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Racconti di Moisè Cecconi

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I despoti adorati

Una delle ragioni, forse la principale, per cui noi amiamo tanto i bambini, è la loro perfetta, perfettissima ignoranza. Oltre il loro candore e la loro grazia inimitabili, è quel loro assoluto ignorare, quella deliziosa inconsapevolezza di ogni bene e di ogni male, di ogni prima e di ogni dopo, che li circonda come una nebbia luminosa simile ad un nimbo, che ce li fa tanto e così dolorosamente cari. Alcuni ci lasciano quasi subito, ripartono fasciati di mistero fra candidi veli senza sapere nemmeno chi siamo noi di cui portano via con se il cuore; altri rimangono con noi, e non sappiamo per quanto, e si trema di non poterlo sapere. Sono questi che ci conducono con le piccole tenere mani dove a loro piace, sono gl'inermi che ci disarmano, i despoti adorati ai quali è dolce ubbidire. E sono essi che saggiano il similoro del nostro sapere con la pietra di paragone della loro inesauribile curiosità. - Babbo, perché Iddio ha fatto i lupi che mangiano i bambini? Babbo, come ha fatto Iddio a farsi da sé?
Allora noi, i grandi, si desidera con tutta la forza del nostro sapere di essere dei perfetti, perfettissimi ignoranti.

   0 commenti     di: Moisè Cecconi




Moisè Cecconi e' stato uno scrittore che ha operato nel pratese agli inizi del 900. I suoi scritti vanno dalla novellistica, al romanzo, al teatro. Ha avuto rapporti personali con personaggi noti come Soffici, Zola, Pascoli, Prezzolini, D'Annunzio. A lui la città di Prato ha intitolato una strada. Tra i suoi libri ricordiamo "La fidanzata del vento"(Vallecchi, Firenze 1934),"Elogio della perfetta ignoranza"(Vallecchi, Firenze 1927),"Il primo bacio e altre novelle"(Treves, Milano 1916) e altro ancora. Per inquadrare l'uomo, il Cecconi diceva di sè di fare l'agricoltore per vivere, un po' d'arte per non morire, coltivando vigne e paradossi, odorosi fieni e variopinte illusioni.

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