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Racconti amore

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sempre per sempre

Amore mio, questa è la nostra storia, una bella storia come ce ne sono tante altre, ma forse è un po' speciale, speciale quanto sei tu per me.
Quante volte ci siamo detti "chissà quante altre persone sono nella nostra situazione..." e ci piacerebbe raccontare al mondo questo nostro amore grande, forse per non sentirci tanto soli, e io ci provo anche solo un pochino...
Ho risposto tanti anni fa ad un annuncio sul giornale, eri tu amore mio che cercavi amicizia, e io amicizia te ne ho data... da sempre siamo stati amici di penna molto particolari, tutto era in sintonia tra noi, ci siamo scritti per anni e poi la vita fa il suo corso, ci siamo salutati e lasciati, ma il mio cuore era sempre vicino al tuo... anche quando non potevamo più scriverci io sapevo che tu da qualche parte stavi pensando a me e in silenzio siamo rimasti appesi ad un filo invisibile, per lungo tempo... fino a quella sera.
Amore mio, io non so se è stato un bene o un male che io ti abbia cercato quella sera, abbiamo smesso da tempo di chiederci quello che è giusto e quello che è sbagliato, so solo che quella sera il ricordo tuo era troppo insistente... e così è stato..."Ma sei proprio tu? Non posso crederci..." e da quella sera la nostra vita è cambiata.
E così eccoci di nuovo a confidarci, io e te come una volta, solo che l'amicizia ha lasciato subito il posto all'amore... e io mi sono innamorata di te, forse da "sempre", chi può dirlo?
So solo che sto bene con te, sei il mio primo pensiero quando mi sveglio e l'ultimo prima di addormentarmi, so solo che se passa un giorno senza che io ti senta mi sento persa...
Il nostro amore è tanto bello quanto disperato, un amore soffocato, un amore che non si può dire, un amore che non si può fare "perchè non sta bene".
Io ho la mia vita e tu la tua, lo sai vero amore che non avremo mai una vita insieme? Lo sappiamo e questo è il dolore più grande e sempre per amore abbiamo scelto di lasciare tutto così, ogni scelta ha

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   9 commenti     di: Luce...


L'amore conta, sembrava inutile fino a ieri

Il vento quella sera fu il vento più freddo di quell'autunno ed i suoi occhi blu altrettanto. Avevo intenzione di rimanere a casa ma sentivo che l'avrei incontrato quindi uscii, andai al solito bar.
Mi spiaccicai contro il lato chiuso della porta ed allungai il collo. Spiai. Vidi solo la sua mano bianca con le unghie tormentate e all'interno si consumava una sigaretta. Il convulso desiderio di lambir la sua mano mi affliggeva. Rimasi fuori dalla porta del bar, seduta su di una grande scalinata di pietra che l'affiancava. Ogni qualvolta che lui si precipitava fuori per prendere un po' d'aria, timidamente i miei occhi lo afferravano e tempestivamente lui se ne liberava con grande forza risolcando la porta d'entrata. Quel ragazzo è un gatto randagio, pensai. Bello, sfuggente e devi fargli per forza un'impressione d'altissima qualità per farlo avvicinare, il filo di lana non basta. Ma io mi chiedevo cosa fosse a farmi intorpidir così ogni volta che il mio sguardo naufragava nella sua carne. Mi piacciono i suoi occhi tristi, blu, contornati da occhiaie; mi piace il suo naso da statua greca e leggermente incurvato ma io sentivo qualcos'altro che andava oltre, altrimenti avrei stampato una sua foto così che potessi vederla ogni volta che lo desidero, ponendomi dei limiti. Decisi di entrar dentro con una mia amica. Lei prese una coca cola e mi offrì una sigaretta, lui era lì, lo osservavo. Mi piace il modo in cui partecipa a ciò che gli accade intorno accennando un sorriso e rimanendo rigorosamente in disparte. Si diresse al bancone senza chieder niente, appoggiò lentamente le braccia e guardò fisso in avanti, attraverso lo specchio che vi è davanti, dopo qualche secondo portò la sua mano fra i suoi capelli biondi riordinandoli. Su di ogni filo dei suoi capelli, un mio pensiero, spero un giorno riordinerà anche quelli.

