imperlano
Una vivace visione
Cerco di frenare il pensiero
Disorientato e vagante
Guardo avanti ed ignoto
Imperscrutabile ora m’appare
Quell’orizzonte che tante volte
Mi era sembrato di decifrare
Echi d’altre stanze atteriti
Atterriscono a loro volta
E nel vicino mi sembra
Di specchiarmi anonimamente
Ti cerco e mi sforzo di forzarmi
A crederti a cercarti
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