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Racconti di attualità

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Haiti

Mentre scorrevano le notizie e i filmati del terremoto di Haiti in cui i bambini guardavano loro malgrado la telecamera di cronisti vestiti come indiana jones, con tanto di cappello con visiera() e gruppetti di persone che passavano, con visi sconvolti, ma puliti come una serata di gala, io e il mio amico Franco, degustavamo il caffè in un locale del centro dove, all'ora di pranzo si trasformava in un self service, cui tutti gli impiegati della zona usavano andare perché si dominava un grosso incrocio stradale, e dall'alto delle loro poltroncine almeno per una buona mezzora erano loro a guardare gli altri dalla posizione di dominio, una tv lcd ultima generazione dava al locale una nota di modernità, anche se era stato arredato nel 60 e così era rimasto, insieme alla tv un paio di climatizzatori per giunta sempre rotti regnavano tra le ragnatele in una parete centrale, in fondo al locale, mentre la caffetteria era situata all'ingresso, praticamente era come un circolo ricreativo per tutti, le facce dei bambini venivano colte da tutti gli avventori e tranne un gruppo di ragazze che accompagnavano dei bambini down a mangiare li anche loro, nessuno stava a guardare per più di tre secondi, questo per evitare di commentare le immagini,.-
Quando ad un punto nelle vasche del self service arrivò un vassoio di patatine fritte, che attesa perché in ritardo, in tanti erano già seduti aspettando di ritirare la loro porzione, un gruppo di circa 20 persone si alzo quasi contemporaneamente e tutti con le mani in avanti chiedevano un piatto di patate fritte in un olio sicuramente annerito dal tempo, ma nonostante tutto erano lì che si spingevano e sgomitavano, alzai gli occhi con davanti la mia tazzina di caffè e guardando le immagini di quelle persone che dietro i camion della croce rossa si spingevano e si sgomitavano per prendere un sacchetto di cibo,.-Haiti uno dei paesi più poveri del mondo, ci voleva un

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   0 commenti     di: tore chiaro


Quella tremenda miscela che rende terroristi

Nel fiume di parole in libertà di queste settimane, adesso che la corrente si è fatta meno impetuosa, penso che possano nuotare tranquillamente anche le mie.
E allora proverò a dire quello che sento. Anche se lo farò in modo un po' scomposto e approssimativo. Perché, travolto dagli avvenimenti, non ho avuto modo di riflettere e verificare più di tanto. Come molti, del resto. A giudicare dagli interventi.

Sento - e sottolineo sento - che alla base dell'attuale terrorismo c'è una miscela esplosiva composta da tanti elementi. Razionali e non.
I razionali riguardano la parte oscura. Quella che si intuisce. Sta dietro. Con motivazioni egoistiche e mercantili. E fornisce, nel suo spietato procedere, supporto economico e strategico a eserciti di mercenari. I cui soldati-adepti in gran parte ignorano di essere manovrati.
E poi c'è quella parte che appare. Quella degli esecutori materiali, i manovrati, appunto. Che quasi mai coincide con la prima. Ma risponde a logiche e motivazioni infinitamente più complesse. Perché riguardano soprattutto la mente. Elemento caotico, ribelle, spesso disarticolato. Tanto da sembrare, o essere, incoerente. E richiede, per essere scandagliato, di andare oltre il raziocinio, seguendo l'intuito e la sensibilità. E un briciolo di cultura - intesa come esperienza di vita - per essere messo a fuoco.
Prima di affrontare la questione religiosa, le cause e gli effetti delle fanatiche, talvolta aberranti, interpretazioni della religione, che ammetto di conoscere poco, dovremmo ricordarci che la manovalanza, il braccio armato del nuovo terrorismo, sembra provenire dalle banlieue. La Grande Bruttezza delle metropoli.

A tale proposito dirò che, durante la mia infanzia ho vissuto ai margini della periferia, anche se non ho fatto vita da coatto di borgata.
Seppure baciato dalla fortuna, mi sono mosso per anni in quel sottile, anonimo, quasi invisibile, confine o terra di nessuno, che c'è tra i così detti "rag

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Scherzi dell'abitudine, limiti della memoria, e quotidiana assenza

Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: "Salve, ragazzi. Com'è l'acqua?". I due giovani pesci nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa : "Che cavolo è l'acqua?".
Ho preso questa storiella dal discorso tenuto da D. F. Wallace ai giovani laureati in discipline umanistiche del Kenyon College nel 2005.
Il succo è semplicemente che le realtà più ovvie, onnipresenti e importanti sono spesso le più difficili da capire, da condividere, da discutere ( parole di Wallace). Ma soprattutto, aggiungerei, da apprezzare o disprezzare a seconda dei casi, delle persone, e dei momenti.
A questo proposito ho provato a sostituire ad acqua la parola pace. Come assenza di guerra, intendo.
Se per chi, come me nato subito dopo il secondo conflitto mondiale può ancora avere, oltre un significato, un carico di emozioni. Un valore che aumenta più la parola viene contrapposta al suo contrario "guerra", se non altro per aver visto gli effetti di quest'ultima o averne percepito l'eco nei crudi, talvolta drammatici, racconti familiari, per i ragazzi d'oggi - almeno quelli del nostro Paese, se si escludono i pochi impegnati in azioni di guerra all'estero - la pace deve sembrare un fatto talmente acquisito da essere scontato. Tanto vi sono immersi fin dalla nascita, come i due giovani pesci lo sono nell'acqua.
Cosa in parte vera anche per molti di noi ex contestatori, figli dei fiori, pacifisti - che nei "favolosi '60" facevamo sit-in e lunghe marce contro la guerra - quando c'è stata la crisi di Cuba, per esempio. Ricordo che allora, vuoi per l'incoscienza dell'età, vuoi che un futuro generoso ci faceva vedere il bicchiere sempre colmo (per non dire traboccante), vuoi forse perché ci stavamo ormai abituando all'"acqua", nel nostro profondo sentivamo che la guerra non sarebbe scoppiata. In cuor nostro sentivamo che, all'ultimo momento, qualcuno avrebbe le

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Il mestiere di padre (2a parte)

Ritornando all'eterno conflitto interiore se l'anima, una volta e per sempre, soffocherà la mente con mani ben strette al collo, d'incanto ci risveglieremo nello splendore della vera vita, proprio sul paradiso terrestre sotto i raggi del sole (Padre) alla luce (Spirito Santo) dell'amore (Figlio): era spirituale (ultrapallio) allorquando l'altruismo dell'intelletto per amare (dono spirituale) prevarrà finalmente sull'egoismo della propria ragione (surrogato materiale).
Per arrivare a tanto necessita però dare certa identità all'anima, non certo campata in aria, ed io a tal fine da tempo mi sono attivato con le scritture anche se al momento non mi comprendono neppure all'interno della mia stessa famiglia dove sempre più mi prendono per fissato.
E così il mio primogenito (Bocconi, Insead Business School) e il mio primo compariello di battesimo (mio nipote, urologo dell'Ospedale Sacco di Milano), seppur persone di cultura, appena mi sentono parlare di anima vanno in confusione mentale e mi prendono per pazzo.
L'anima, invece, ha una sua pura (candida luce spirituale invisibile per il difetto della macula oculare) e certa identità dal momento che essa rappresenta addirittura una triplice coscienza: vigile per il pensiero (cogito ergo sum, certezza di vivere all'istante), consapevole per l'amore (amo e sempre sarò, certezza di vivere in eterno) e morale per la verità (gnothi sautòn, certezza della verità di cui siamo depositari dall'alito vitale).
Da parte mia, come al solito esagerando, sono arrivato addirittura a "la carta d'identità dell'anima":

Cognome------------- Anima

Nome----------------- Chiaraluce

Nata------------------- per amore dalla luce

Cittadinanza--------- luce universale

Residenza------------ io profondo

Stato civile----------- libera

Professione----------- commediografa e attrice (scrive e mette in scena l'umana commedia)


LA FIRMA DELL'ANIMA

In fede,
p

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La medicina della politica (2a parte)

Il concorso pubblico che doveva consacrarlo primario era solo una formalità e, infatti, fu il primo della graduatoria, ma purtroppo non aveva fatto i conti con un dirigente cristiano molto credente che, prendendo alla lettera il divino monito gli ultimi saranno i primi, capovolse l'ordine della classifica e fece primario l'ultimo della lista, il fratello di un giudice al quale era stata regalata l'idoneità solo per pietà, non avendo i requisiti dell'anestesista dal momento che in sala operatoria andava in apprensione!

Mio fratello, persona corretta e oltremodo mite, si vide così fatto fuori proprio in casa sua, mentre io sicuramente avrei attentato alla vita del collega invadente e del dirigente incosciente (un tal Palombino), tanto già avevo l'alibi di esser un folle con l'avallo di valenti specialisti.
Questo indecoroso rimpasto tra politica e medicina, in questi ultimi tempi, è testimoniato dallo scandalo del San Raffaele, avvenuto nella "Milano da bere" di craxiana memoria, dove sempre più, oltre all'aperitivo, si pubblicizza anche la medicina con il sostegno dei politici.
Se a tanto si aggiunge, poi, la commercializzazione della medicina (rientra anche l'Istituto Europeo di Oncologia fondato dal binomio Veronesi/Cuccia), allora si riesce a spiegare anche lo scandalo della clinica Santa Rita (interventi inutili e dannosi alla faccia dei pazienti) e, ciliegina sulla torta, c'è proprio l'istituto europeo dei tumori, dove a caro prezzo si visita pure la cartella clinica dell'ammalato sul punto di morire e neanche per i medici sono previsti sconti.