   12 commenti     di: Agata Gatti


Non lasciarmi andare

Tienimi, tienimi, stringimi, non lasciarmi andare, non lasciarmi cadere in questa voragine di solitudine e incomprensione;con te mi sento al sicuro!
Dammi lamano, non la lasciare, non lasciare che perda il mio unico appiglio alla vita, che finisca nella paura di diventare ciò che non sono!
Solo tu puoi farlo, solo tu puoi starmi vicino senza farmi soffrire, senza farmi cambiare. Solo tu riesci a farmi essere me stessa con me stessa, solo tu riesci a non farmi odiare, a non farmi distruggere.
Voglio stare tra le tue braccia ancora per un po', voglio sentirmi al sicuro, lontana da tutto e tutti ancora un po'... voglio godere di questo amore ancora un attimo, e starti vicino sempre!
Aiutami amore, aiutami a non lasciarmi andare!



Ragazzine

Ragazzine mai avute, che appartenete agli anni '60. Lontane da qui, lontane nel tempo.
Ho sognato, tremato, ho trascorso notti insonni per le vostre trecce brune; ho scritto poesie per i vostri occhi; ho provato deliri per le vostre minigonne pieghettate, per le scarpette di vernice nera; per le bluse ondulate dai seni acerbi.
Ragazzine scomparse, che rivivete nelle foto in bianco e nero. Con le espressioni un po' triste, trasognata.
Ragazzine perdute, voi mi ricordate le musiche, i balli, i capelli lunghi e le camicie a fiori degli hippy.
Ragazzine desiderate e mai avute. Ragazzine che ho tanto amato. Dolcezze che facevano soffrire; amori che facevano morire.
Ragazzine incantevoli che ancora adesso mi date brividi ed emozioni di eternità. Sorridenti, in bikini sulle spiagge, abbracciate tra di voi, regalate cascate di gioia nel nostro misero mondo.
Dove siete? Restate sempre qui, in queste foto ingiallite, nella mia memoria, nei miei sogni di povero poeta.

Febbraio 2006

   3 commenti     di: sergio bissoli


Come in una favola amore mio

C'è un luogo molto speciale in cui mi rifugio quando il mio cuore ha bisogno di esprimersi.
Questo luogo nascosto non potrà mai essere raggiunto da nessuno, è lontano unico e fantastico,
quando ci vado mi adagio sempre vicino a quel castello abbandonato.
Il castello dei miei sogni e delle mie speranze abbandonato da tutti ma non dalla mia mente e dal mio cuore,
da lì posso vedere un paesaggio fantastico, il paesaggio della mia vita, tutto appare chiaro e ben definito.
Dall'orizzonte vedo te, a pochi istanti da me, in questo luogo nessuno può toccarmi e mai nessuno potrà farlo.
Lì accanto a quel castello sto crescendo, in questo angolo di mondo, dove la luce è vita.
Un angolo perduto dove nessuno è come non vuole essere, dove l'aria che si respira è pura.
in questo giardino eterno dove tutto è splendido, io immagino te!
Ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto tu sia speciale per me.
Me ne accorgo quando ti vedo, quando non ci sei, quando sono sereno o quando sono nervoso,
quando faccio cose serie o quando faccio stupidaggini. Quando la notte mi addormento e ti vedo di fronte a me, poi mi sveglio e mi accorgo che tu non ci sei.
sei entrata nella mia vita velocemente, come un'onda che vedi partire da lontano, placida sorniona, e tu la contempli affascinato ma assurdamente consapevole che non arriverà mai fino a te.
alla fine ti travolge, ti copre e ti trascina in un turbine di emozioni da cui diventa difficile liberarsi,
ma addirittura impensabile volersi liberare. Sembra così facile, osservarti silenziosamente dietro ad un cristallo, mentre ti sento ogno giorno più "Mia"
respiro odori di fiori che colorati, giocano attreverso i tuoi vestiti, raccolgono quei piccoli momenti che ti fanno donna
cammino contando i tuoi passi da bambina che saltellano verso prati colorati.
Sei un fiore di rugiada attraversata da mille petali di una rosa, non senti che il soffio leggero di baci dolci attraverso i miei sguardi?
Rimango solo in s

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"Voglio dedicarti una lettera d'amore!".. quella che non ti ho mai scritto

