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Racconti di attualità

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Breve lettera ad una micia

Mia cara, Mila, per quanto possa essere folle ti scrivo una lettera, mentre tu te ne stai beatamente sdraiata tra le mie braccia, a ricevere le "tue"coccole.
Ti ricordi la volta che ti ho trovata dietro la porta chiusa della camera da letto?
Miagolavi con tutto il fiato che avevi in gola. Poi, quando mi hai visto entrare, mi hai fatto la festa come si fa ad un inatteso liberatore che di colpo ti restituisce la gioia e la libertà.
Oggi, noi umani, ci sentiamo un po' prigionieri e un po' sconsolati per la follia e l'odio di alcuni nostri simili che, senza motivo, hanno ucciso alcuni di noi.
E sai una cosa? Una cosa che non t'ho mai detto? Per qualcuno dei miei simili tu sei una bastardella, un incrocio di razze, una gatta di strada che la fortuna ha voluto far nascere, nonostante i bocconi avvelenati che qualche mio dissimile somministra alla tua specie, tanto per il "gusto" di fare stragi.
Mia, dolcissima, micia, noi sappiamo che solo l'Amore, la tenerezza ed il gioco inoffensivo potranno renderci felici e avranno la forza di salvarci dal nostro Male.
Miao!

   1 commenti     di: Fabio Mancini


Banane Tibetane

Quando avviavo il plastico il trenino illuminato cominciava la sua corsa rotonda, un moto perpetuo rallentato solo dalle mie manovre di piccolo capostazione intento a spostare gli scambi e a immaginare viaggi fantastici.
La passione mi è rimasta anche da adulto e l’ho assecondata viaggiando a bordo di treni leggendari: l’Orient Express, la Transiberiana e il Treno delle Ande.

È il 2006, sono pronto per un altro viaggio memorabile, il viaggio sul tetto del mondo, 48 ore sul treno dei ghiacciai, sulle carrozze verde cupo del Pechino-Lhasa,.
Il treno si allontana dalla West Railway Station con un dondolio silenzioso, negli scompartimenti qualche turista, pochi tibetani e molti cinesi. Gli uni da una parte e gli altri dall’altra, lo specchio di una realtà che si dimostra in tutta la sua verità quando, finalmente, metto piede a Lhasa.
I cinesi sciamano verso i quartieri nuovi costruiti da loro per loro; larghi viali, luci sfacciate, palazzi alveare e ruspe in movimento che cancellano una civiltà millenaria.
I tibetani, invece, fanno rotta verso la città vecchia, aggrappata al tempio di Jokhang, seguiti da turisti e pellegrini giunti sin qui alla ricerca della spiritualità perduta.
Mi incammino dietro di loro per raggiungere la pensione che mi ospiterà dalle parti del Barkhor, l’antico mercato immune dall’invasione di cianfrusaglia cinese. Ho mal di testa, un senso di nausea, il respiro affannoso: il mio fisico reclama un acclimatamento. Glielo concedo. Me ne starò tranquillo alla guest-house che ha i soffitti e le scale coperti da disegni tibetani colorati a tinte vivaci.
Il pomeriggio del giorno dopo sto meglio, decido di visitare il Potala, il palazzo dove ha vissuto il Dalai Lama prima dell’esilio. A fatica trovo l’ultimo prezioso biglietto. Avverto una strana sensazione, sembra che il padrone di casa debba tornare da un momento all’altro: la sua assenza è forte quanto la sua invisibile presenza.
La sera e il freddo sono ca

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Il mestiere di padre (3a parte)

Sempre nell'ottica di acquisire l'anima nella sua triplice luminosa veste di coscienza vigile, consapevole e morale, dopo la famiglia e la scuola, di poi, ci vuole pure l'avallo della religione che si deve, però, uniformare a quella dell'amore, la natura del Creatore (Dio o Allah) che è l'unico e vero padre della stessa famiglia umana, correttamente acculturata dal punto di vista filosofico:

LE NOTE FILOSOFICHE

Con il pensiero vigile (Cartesio)
inizia il razionale (Hegel)
ma la ragion pura (Kant)
è intellettuale (Aristotele)
con la morale (Socrate)
il suo ideale (Platone).
Il divenire è reale (Eraclito)
ma solo l'essere è immortale (Parmenide)
nell'Unità originale (Pitagora)
lungi dalla verità verbale (Protagora).
Dagli atomi ecco il minerale (Democrito)
indi i semi per il vegetale (Anassagora)
e con le radici naturali
(Talete, Anassimandro e Anassimene)
finanche l'animale (Empedocle).
L'alito vitale
illuminò l'animale
con la coscienza morale
e la luce spirituale
sublimò l'amore filiale
a immagine divina

e dal lato scientifico :

LA VITA IN SINTESI

La vita terrena originò
a bagnomaria sul brodo
primordiale e da sei elementi
in cottura sulla fiammella solare
si pervenne all'unità cellulare.
Il carbonio formò la mappatura,
l'azoto disegnò l'architettura,
il fosforo tramò l'impalcatura
e lo zolfo stabilizzò la struttura
sull'acqua con ponti disolfuro.
Dal minerale al vegetale
l'animale ritornò al naturale
con la sepoltura e nella madre
terra vi rimase l'ossatura
ma è tempo di rinascere
come splendida creatura.

