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Racconti sull'amicizia

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La strana storia di un'amicizia (ultima parte)

Ore 23, 40 - Sotto le finestre illuminate e semiaperte di casa Boccia. Firmato, senza alcuna fretta ha raggiunto il lampione dove solitamente si appoggia per caricarsi nelle sue filippiche. Anche stasera fa la stessa cosa poi, come un fulmine a ciel sereno squarcia il silenzio ad alta voce.
"Vittorio, compagno Vittorio, bugiardo in vita e bugiardo anche nella morte!"
Un simile attacco davvero nessuno osava immaginarlo, infatti tutti, nessuno escluso, si sono stropicciati le mani pensando <se questo è l'inizio figuriamoci ora il seguito!>,
Anche in casa Boccia l'improvvisa irruzione fonetica del ciabattino ha procurato più di un brivido sulla schiena dei presenti, in particolare i parenti del defunto, con Alfredo in testa, sono rabbrividiti.
"In vita sei stato un grande bugiardo Vittorio. Quando mi dicevi che le lotte si fanno sempre insieme. Ed ora mi hai escluso proprio dall'ultima, la più grande! Sì, non mi hai voluto al tuo fianco. Cos'hai pensato? Che forse questo miserabile non è capace di darti una mano proprio quando ce n'è più bisogno?
Vigliacco, hai dimenticato le tante lotte che abbiamo sostenuto insieme, sin da giovani? Quelle per dare le terre ai poveri braccianti contro i ricchi padroni? Quelle contro la corruzione dei tanti compagni deviati? Le hai dimenticate tutte? Eppure io non ti ho mai lasciato solo! E tu invece, cosa fai? Mi lasci qui da solo contro tutta questa marmaglia! Avevi ragione. Hai sempre avuto ragione, non sei stato tu a lasciarmi ma io a non seguirti. E per questo non mi sono mai dato pace. Ma cosa potevo mai fare io per te? Io, un misero ciabattino mezzo analfabeta? Se non darti calore e incoraggiamento? L'ho fatto, Vittorio mio, ma senza farmi mai vedere. Quante volte ho pregato Dio per te affinché desse a te la forza di mantenerti onesto in questo mondo di disonesti! E Dio mi ha ascoltato Vittorio perché tu sei sempre stato l'uomo più corretto e onesto che ho mai avuto l'onore di conoscere. Vittorio, amico

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   5 commenti     di: Michele Rotunno


Gli amici che

L'altro giorno riflettevo. In realtà non solo l'altro giorno, diciamo sempre.
Ma mi è capitato di pensare al concetto di amicizia, alla sua essenza. Ho pensato al nostro modo di scegliere gli amici, i nemici, i confidenti, gli sconosciuti. E ho dovuto comprendere un bel po' di cose;ad esempio che da molti amici noi vorremmo davvero di più, ma non possiamo nè pretenderlo nè ottenerlo con le forze. Ed inconsciamente cerchiamo di essere gli amici che vorremmo avere, e questa è la verità. Io provo ad esserci per tutti e per ogni difficoltà, grave o meno che sia. Il fatto è che riesco ad esserci sempre, per amici, confidenti, sconosciuti. Chiunque.
Perchè non mi aspetto che qualcuno possa essermi d'aiuto come io lo sono per gli altri, perchè nelle relazioni non si deve pretender nulla;però vorrei trovare qualcuno come me, che sa aiutare, consigliare, risolvere, consolare, rincuorare. Per fortuna so essere d'aiuto anche per me stesso oltre che per gli altri. Ma ciò non cambia ciò che vorrei e ciò che ritengo giusto...
Noi cerchiamo di essere gli amici che vorremmo avere. E per me è una grande verità.



