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Racconti autobiografici

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La telefonata

ieri, ha telefonato uno che ha detto di chiamarci per farci risparmiare sul telefono... mi è sembrato buono e ho detto che poteva parlare. dopo che ha parlato, ho dato il mio consenso... tanto ricordavo solo le parole"risparmio di 6 euro"...
poi, ha chiesto se il capofamiglia era d'accordo. ho risposto che un risparmio mette tutti d'accordo, pure i capifamiglia.
... però ho avuto l'impressione che si fosse accorto che io, in questa casa, non conto niente...



Le farfalle non invecchiano

"Tutte le ore feriscono, l'ultima uccide.

"Difficile convincersi che la donna che avevo davanti fosse la stessa che mi aveva fatto scoprire il sesso. Difficile scorgere quella voglia di vivere dirompente, quello sguardo irriverente. Quarant'anni... sembra ieri ed è passato quasi mezzo secolo. I pensieri scorrono a ritroso, non si possono controllare, riaffiorano sensazioni mai perdute, un tredicenne ansioso e arrapato e una splendida contadina disinvolta e un po' stronza che si diverte a torturarlo. "Sembri sempre un ragazzo". Mi rivedo seduto davanti alla televisione, il vecchio divano, lei che avvicina le sue gambe alle mie, il suo corpo profumato e abbondante che mi sfiora, si mostra. Il suo sorriso malizioso e il mio terrore di essere scoperto. Mi viene ancora il fiato corto se ripenso a quelle tette, al suo collo. Il fattaccio avvenne d'inverno. Un pomeriggio piombò da noi chiedendo a mia madre di farmi dormire da lei, la notte sarebbe stata sola, la morte improvvisa di una zia. "È una casa immensa e io ho paura". L'espressione di mia madre non nascondeva l'apprensione ma non trovò motivi validi per rifiutare. Lei sembrò leggerle il pensiero. "Nella mia stanza ci sono due letti singoli, anche se enormi", disse prendendomi sottobraccio mentre mi trascinava fuori. Erano appena le sei ma il buio era totale, un freddo cane. L'entusiasmo inferiore solo alla paura. Cenammo praticamente in piedi, salame, prosciutto, coppa, cipolline e lei, stranamente taciturna, che mi guardava sorridendo. Affettava con maestria i salumi appoggiata alla madia e me li allungava con le mani, staccando ogni tanto un crostino. Mi sorpresi nel constatare che trovavo il tutto molto eccitante. In condizioni normali mi sarei sentito male.
"Nel mondo succedono cose orribili. Mi piaceva Kennedy, lo hanno ucciso perché voleva bene ai negri. Lo sai che era stato l'amante di Marilyn? Tutti gli uomini importanti hanno un'amante. Vorrei essere una farfalla. Le farfalle non invecchiano". Er

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   7 commenti     di: Ivan


Brividi, brividi, brividi

ricordo quel brivido... magico!
io e lui seduti di fianco, sul battello che ci riporta alla citta'. dopo tutta una giornata di mare e di sole passata a corteggiarci con sguardi e rincorse e finalmente qualche parola in francese, stiamo lasciando la spiaggia con l'ultimo barcone. fingendo la casualita', abbiamo invece scelto di sederci vicini, anche per isolarci dal rumoroso gruppo di tedeschi che festeggia animatamente l'ultimo giorno di vacanza, che per noi e' invece il primo. sono simpatici, si', con i loro travestimenti da Tina Turner e cercano di rallegrare tutti i presenti (forse per mascherare invece la loro tristezza); ma... noi no, noi cerchiamo il silenzio e forse, senza nemmeno ammetterlo a noi stessi, quel poco di calma intimita' di cui abbiamo bisogno per tentare di conoscerci...
ma la comitiva e' sempre piu invadente e noi sempre piu vicini. a un tratto le nostre braccia che si sfiorano... sento un brivido... non mi allontano e nemmeno lui lo fa... sento la sue pelle che sfiora la mia... e invece di staccarci ci avviciniamo sempre di piu'... ora tutto il mio braccio destro contro il suo sinistro, ora le ginocchia si toccano e poi le gambe... brividi, brividi, brividi!... e finalmente un sorriso e qualche parola in piu'...
al porto mi dice VIENI, PRENDIAMO UN APERITIVO! non credo alle mie orecchie. lo seguo e finiamo al Montparnasse. e' un locale tipico, ma elegante, un po' sul liberty, che si affaccia sulla piccola Venezia. ordiniamo due cose uguali (non ricordo il nome, ma era un bianco corretto con dentro un ciliegione, una cosa buonissima!). davanti a noi un tramonto mozzafiato e come colonna sonora delicati brani di musica classica. ci guardiamo, ci studiamo, parliamo di tutto e di piu', anche se in una lingua che non e' la mia CHI SEI? COSA FAI? COME TI VA? passa anche Dio nei nostri discorsi... e poi E ADESSO CHE FAI? - VADO IN ALBERGO A CAMBIARMI E POI DA QUALCHE PARTE A CENA? - PERCHÈ NON CENIAMO INSIEME? di nuovo non ci credo, eppure lo ha

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   2 commenti     di: eurofederico


Non c'è due senza tre

.. c'è qualche fondamento matematico al fatto che non c'è due senza tre? voglio dire.. c'è una legge matematica che dopo due volte che ti succede una cosa, te la fa succedere anche la terza?
io, oggi, sono finita due volte nella merda, per due strade diverse.. per non beccare la terza strada con la terza merda.. non so come fare..
sono ancora qui, perchè contro le leggi matematiche non si può fare molto.. hanno sempre ragione loro..
questa testimonianza di penuria intellettiva l'ho inviata per posta elettronica al mio computer, che non ha potuto fare altro che prenderne nota.. non è molto intelligente, e sa solo quello che gli ho detto io..
vorrei confutare la legge.. se c'è. ma non so come fare.. e non so neanche se c'è. la legge.



