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Racconti fantastici

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La leggenda dell'anima gemella

Dio creò l'uomo e la donna, che sono due. Poi, creò la loro anima. una sola. perchè si sentì un po' pigro. la divise in due e ne diede metà per uno. poi, disperse le due metà nei due corpi, in lungo e in largo sulla terra. perchè si sentì giocherellone. diede a ciascuno una vita di tempo, affinchè si ritrovassero. e si riunissero. poi, se ne restò a guardare.
.. e sta ancora guardando. chissà se gli è mai venuto il dubbio di aver fatto un po' di confusione.. così?
(mica avrò bestemmiato)'



Il ritorno di Ulisse

La guerra nucleare era stata lunga e devastante. Il mondo ne era rimasto sfigurato. La catastrofe aveva cancellato ogni traccia di quella civiltà che ci aveva reso tanto superbi ed egoisti.
Gli spettri di creazioni supertecnologhe, del cui uso si era quasi persa la memoria costellavano le lande desolate, le steppe inospitali, e città diroccate, percorse delle bande di razziatori.
Dopo mille peripezie Ulisse, con il suo legno, era riuscito a far rotta su Itaca. L'ultimo viaggio era stato pieno di tormenti e di creature mostruose, mutanti orribilmente voraci, giganti con un occhio solo, donne col corpo coperto di squame che emettevano onde ultrasoniche.
Ora però stava arrivando a casa! Non l'aveva mai dimenticata, neppure quando dai fanghi nucleari erano stati prodotti frutti che annientavano la memoria. La vide, all'orizzonte, la sua Itaca; dapprima scorse le alte torri di difesa, semidistrutte, poi il tetto del suo antico palazzo. Chissà se la virtuosa Penelope lo stava aspettando ancora, integerrima, come alla sua partenza. Era penosamente conscio che le sue lunghe giornate dovevano essere state piene di attesa, terrore e tedio profondo. Come avrebbe potuto svagarsi, come un tempo, davanti al suo terminale ormai privato di un qualsiasi tipo di alimentazione? Quel passatempo sociale così divertente, collegato alla piattaforma che consentiva di connettersi ai pensieri degli altri utenti online. Senza di quello, cos'avrebbe potuto fare per dilettarsi? Ricorrere all'antiquato telaio? Passeggiare? No, impossibile nell'aria ancora pregna di gas tossici. O avrà trovato altre distrazioni che non l'avranno lasciata così fedelmente oziosa? No, impossibile, lui lo sapeva bene che a detta di tutti "era molto saggia e nutriva pensieri sapienti/la figlia di Icario, Penelope", una virtù che anche lo sventurato Agamennone le aveva riconosciuto.
Man mano che si avvicinava alla riva, riusciva a scorgere anche le costruzioni più bass

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   0 commenti     di: Luisa Zambrotta


Su su su

- Cari lettori non potete certamente sapere cosa significa sollevarsi da terra e cominciare a fluttuare nell`aria e volare... Siiii... volare leggeri... contenti... felici! Almeno... fino a questo momento... perche` in questa nuova avventura... i nostri eroi... Tommaso, Susanna e riccioli d`oro, un po` paffutello e teneramente tartagliante Giovanni... ci faranno appunto scoprire come ci si sente... cosa si prova... e che magiaaaaa... sarebbe... se potessimo percorre il cielo... come colombi.. rondini... gabbiani... in un cielo... diventato un parco dai mille divertimenti... anche se devo ammettere... un` avventura... condita... con un pizzico.. di quella sensazione-emozione... che noi chiamiamo.. paura.. per noi umani almeno.. poiche` se noi vogliamo volare... dobbiamo usare : aeroplani... elicotteri o... veloci razzi -
Stretti per mano... i nostri amici... e cullati da una musica piu` andante del solito... Tommaso, Susanna e Giovanni... cominciarono a percorrere il cielo... spiccando il volo.. lasciando il sentiero d`oro zecchino... che si faceva sempre più`lontano... che in un sol momento era già`sotto di loro.. e di molto... E che paura... quando spinti da un brezza burlona.. si vedono salire... su su su... nel cielo... blue blue blue..."Mama-ma-ma-mmamiaaaaaaa" urla Giovanni... tra il contento e l`impaurito... dopo tutto era l`ultimo della fila... e volava sempre un po piu` in basso... rispetto alla sorellina Susanna... ed il fratello maggiore Tommaso."Che belloooooo" invece aggiungeva Susanna... guardando ora in dietro... Giovanni... che teneva stretto stretto per mano.. per rassicurarlo... per poi riportare lo sguardo avanti... verso Tommaso, che la precedeva.. tenendo per mano anche lui... che a sua volta... piu` volte si girava in dietro per controllare che nessuno si perdesse..."Non credo ai miei occhi..." "Ma stiamo sognando o e` tutto vero.."replica Susanna incantata al fratello, che appunto la precedeva in volo ed era un po piu` su`"Mah.. non lo so`.

