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Il Bar Peso

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Questo tipo di bar, anche se in via di estinzione, è uno degli ultimi esempi di bar del passato. Ne resta un centinaio di esemplari, non protetti, in quanto sono in grado di proteggersi benissimo da soli. Si trovano in paesi impervi, e in alcune periferie metropolitane. Il Bar Peso è contrassegnato da un clima di ruvida familiarità e cordiale rissosità, nonchè dall'igiene disinvolta e dalla presenza di gestori e clienti fortemente orientati agli alcolici.
Come si riconosce un Bar Peso? L'intenditore lo individua subito, dagli occhi, dalle facce, dall'atmosfera particolare. Ma se siete dei profani, ecco 13 indizi che vi possono aiutare.
1. Segatura per terra.
2. La presenza di un cane nero di nome Black, Bill o Pallino, che appena entrati vi annusa il sedere.
3. Televisione pensile (se c'è), sospesa a tre metri di altezza. È un vecchio modello 18 pollici, ottantotto chili miracolosamente in equilibrio su una mensolina di vetro. Sotto la televisione dorme un vecchietto con la bocca aperta, sorvolato da una pattuglia acrobatica di mosche. Appoggiato al muro c'è un lungo bastone di legno: è il telecomando. Il vero telecomando è sempre rotto perchè i clienti, abituati a ben altri attrezzi, tutte le volte che lo usano lo sbriciolano come un wafer.
4. Nell'aria volano le mosche del Bar Peso (dipterus rudis) alquanto diverse dalle mosche normali. Anzitutto le loro traiettorie, per i vapori alcolici, sono più sghembe e imprevedibili della media, con grandi cabrate dentro le bocche dei clienti assopiti. Se le colpite con un normale schiacciamosche, ve lo strappano di mano e restituiscono il colpo. Oppure stramazzano al suolo simulando l'agonia, e dopo un'ora ripartono più vispe di prima. Ultima particolarità, il rumore: sanno ronzare in cinque tonalità diverse, dal trapano dentistico al decollo del jumbo e nei giorni d'estate compongono una colonna sonora indimenticabile. Perchè il loro volo ha tanta varietà di suoni? L'ha scoperto recentemente un'entomologa di Imola: le mosche da bar hanno il cambio e le marce.
5. Presenza di una grossa carpa imbalsamata, d'aspetto sacerdotale, appesa al muro.
6. Presenza di un distributore misterioso, somigliante ai robot dei film di fantascienza anni cinquanta, il cui contenuto è ormai indecifrabile, perchè da anni, per la ruggine, nessuno riesce ad introdurre una monetina. Alcuni di questi distributori sono così vecchi che accettano solo sesterzi romani. Aprendoli a martellate, a volte ne escono noccioline fossili, palline con l'effige di Girardengo e gomme americane del tipo "Dracula" che svaniscono al contatto dell'aria.
7. Foto del barista a fianco di un famoso campione, che però lui non ricorda più chi è, forse Carnera, forse Bobet, forse sua moglie da giovane.
8. Foto di squadre di calcio nazionali, locali o degli avventori del bar stesso. Quest'ultima squadra è riconoscibile dal dodicesimo giocatore basso e rotondetto che, a un esame più accurato, risulterà una damigiana.

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3 commenti    

3 commenti:

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  • il 09/08/2013 08:41
    Un racconto con i fiocchi, molto ironico e comunicativo proprio perché descrive la realtà di certi bar con una angolazione spiritosa, diversa ma rispondente al vero. ben scritto sia sotto l'aspetto della punteggiatura che delle pause narrative.
  • il 16/05/2013 10:30
    Il linguaggio: moderno anche se racconta cose antiche, mai banale o discutibile, convincente, che si fa beffa del personaggio ma dandogli un volto di simpatia, le mosche dominanti, c'è di tutto in questo spaccato di vita vera.
  • sonia il 06/10/2012 10:34
    Caro Stefano... mi piaci troppo!!!!