A questa indecorosa e sgradevole mistura tra politica e medicina, se si aggiunge adesso lo spettacolo televisivo allora si perviene all'apice della vanagloria medica, testimoniata da un falso scienziato (merita il nome e si chiama Ermanno Leo) che opera presso l'Istituto nazionale dei tumori di Milano, sponsorizzato non solo dalla politica ma anche dai mass media, da tempo alla ricerca di un marcatore tum

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Bagliori Lontani

L'espressione è serena, ma il cuore, in subbuglio, sento battere forte nel mio piccolo petto di ragazzo. Mi vestono lentamente, riempiendo molte tasche. Tra sgaurdi compiaciuti di uomini barbuti.
Dalla collina, ad Est, il timido bagliore dell'alba, illumina e indora il campo di grano sottostante. Accarezzate dal vento, le spighe e i papaveri scarlatti, si abbandonano ad un dondolio di pace e serenità.
Più avanti, con gesti misurati e sicuri, il contadino affila la sua falce con pietra Irachena e si appresta al suo lavoro.
In un turbinio di voci concitate e gesti misurati, urla, spintoni e grida soffocate: rivedo la mia infanzia di bimbo riccioluto nei vicoli a giocare, con i compagni a correre e ruote a far girare. Rivedo mamma mia, insieme ad altre mamme, in silenzio ad osservare quel raro momento di gioia.
Stordito dal frastuono, ma pronto! Ritorno con lo sguardo al contadino, che con sagacia e maestria fa compiere alla falce quell'onda calcolata e distruttiva...!
Cadevano la spighe e inevitabilmente cadevano i papaverei scarlatti. Vittime innocenti.
E'ORA! Vestito e imbottito, scendo dalla collina dal versante opposto, e sotto, il brulicar di voci e suoni del mercato.
Intanto il sole illumina la via, piena di bancarelle e di ambulanti. E di odiate divise di occupanti...! Ormai senza espressione e senza fiato, avanzo lentamente tra la gente, tra divise di soldato, bambini giocosi, donne e anziani, fermi al sole.
E come il contadino, incurante dei papaveri innocenti, compiva il suo lavoro senza indugi.
Mi avvicino. Ancora un po'. Ormai sono allo stremo, ma ho vicino il nemico, ne sento l'odore e devo agire!
Sento distintamente la mano di mia madre sfiorarmi i capelli, per un attimo.
Poi solo un'accecante bagliore!
MA NON E', IL SOLE!

   4 commenti     di: Rossano


La profezia dai Maya a Maiello

LA PROFEZIA DAI MAYA A MAIELLO!

Profezie sul 21 dicembre 2012

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il 21 dicembre 2012 è la data del calendario gregoriano nella quale secondo alcune credenze e profezie, prive di qualsiasi rilievo scientifico, si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie, capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità in senso spirituale...

LA LUCE DELL'ANIMA è il libro natalizio della nuova era secondo la profezia Maya rivelata a Maiello che scrive il bene (l'amore) per leggere il bello (alla luce della coscienza) e credere il vero (della Mente Suprema)!

E pertanto il 21 dicembre 2012 inizia l'era spirituale (ultrapallio) con l'uomo cosciente che prenderà il posto del rimbecillito homo sapiens (neopallio)! La luce dell'anima è il nuovo libro che, con le sue poesie istruttive e scale cognitive (www. francescoandreamaiello. it), introdurrà la nuova era alla luce dell'anima (triplice coscienza) che è certezza di vivere (cogito ergo sum - pensiero), consapevolezza di amare (amo e sempre sarò - amore) ed eleganza di vivere con la coscienza morale (gnothi sautòn - coscienza).

L'AngeloRaffaele editore (081/5721385)... scrivere il bene, leggere il bello per credere il vero!

Il libro narra anche l'incredibile storia dell'angelo (trama di eccelsa regia) disceso in terra sotto mentite spoglie. Per chi non è soddisfatto c'è il rimborso con gli interessi, a chi non piace c'è... l'inferno (Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtude e canoscenza)!

LA LUCE DELL'ANIMA di Francesco Andrea Maiello, distribuito dalla casa editrice Medusa di San Giorgio a Cremano (pp 300 x euro 10 da leggere d'un fiato!) è in libreria dal 12/11/2012

LA LUCE DELL'ANIMA è "la novella" arca di Noè per traghettare il mondo nell'era della luce. Da tempo lo Spirito Vitale, di prepotenza ma

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