Da queste chiare premesse (famiglia da ristrutturare, scuola da modernizzare e religione da unificare) viene da sé che ci ritroveremo la politica (da moralizzare) e i mass media (da responsabilizzare) con gente di gran livello culturale a presiedere una società d'avanguardia.
E in tema di politica e mass media ancora una volta torno al Presidente Silvio (padrone di Mondadori) che, pu

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Distretto Di Polizia (Invenzione) Parte 9 - Pierluigi Coppola

Il cielo iniziò a riempirsi di nuvole e la pioggia venne giù lentamente. "Perfetto... ci mancavano solo i temporali." Disse Ira con voce bassa. Era uno di quei risvegli che non avresti mai voluto rivivere una seconda volta. Si alzò così, infatti: con una gran voglia di riposarsi e gli occhi ancora assonnati per la serata di ieri sera. Per oggi, poteva rimanere a casa... Dopo l'incidente di ieri, la ferita continuava a far male e ad avere degli effetti poco buoni. Erano le undici... Qualcuno suonò alla porta. "Anna!" - "Disturbo?'' - ''No, tranquilla! Ieri sono tornato tardi e non sono abituato a quegli orari..." Rispose Ira andando in cucina per preparsi un caffè. "Ti va un caffè?" - "Sì, grazie... la ferita come va? Ho saputo del fatto di ieri... del fatto di Sabina..." - "Diciamo che mi son fatto una gran litigata con Sabina..." - "E cosa gli hai detto? Conoscendoti, gli avrai detto qualcosa..." affermò Anna. "Che non si va a correre a quell'ora di notte, che deve star attenta perchè i rischi ci sono... Solo che magari l'ho detto in un modo..." - "Conosco il tuo modo, Ira. Però, ti dirò: per me hai fatto bene. Alle ragazze della sua età, serve sapere cosa devono o non devono fare... a loro serve un appoggio. Certo sgridarle non è il miglior modo per conquistare la loro fiducia... però hai fatto bene perchè penso che con le tue parole, gli hai fatto aprire gli occhi sulla realtà." - "Conquistare la sua fiducia? No... non intendo avere la sua fiducia... mi può detestare, può provare rancore e maledirmi ogni volta che mi vedrà... però a me basta solo fargli capire dove sbaglia." - "Sei sicuro?" - "Certo che sono sicuro..." Rispose. "Perchè cosa ti fa pensare che non sia sicuro?" aggiunse Ira guardandola e dandole il caffè. "Da tante cose... Ad esempio mi è stato detto che quando eri lì...'' - ''Che quando ero lì?'' - ''Insomma... Ti sei comportato come un uomo che amava follemente la sua donna... - "Baggianate... io mi sarei comportato così

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   0 commenti     di: Martina Di Toro


Gli albori della vita (seconda parte)

Giunti a questo punto vi devo confidare che per un impegno così gravoso sono stato in disputa con lo stesso Roberto Benigni (entrambi siamo estimatori... mnemonici del divin Maestro)...

e, se capisci rapidamente le cose,
hai anche l'intelligenza
seppur sgarbi non percepisci.
Solo i sensi dal vivo,
non il prolisso e fatuo sproloquio,
sempre meglio benigni eloqui,
dopo vaghe sensazioni
danno vere percezioni

ma mentre il buon Roberto (alter ego di Troisi da San Giorgio a Cremano, mia prima squadra calcistica) sa fare l'attore verbale e teatrale, io tutto questo lo so fare anche per iscritto!
E così se Benigni per le follie genetiche (ebraismo/razza prescelta, nazismo/razza pura e razzismo/razza colorata) vinse tre oscar (miglior colonna sonora, miglior film straniero e miglior attore protagonista) con "La vita è bella", per quanto mi riguarda, con "Gli albori della vita" (libro natalizio 2014) se non mi daranno tre nobel in contemporanea (pace, poesia e medicina) rifiuto qualsiasi onorificenza... a parte la bocciatura di qualche critico letterario di spessore (Edelweiss/Servizi Editoriali) che preferisce i romanzi alle mie scritture e definisce cantilene le mie poesie.
Eppur vero che abuso con le rime, ma queste mie composizioni hanno il nobile intento di istruire e di educare (bisogna anche memorizzare) perché la cultura rappresenta la premessa di un comportamento quantomeno corretto seppur non esemplare.
E qui con la critica della critica, in virtù dell'esperienza acquisita anche in campo letterario (non solo calcistico), per inciso mi permetto di dire che qualche bella poesia l'ho scritta pure io e quelle d'amore se non hanno... qualche rima baciata, ma che razza di poesie sono!
Le poesie istruttive (ne ho scritte tante spaziando in ogni campo), invece, servono per acquisire e memorizzare concetti importanti, perché la lettura della scrittura porta alla cultura (e ci risiamo con le rime) per una civiltà d'avanguardia in una società miglio