Nun fa' tardi, pe' piacere

Mi sono svegliato presto stamattina. Alle undici appena, solo per te, che ami dormire. Oggi è il tuo compleanno. Doccia, jeans, camicia bianca, sono pronto. Il regalo l'ho preso l'altro ieri, è un libro. Lo vidi per caso, nella vetrina di una libreria del centro. Si chiama "Il Postino di Neruda", l'ha scritto un certo Antonio Skàrmeta. Non so chi sia, nè immaginavo di cosa parlasse il libro prima di comprarlo. Ho letto che è la storia di un postino, della sua amicizia con il poeta Pablo Neruda. Ho pensato un po' a noi due: io postino, tu poeta. Poeta che oggi compie ben cinquantanove anni.
Azz, te staje facenn' viecchio! Penso alla tua faccia mentre ti dico questa frase e mi viene da ridere. Prendo il libro e mi incammino verso casa tua. Mi vengono in mente tutti i tuoi film, nel tragitto che mi sta portando da te. Il primo, quello in cui avevi fatto solo "tre ccose bbone", oppure quello in cui con Benigni correvi all'indietro nel tempo. Mi hai fatto ridere tanto, mi hai regalato momenti unici, fatti di buon umore, di riflessione, di nostalgia, di malinconia.
Una volta, in un tuo film, non ricordo quale in questo momento, c'era un tuo primo piano: eri terribile. I tuoi occhi penetravano la telecamera, bucavano lo schermo ed entravano nel cuore di chi ti guardava. Eri disarmante.
Che fortuna essere tuo amico!
Guardo il libro, chissà se ti piacerà. Già so che anche se non dovesse piacerti non me lo dirai mai. Lo accetterai con un sorriso, ringrazierai, con la tua solita eleganza. Come quando ritiri un premio e ti limiti a dire un laconico "Grazie", senza troppi giri di parole. Non ti è mai piaciuto parlare tanto. Non ne hai bisogno.
Non ho mai sentito nessuno parlare così tanto stando in silenzio. I tuoi silenzi sono lunghi monologhi, logorroici discorsi che toccano l'anima. Mi piace stare immobile ad ascoltarti, a guardarti.
Eccomi arrivato. Sono sotto al tuo palazzo. Busso, ma tu non rispondi. Non mi dire che staje ancora durmenn'! È mez

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Fratelli in armi

Siamo qui sotto la pioggia battente,
atmosfera perfetta in questo cimitero a tarda sera,
davanti solo la tomba di Lei,
quanto tempo è passato…perché…come è potuto succedere?
Pesa questo silenzio mentre ci osserviamo, vent’anni insieme,
mille sofferenze ma sempre insieme.
Cresciuti addestrati insieme
condiviso donne e alcol durante mille sere.
Perché…. cosa ci a spinto fino a questo punto. Ti ricordi?
…Ricordati che hai l’accendino vedi di non lasciarci le penne…
…e ricordati che le sigarette le hai tu!
Quante volte salvato il fondo schiena per un pelo.
Ci credevamo invincibili come quella volta,
i proiettili sibilavano lambivano la nostra pelle
noi ignari e concentrati spalla contro spalla
facemmo fuori tutto e tutti.
Stessa età, stesso anno e stesso giorno,
credevamo di essere Dei su questo pianeta corrotto ma eravamo solo gocce in mezzo al mare.
Delinquenti oramai di troppo peso per non “Scegliere”…. per continuare a “Giocare”.
Errori…quanti…
Ti tradii per un amore che perdemmo entrambi,
le regole non si violano e ora è sulla nostra coscienza qui davanti a noi.
Mi tradisti per soldi, perché a differenza di me il “veleno” del potere scorreva nelle tue vene.
Sapevo che presto ci saremmo rivisti, un viscido Boss e uno squallido Cacciatore di taglie.
“Sembra la fine….. ”, “E già…. ”
Osserva la tomba, ”Colpa ancora sua….. ”
“No colpa nostra…”
La pioggia inzuppa i nostri abiti, “Sono qui da solo sai? ”
“Neanche la scorta fuori? Mi sorprendi”,
“Aspettavo questo momento qui.. in questo triste anniversario…”
Le nostre pistole puntavano l’un l’altro, identiche, gemelle fatte su nostra ordinazione su misura
potenti, ornate e pregiate…ma troppo vissute, come d'altronde anche noi.
Le nostre lacrime si mischiavano con la pioggia…
…. bum…
Il mio corpo guidò quell’azione, che però non ebbe risposta.
“Perché non hai sparato…hai piegato il soprac

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   5 commenti     di: Alessio R.


Lettera ad un ex amico

Ti conobbi durante il servizio militare. Ricordi? Io stavo in sala radio, pallido e malato, in mezzo agli spifferi di corrente, con una coperta addosso perchè faceva un freddo cane... e ti sembrai così ridicolo che per mezz'ora continuasti a ridere. Poi mi dicesti che ti sembravo così pietoso che le tue non erano lacrime di riso ma di dispiacere.

Dopo qualche tempo eravamo in giro per Catania in cerca dello scuba. Poi quando ti scassinarono l'armadietto e ti rubarono tutto, io fui al tuo fianco, ti accompagnai dal ferramenta a comprare il lucchetto più grosso, pesava quasi un chilo quel lucchetto!

Dopo il congedo, ci ritrovammo a ricordare i vecchi tempi. Ricordi le nostre incursioni a Monreale? Non pagavamo mai il biglietto dell'autobus... e le discussioni infinite sui libri, sui registi: una volta fummo capaci di parlare per ben due ore del film "Lanterne rosse"... e quando impazzivamo per la cantante Bjork? (la cinese cibernetica, dicevi).