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   0 commenti     di: Tullio


Oro

In una piccola casetta di campagna vivevano Adam e Mery una giovane coppia di sposini. Lui si occupava dei campi e lei era già in dolce attesa. Passarono i mesi e venne il momento, era una serata un po' nuvolosa e cominciò a piovere, ma loro aspettavano con gioia l'arrivo della cicogna.
Partì con in bocca il lenzuolo cullando il neonato che tranquillamente dormiva, la tempesta era sempre più forte e l'uccello faceva molta fatica. La pioggia e il vento forte le ostacolava la vista e il volo, era vicino al bosco stava quasi per raggiungere i genitori, ma all'improvviso con il vento e l'acqua sempre più impetuosi perse il controllo, abbassò la quota di volo, finendo poi a sbattere contro il tronco di un albero. La cicogna perse i sensi e il bambino per grazia ancora vivo cominciò a piangere disperato.
Nascoste nel bosco c'erano la Regina della pioggia e la Regina della bora, che stavano creando la tempesta, entrambe ascoltavano il bimbo piangere e si sentivano in colpa, ma non sapevano cosa fare. La prima cosa che le venne in mente alla regina della pioggia, superato il leggero momento di panico, fu di prenderlo in braccio coccolarlo e calmarlo. La tempesta era finita e decisero di non abbandonarlo, ma di portarlo nel loro regno. La Regina della bora alzò il mantello entrambe chiusero gli occhi e coprendosi, tutti e tre sparirono nel loro regno.
I genitori aspettarono tanto, ma invano, avevano perso il loro bambino ed erano molto tristi così dopo tanto dolore si rassegnarono.
Arrivati al castello, la Regina della pioggia entrò con in braccio il bimbo e l'altra Regina raggiunse il suo castello che era dall'altra parte del regno. Questo castello era particolare perché c'era il pavimento umido, ogni tanto dal soffitto gocciolava dell'acqua, ma senza dare fastidio, facendo sentire nel silenzio infinito l'eco di quella melodia. Il trono aveva due fontanelle vicino che schizzavo acqua, ma senza bagnarlo. Nel piano superiore c'erano molte stanze con letti a

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   11 commenti     di: sara zucchetti


2012. Annus Mirabilis

La virtù non è di questo mondo.





A dispetto del loro aspetto, vagamente antropomorfo, non avevano né pensieri, né sentimenti. Almeno come li intendiamo noi. Non provavano emozioni. Né odio, né amore. Né coraggio, né paura. E solo a distanza di tempo si scoprì che erano pervasi da un'energia sconosciuta, che qualcuno definì: vis cosmica. L'assonanza non vi depisti, ho detto: c o S m i c a!

Ormai vivevano tra noi da alcuni anni. Gli Spaziali, così li avevamo chiamati perché, dopo attente ipotesi, studi, ricerche, sembra provenissero dall'interspazio e non da un solido pianeta, riflettevano e reagivano ad ogni atto minimamente minaccioso, violento o brusco, fuori dalla norma, che compivamo noi terrestri. Si trattasse di un intenzionale gesto d'offesa; un'inaspettata, inconsulta, rabbiosa reazione; o di un incontenibile sommovimento corporeo apparentemente ostile. Con una piccola differenza: lo moltiplicavano per dieci. Non uno di più. Non uno di meno.
Ieri, per esempio, un'automobilista aveva sclerato perché uno di loro inavvertitamente, per ignoranza, aveva attraversato col rosso. Senza pensarci su due volte, l'uomo era sceso e gli aveva mollato un ceffone. Lo Spaziale, con grande compostezza, gliene aveva restituiti dieci, uno sull'altro. In così rapida successione che il tapino non aveva nemmeno fatto in tempo a dire ba, che si era ritrovato la faccia gonfia come una Luna piena.