Dall'otorino

Dottore, si ricorda di me? Son venuto quarant'anni fa a farmi sturare l'orecchio, ero con mia mamma e avevo otto anni. Adesso ne ho 48 e un fastidioso acufene pulsante causato forse, anzi sicuramente da un altro tappo. L'otorino ottantenne comincia col siringone, il tappo è duro, resiste ma alla fine esce fuori. Senta caro- mi dice- la prossima volta sicuramente io non ci sarò ma dovrà ricordare all'otorino nuovo che in questi casi bisogna fare attenzione e ammorbidire il tappo sennò si può perforare il timpano.

Dopo una settimana. Salve dottore, l'acufene pulsante c'è ancora.
Nell'orecchio non c'è niente-mi dice-, è un fatto di circolazione, potrebbe essere il cuore, le coronarie. Controlli la pressione per un mese, in caso faccia l'ecg, ma non solo, perchè la gente fa l'ecg che sembra pulito e poi dopo cinque minuti, all'uscita dall'ospedale muore. Bisogna fare anche la prova di sforzo, sennò è tutto inutile. Mangi pesce azzurro.
In effetti ho avuto due episodi di pressione arteriosa impazzita ma non ci ho fatto caso.

Purtroppo non ho dato molto credito alle parole di quel vecchietto che ancora non si vuol decidere ad andare in pensione. Cosa spinge un uomo di ottant'anni a continuare come se fosse un giovincello?
Dopo due mesi da questo episodio, il forte dolore al petto e la corsa in ambulanza.

   9 commenti     di: vincent corbo


L'ho duro!

Miss Marple era delle Langhe. Aveva un corpo morbido da mamma con grandi occhi azzurri da pesce buono e capelli biondo paglia a cui mancava solo uno chignon. Riordinava il suo armadietto con cura, come chi governa una casa da decenni, piegando e riponendo ogni cosa con amore. Il bergamasco non diceva una parola, se ne stava in silenzio con le mani giunte dietro, come un vecchio che in disparte guarda cosa combinano gli altri. Di notte ci svegliavano le urla di chi gli dormiva sotto e scoprivamo così che, per altri versi, era assai loquace. I vicentini erano due primi della classe, spigolosi e petulanti, che si ostinavano a credere di saper guidare il plotone meglio del sergente. Con un cenno convenuto si davano l’ok e ci lanciavano in curve stonate che indignavano il maggiore. Il bresciano mi introduceva al turpiloquio valligiano, prodigo di esempi e di richiami puntuali agli altri usi dialettali: “come voi milanesi che dite sempre minchia”. Di marziale ricordo soprattutto il freddo di gennaio. Eravamo destinati agli uffici e per noi grandi esercitazioni non erano previste. C’era però un manuale che andava rispettato e, in particolare, un capitolo bomba a mano che metteva in imbarazzo gli istruttori. Mancavano gli ordigni, ma almeno la tecnica del lancio doveva essere spiegata. Si andava allora nel piazzale con qualche sasso dal peso similare e venivano mostrate le varie fasi dell’azione. Il tutto poteva anche avere una sua rarefatta dignità, se non fosse che qualche recluta maldestra finiva per centrare le auto parcheggiate, mettendo fine bruscamente alla lezione. Un certo sentore di battaglia lo provavamo al poligono di tiro, dove il fumo acre e il violento crepitare ci svelavano l’odore e il suono della guerra. Si trattava in realtà di sparare al mare, ma il ferro che vibrava sulla pancia e l’acqua colpita che si alzava bastavano a farci provare il potere e l’orrore in un istante. L’addestramento terminava con il giuramento. Una cerimonia ch

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   1 commenti     di: marco moresco


Pagine del mio diario

Ogni qualvolta il quotidiano mi diventa pesante, mi rifuggo nella mia torre eburnea,
fatta di immagini, di sogni onirici,
alla ricerca di nuove idee per scrivere poesie e sognare un mondo migliore.
Ora questo mondo ha subito dei tracolli immani, da sentirci inadeguati, fragili,
stressati in questa frenetica Babele.
Ovunque volgi lo sguardo,
vedi tantissime cose che non ci piacciono,
storie di violenze, aggressioni verbali e fisiche, guerra tra popoli,
razze, religioni,
generata da menti folli, devastanti, che infieriscono sui più deboli e fragili.
Ogni carnefice si accanisce
sulla vittima sacrificale.
Allora, ecco che si fugge il reale,
alitando su pensieri leggeri,
lasciandosi trasportare lontano
per un approdo sicuro sulla tua navicella spaziale.
Questo rifugio è fatto di suoni,
colori, musica da riportare serenità alla tua mente.
E finalmente ti senti te stessa
e ti riappropri della tua armonia del cuore.

Dora Forino

   3 commenti     di: Dora Forino



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