Miasmi...
aria velenosa.
Stanotte ho dormito solo quattro ore. Leggevo una storia d'amore.
L'altra notte invece non ho dormito, anzi mi sono svegliata, perchè non respiravo più,
respiro senza ossigeno
respiravo senza respirare
respiravo aria velenosa.
Mi sono girata verso mia sorella, ma lei dormiva tranquillamente. Allora era solo un mio problema. Ma non ho più preso sonno.
L'Ossigeno, una piccola particella doppia, O2, noi siamo fatti di cellule, e le nostre cellule hanno dell'ossigeno dentro le loro piccole mura, quindi non mi sbaglierò troppo a dire che siamo fatti anche d'ossigeno, io sono fatta d'ossigeno e tu come me. È curioso pensare all'espressione
"Se non ci sei mi manca l'aria!"
se non ci sei mi manca l'ossigeno,
sei il mio ossigeno.
Chissà perchè non si dice
"Se non ci sei mi manca l'acqua!"
eppure sia l'aria che l'acqua sono cose fondamentali.
Forse dipende dal fatto che se non bevi puoi sopravvivere di più che senza respirare, poi se non bevi in un deserto magari sopravvivi un giorno, un giorno e mezzo, invece se non bevi in un posto più umido forse resisteresti di più.
Ma se non respiri, che tu sia in egitto, in africa o all'equatore o pure in siberia, non sopravvivi più di 5/10 minuti, dipende da quanto sei in grado di trattenere il respiro, per rimandare la tua condanna.
Perciò mi piace immaginarti come la mia aria,
il mio O2
che mi dà vita.

Dicono che guardare quattro ore di televisione al giorno bruci i neuroni, e si sà, i neuroni non ricrescono, quando crepano.. crepano.
Io non guardo molta TV, e i neuroni me li sono bruciati quasi tutti guardandoti negli occhi, mi perderei per quattro... dieci... quindici o tutte le ventiquattrore nei tuoi occhi, in silenzio, fino a diventare cieca!
Io ci credo davvero al detto
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima!"
mi piace contemplare la tua anima da finestre così belle..
Non sono mai rimasta a fissarti per quattro ore lo sai,
ho detto sol

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   9 commenti     di: Sara *****


Storia di Natale

È una notte senza luna e senza stelle. Peppino, spinto dal vento gelido di tramontana che spazza il vicolo stretto, arriva a mente fino allo slargo dove termina il paese. Ha la vista appannata perché ha bevuto il residuo dei fondi di bicchiere che ogni sera gli lascia da parte l'inserviente, fuori dal bar, vicino al bidone dell'immondizia. Sa d'aceto e di tappo, ma riscalda lo stesso. Alla mensa dei poveri ha trovato solo una fila interminabile. Alla fine ha rimediato pane vecchio e bucce di formaggio, ne ha messo via una parte nella busta di plastica, con gli avanzi di pollo della rosticceria e una fetta di panettone quasi intera, caduta di mano a qualche bambino distratto o capriccioso. Da dividere coi cani che gli scodinzolano dietro e lo aspettano, o per domani.
Se anche dovesse esserci, per lui, un domani. Per lui che ha visto andare in fumo tutta una vita, senza più ieri né oggi. Appena fuori dal paese ci sono le grotte scavate nel costone ripido della roccia. Nel secolo scorso ci stavano i briganti e i contrabbandieri, ora ci vivono solo i barboni. Sistema alla meno peggio i cartoni per la notte e si rincantuccia sotto la coperta di sacco.

Miriam ha viaggiato per due giorni e due notti. All'alba, quando ha passato la frontiera, le è sembrato un miraggio. È partita da sola in mezzo a tanti, nascosta nel ventre di una nave diretta in Italia. Italiani, brava gente, dicevano. Al suo paese c'erano state le suore missionarie italiane, Miriam aveva studiato catechismo con loro, ricorda tante parole d'italiano.
Ora, nel buio della stiva, vede ancora il villaggio avvolto dalle fiamme che divorano le piantagioni di mais e di zucche. Ha venduto i maiali e gli zebù della sua famiglia per pagarsi il viaggio. Non lascia nessuno, solo capanne d'argilla distrutte ai confini del deserto, e morte. Allo sterminio della sua famiglia nubiana non è sopravvissuta che lei, designata dalla sorte a custodire il vapore, il fantasma della sua gente che, si

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   7 commenti     di: Elvira Siringo



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