Pochi giorni prima, un ragazzotto della DHL, sapete uno di quelli esuberanti, tarantolati auanagana, aveva avuto l'avventura di trovarsi in ascensore con uno di questi esseri. Chissà, forse per un improvviso eccesso di esuberanza ormonale, o travolto dall'emozione, o forse solo per fare lo spiritoso, aveva sganciato una puzzetta. Arrivati al decimo piano, la porta si era aperta ed il povero era uscito vacillando, tutto cianotico in volto, lo sguardo perso, in totale stato di incoscienza. Ricoverato d'urgenza, pare che lo sventurato si trovi ancora s

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Trimeri trocoici strambi

Sono daccapo a dodici.
Che razza di modo di dire, perché dopo il dodici si dovrebbe andare a capo?
Mi ripeto che l’energia è la mia.
Forse si riferisce al quadrante d’un orologio.
È mia! Gli angoli della mia bocca possono sfidare la forza di gravità quando voglio!
Già, dev’essere in rapporto col tempo, dopo mezzogiorno non può che tornare l’una. Meno male, ho una fame!

Riscaldo il forno a 180°C. Monto lo zucchero, le aste ricurve del frullino risucchiano avide il burro vincendone presto la durezza. Ora tirano fili cremosi in piccoli gorghi. Aggiungo l’uovo, il cointreau e rovescio la cioccolata fusa che espande, potente, le narici e si fa aroma nelle profondità della gola.
Setaccio la farina col cacao, col peperoncino, con il lievito e poco alla volta, in alternanza col latte, incorporo all’impasto di cioccolato…inforno.

Già, già, l’energia è la mia, ma dov’è ora, mentre aspetto una sua risposta?
Controllo sotto le scarpe…non c’è, forse è colata col cioccolato o magari sta cuocendo la torta mentre balla con le salamandre del forno che intravedo dietro al vetro, sotto la graticola. Se potessi non squagliarmi le raggiungerei volentieri.
Saltellano frenetiche dentro scarpe blu-metano e agitano le teste tirandosi dietro lunghi capelli rossi, qualcuna li ha biondi.
Sono le figlie gas-labili delle longilinee danzatrici dei falò. Anche loro conoscono Prometeo*, ma non lo reputano affatto un ladro. Nella danzante tradizione, mi ha svelato l’abitante d’uno zippo, si balla (la tradizione è tramandata appunto con i movimenti armonici di tutti i componenti del fuoco) che il popolo delle salamandre decise spontaneamente d’abitare la terra e volendo ringraziare il figlio di Giapeto, per avergli indicato la strada, portò in dono Pandora. Non avevano nessuna intenzione di menare seco sciagure e mali come del resto dimostra l’etimologia (*1).
Per la buon riuscita d’una offerta serve anche ottima disposizione d’anim

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   2 commenti     di: Elena


Il segreto di Dante Alighieri

Si materializzo' nella stanza insonorizzata e attrezzata dove era stata posta la macchina spazio tempo. Si sentiva senza forze. Subito due infermieri in tute e casco, per non rischiare di prendere qualche malattia dell'epoca in cui era appena vissuto per qualche ora, lo sostennero per farlo sedere; contemporaneamente un'infermiera preparava le flebo sul lettino dove piano piano ando' a stendersi. E fu cosi che si addormento'.
E fece il sogno dell'identico strabiliane viaggio che aveva appena compiuto, ritrovarsi in Firenze ai tempi di Dante Alighieri per andare a cercarlo. e conoscere il segreto della sua bravura. E chiedergli tassativamente una cosa, in qualita' di amministratore unico della casa editrice "Pubblichiamo sempre in stampa spa". Voleva ammirare per quel poco tempo che la macchina gli avrebbe concesso, l'uomo Dante. II Dante Alighieri era in realta' umile o altezzoso? Da tutte le biografie da lui lette nessuna concordava o perlomeno spiegava appieno l'uomo. Quasi sempre lo avevan descritto uomo poeta si, ma anche politico, burlone, perfettamente integrato nella Firenze pre-rinascimentale, costretto poi all'esilio, e la morte in quel di Ravenna... Ma era curioso di sapere il suo segreto più intimo. Cos'era che gli dava continua ispirazione? Pian piano dissolvendosi all'interno della cabina spazio temporale si rimaterializzo' stordito all'interno della casa della mamma dell' Alighieri e subito, preso da un colpo, vide di essere arrivato in cucina. La mamma di Dante intorno a un pentolone, intenta a far la ribollita, e vide in un'altra stanza, quella del sommo poeta? No... impossibile.. in quella stanza c'erano oltre a calamai e libroni grossi e pergamene,... rotoli e rotoli di carta igenica! Alcuni completamente scritti, altri ancora impacchettati della marca della pubblicita' televisiva. Non credeva ai suoi occhi. La carta igenica, Dante per un periodo storico aveva scritto sulla carta igenica! POtere della pubblicita', penso' sbalordito. L'anzian

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   9 commenti     di: Raffaele Arena



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