Quando tua sorella pubblicò il suo primo libro e divenne famosa, un giorno mi dicesti: "Stasera guardati il Maurizio Costanzo show". Fu così che andasti a vivere nella capitale e ad un certo punto decisi di venire a farti una sorpresa... non potrò mai dimenticare le nostre stupide risate (sembravamo due iene ridens) su un'autobus a San Pietro! In pochi minuti tutto l'autobus (una linea urbana che da Termini portava al Vaticano) rideva a crepapelle. Ora so che il buon umore può essere contagioso come il morbillo.
Ricordi quando mi dicesti mentre attraversavamo una strada: "Muoviti il culo che qui non siamo a Palermo, le macchine ti mettono sotto in un istante"... era vero!

Poi la Bocca della verità, il Pincio, la Barcaccia... tutti bellissimi ricordi ma l'amicizia finisce, si sa. E la vita continua.

   8 commenti     di: vincent corbo


Il Salvataggio

Ero appena uscito con il mio migliore amico Carlo. Era una bella giornata, ideale per una passeggiata. Io e Carlo camminiamo sempre a ridosso di una strada molto trafficata di notte, perché ad un km in direzione nord, c'è una rinomata discoteca per ragazzi.
Quando vidi Charlie disteso sull'asfalto, Carlo si era allontanato per andare a fare un bisogno. Si fida di me quindi mi lascia sempre andare dove mi pare. Charlie era sdraiato sull'asfalto, respirava a malapena e mi guardava con occhi supplichevoli. Qualcuno la notte precedente, evidentemente, era troppo allegro per potersi accorgere che Charlie, in quel momento, stava attraversando la strada e doveva essere anche molto spaventato dato che non si è neppure fermato ad aiutarlo. Chissà da quanto tempo era lì.
Non mi sentivo di lasciarlo lì. Aveva le gambe rotte, e da un taglio sulla pancia gli fuoriusciva un po' di sangue.
Guardai la strada e poi mi feci coraggio. Oltrepassai il guardrail e mi avvicinai cautamente a Charlie. Lui restava immobile e mi guardava. Mi accovacciai accanto a lui e cominciai a consolarlo. Carlo aveva finito da poco il suo bisogno e mi stava chiamando. Non risposi. Rimasi lì con Charlie.
Il rumore di una macchina in avvicinamento ci fece drizzare le orecchie. Charlie mi guardò con degli occhi di rimprovero, come se mi stesse ordinando di lasciarlo lì. Non lo feci. Rimasi immobile accanto a lui.
Carlo chiamò ancora una volta il mio nome e io ancora una volta non risposi. Poi lo vidi avvicinarsi al guardrail chiamandomi a squarciagola. La macchina si avvicinava sempre di più.
Io non mi mossi. Charlie abassò la testa sull'asfalto e chiuse gli occhi. La macchina cominciò a frenare e Carlo smise di urlare. La macchina si fermò a poco più di un metro da noi.
Carlo scavalcò velocemente il guardrail e ci raggiunse. L'uomo all'interno dell'auto uscì velocemente dall'abitacolo e si inginocchiò accanto a noi.
Adesso Charlie sta bene, ha trovato una famiglia che si prende

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   1 commenti     di: Claudio


Il risveglio

Dopo tanto girovagare, mi sono lasciato accompagnare dalle onde in un porto dove l'acqua era calma e la brezza mi cullava.
Vinto dalla stanchezza mi assopii.
Al risveglio, dopo un tempo parso privo di limiti, non sentii la fame bensì i morsi più dolorosi della triste solitudine.
A poca distanza da me, vidi per la prima volta una persona che aveva accompagnato da tempo il mio viaggio: una persona che avevo guardato già più volte, di cui conoscevo lo sguardo, il fugace sorriso, i lineamenti.
Con grande stupore, mi accorsi che era sempre stata accanto a me. Ero troppo preso dal guardare il mondo, a lottare con tutti che, di fatto, praticamente non La conoscevo.
Era dolce, ma anche austera,

Anticonformista
Giramondo
Responsabile
Intelligente
Pragmatica
Persuasiva
Intraprendente
Non tollerava la slealtà
Atteggiamento fiducioso

A Te che ti fermi a leggere queste righe: non limitarti a guardare, impara nuovamente a vedere.
Tutto ritornerà a risplendere di colori ed assumerà una nuova ed inaspettata bellezza.

Anche le persone che ritieni di conoscere, risulteranno diverse.
Alcune diverranno opache, altre risplenderanno della vera luce che hanno dentro.

   4 commenti     di: Preside



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