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Non può durare per sempre

Un uomo lavora nei campi. Ogni tanto si ferma ad osservare i mucchi di rami, ammassati in attesa di essere bruciati, e le chiome degli alberi appena potati. Sua moglie è rimasta a casa, prepara il pranzo ed aspetta che i bambini tornino da scuola. Insieme provvedono al sostentamento della famiglia.
Altrove uomini impegnati in oscuri giochi di potere decidono che la nazione deve entrare in guerra.

L'uomo viene strappato dalla sua terra e arruolato nell'esercito, chiamato a difendere la patria, chiamato a difendere la bandiera. Marcia verso il fronte, verso la gloria, gli dicono i suoi superiori, verso la morte, dicono i suoi compagni. L'uomo ripensa alle parole di suo padre, ''la guerra non può durare per sempre". Quelle parole gli danno forza, continua la sua marcia con il cuore un po' più leggero e la speranza di ritornare a casa.
Altrove uomini impegnati in oscuri giochi di potere seguono, da lontano, le sorti della guerra.

L'uomo ha raggiunto il fronte, è in trincea, tra il sangue dei propri commilitoni e il puzzo della polvere da sparo, le grida di dolore e la paura della morte. Sa che potrebbe non farcela, teme che prima o poi toccherà a lui, ma ripensa alle parole di suo padre, ''la guerra non può durare per sempre", e si fa forza. Continua a combattere e a sperare.
Altrove gli uomini impegnati in oscuri giochi di potere decidono che la guerra deve continuare.

L'uomo è stato catturato dal nemico. La vita in prigione gli pesa molto, soprattutto quando pensa alla sua famiglia. Dal fronte poteva mantenere un contatto epistolare, dalla prigione non ha modo di rassicurarli di essere vivo, né di accertarsi che lo siano anche loro. In queste condizioni i più si perdono d'animo, lui ritrova la speranza ripensando alle parole del padre.

La guerra è finita. L'uomo è libero ed è riuscito a tornare a casa. Ha trovato la sua casa in rovina e le sue terre devastate. Lui e sua moglie hanno lavorato duramente per ripulirle, per semi

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Quando è troppo è troppo

Non se ne abbiano a male pupi, marionette e burattini se talvolta vengono tirati in ballo. Purtroppo citarli per definire coloro che si asserviscono, non per debolezza o paura, ma per puro tornaconto è una brutta abitudine assai ricorrente. Come dire a uno che va giù duro, senza un briciolo di scrupoli e il minimo garbo, che è un macellaio; o a un maniaco sessuale senza ritegno che è un porco. O riferirsi a una che si è venduta anche l'anima con quell'improprio appellativo che suona come lo squillo di tromba strozzato dalla sordina: troia!
Come si può pensare di offendere con simili accostamenti il professionista che ci permette di gustare una succulenta fiorentina; o insultare il divin porcello, martire ed elargitore di tante prelibatezze? O addirittura gettare discredito sulla sua compagna, abusando del suo nome comune? E, a maggior ragione, come si possono associare all'odioso servilismo i fantasiosi protagonisti del teatro popolare della nostra infanzia?
Bisognerà forse, per definire questi rifiuti umani, fare appello alla suddivisione sciasciana? Troppo onore bollarli con definizioni così acute e ricche di sfumature. E poi non credo nelle intenzioni fossero rivolte anche al gentil sesso.
Più semplicemente, suggerisco di definire i servili protagonisti di tanta parte della storia e in particolar modo della scena italiana dell'ultimo ventennio, che hanno fatto scempio della dignità umana, violenza al linguaggio e ingannato il volgo per riverire e compiacere un padrone e alimentare il suo ed i loro interessi, con un semplice dispregiativo: merdacce! Merdacccce! Con quel pizzico di compiacimento eufonico sulla seconda parte della parola. Come se l'appellativo uscisse dalla procace bocca della signorina Silvana, quella che faceva slinguare di lussuria il ragionier Fantocci...

Come nasce una merdaccia? Perché di certo lo saprete: merdacce si nasce non si diventa! Come mafattori del resto. La merdaccia, in genere, eredita ques

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