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Fiabe

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La fiaba dell'Aquila e dell'aquilone

C'era una volta un'Aquila che non sapeva volare.
Non guardava neppure il cielo, perché pensava non fosse raggiungibile.
A dire il vero, l'Aquila non sapeva neppure di essere un'aquila, perchè nessuno le aveva mai detto a cosa servivano le ali e non era mai stata con le altre aquile.
Un giorno la vide un Uomo, mentre stava cercando di svolazzare nel cortile della sua casa.
Allora, l'Uomo la guardò e le disse: "Ciao bellissima Aquila, che cosa ci fai nel mio cortile, perché non voli nel cielo insieme ai tuoi simili".
E l'Aquila rispose: "Ma io non so volare e non conosco i miei simili, che cos'é un'aquila?"
L'uomo stupito ed intenerito, prese con sé l'Aquila e giorno per giorno le insegnò a volare.
Tuttavia, per rassicurarla e per non perderla, legò un filo alla sua zampina, in modo tale che l'Aquila si sentisse sicura e ritornasse da lui alla sera.
L'Aquila iniziò a volare sempre più in alto.
Un giorno si spinse fino all'altezza delle nuvole, ma quando sentì il filo tirare, pensò che non sarebbe potuta arrivare fin lassù e tornò più in basso.
L'Aquila continuò a volare per molto tempo all'altezza degli aquiloni, tanto che riconobbe in essi i suoi simili.
L'Uomo, intanto, teneva stretto il filo ed era felice nel vedere rientrare tutte le sere l'Aquila nel suo cortile. L'Aquila era felice di volare con gli altri aquiloni e alla sera recava gratitudine al suo padrone.
I voli continuavano uguali, anche se il padrone dell'aquila iniziava a non curarsi più dell'animale come prima. Era tornato ad occuparsi della sua famiglia, ma si sentiva rassicurato nel veder tornare l'Aquila nel cortile tutte le sere.
Un giorno l'Aquila volò più in alto del solito, ma quando arrivò quasi all'altezza delle nuvole si fermò, ricordando che a quel punto il filo avrebbe tirato.
Quando stava per tornare indietro all'altezza degli aquiloni, la raggiunse un'altra aquila e le disse: "Ciao sorella, vieni su con noi altre, che cosa ci fai

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   5 commenti     di: ANGELA VERARD0


Che pasticcio, Babbo Natale!

"Fai quel che vuoi, ma stai attento!"
Babbo Natale era proprio ingordo e avido e così lo avevo avvertito di stare attento, ma... m'avesse dato retta!

Era stato un autunno duro. Come per magia il caldo aveva sconfinato l'estate, proseguendo oltre ottobre e novembre: la natura aveva rinunciato ai vestiti più belli e una serie di sconvolgimenti aveva modificato per sempre il ciclo delle stagioni.

Io gli avevo detto di stare attento: in dicembre non era già normale mangiare albicocche, tantomeno se queste albicocche sbocciavano dalle piante di fragole. Non era poi tanto normale assaggiare, a dicembre, le susine e le prugne che, per quanto buone, avevano color del cielo. Non era normale camminare e poi, d'un tratto, trovarsi sospesi a mezz'aria. Non era normale poter bere acqua da un arcobaleno che bucava una casa.

Io gli avevo detto, chiaramente, che avrebbe dovuto smettere. Ero certo che non avesse compreso ancora.
Dopo aver terminato l'abbuffata, fece con me un giro nei dintorni e, vedendo spuntare da un cancello una rosa, chiamò il propietario della casa e se la fece inviare per posta. Una rosa in dicembre?

Io gli sconsigliai di farlo. Inutile: poco dopo ci salutammo e ognuno tornò ai suoi affari.

Avevo fatto del mio meglio. Lo avevo ben consigliato.
E purtroppo sapevo che sarebbe accaduto.

Non passò molto tempo. Solo un giorno.
Ci fu un urlo fortissimo, uno strillo che eccheggiò ovunque.
Si udì veramente ovunque.

Sapete che era accaduto?
La Befana, moglie di Babbo Natale, aveva ricevuto in dono la rosa e si era punta un dito. Così aveva subito lanciato un urlo tremendo, perchè lei non conosceva le rose e le loro spine: dormiva tutto l'anno e si svegliava solo durante l'inverno.
Ma non era quello l'urlo uditosi.
Babbo natale le aveva raccontato degli sconvolgimenti che erano avvenuti sulla terra, della strana frutta mangiata e come avesse bevuto persino da un arcobaleno.
La befana allora aveva lanciato l'urlo.
Que

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   3 commenti     di: Riccardo Re


La fede soccorre

c' era un tempo in cui
la legge era uguale per tutti...
niente si poteva considerare ingiusto, davanti
agli uomini e re.
un giorno in una foresta lontana in un castello dove regnava
una famiglia di otto persone
accadde una cosa strana anzi stranissima.
era sbocciata una rosa di color smeraldo nella stanza più oscura.
tanta la gente che accorse a osservare l' evento.
a ciò parteciparono anche poveri e mendicanti.
solo un uomo: Pino era deciso a studiare il fenomeno.
questi infatti aveva chiesto in passato la mano di una principessa che era scomparsa.
accadde però che il giovane studioso trovò una spiegazione a quella rosa.
egli non sapeva il nome della sua amata, ma capi' che ella soffriva tanto.
questi prese la rosa e parti...
durante il viaggio conobbe sette servi che lo aiutarono a cercare la bella principessa.
Pino scoprì che questa era stata rapita e chiese di riottenerla in libertà
dopo varie prove fatte per riaverla con sè,
Pino vide il fiore appassire.
quello che rappresentava quell' oggetto?
la speranza di rivedere la sua bella.
dopo mesi Pino decise di arrendersi, anzi, di sparire dal mondo,
ma una fata le apparve in sogno incoraggiandolo a non arrendersi.

   2 commenti     di: Filomena Faro


La Fiaba della Pecorella e del Pastore

C'era una volta un Pastore che aveva un bellissimo gregge. Lo teneva in recinto sotto le stelle, nel prato verde della sua valle. Per le sue pecorelle c'era sempre l'erba più fresca del pascolo e l'acqua più pura della fonte. Spiegava loro la bellezza della sua valle e l'abbondanza che avrebbero avuto per tutta la vita all'interno del recinto sotto le stelle. Insegnava loro ad essere felici e fedeli al Pastore, accarrezzando il morbido vello ogni giorno e ogni sera.
Le pecorelle amavano il loro Pastore e il suo recinto, fino quando una notte una Pecorella vide nel cielo un astro luminoso alla fine del bosco oltre la valle, che sembrava risplendere più delle altre stelle.
La Pecorella rimase rapita, tanto che anche durante il giorno, restava immobile in quell'angolo di recinto a guardare in alto, come se vedesse quella stella tra l'azzurro e le nuvole.
Il Pastore se ne accorse, perché la Pecorella non ascoltava nemmeno più i suoi insegnamenti.
Fu così che, preoccupato di una fuga, alzò il recinto di molti metri, affinché la Pecorella non potesse più distrarsi con la Stella, disegnando all'interno del recinto astri più luminosi di quelli che avrebbe offerto la notte.
Ma non servì a nulla, perché la Pecorella rimase immobile in quell'angolo di recinto a guardare la sua stella ad occhi chiusi, anche se non la poteva più vedere.
Fu così che un giorno in cui il gregge era al Pascolo e il Pastore cadde addormentato sull'erba, la Pecorella salutò le sorelle imboccando il sentiero nel bosco a cercare la sua Stella.
Iniziò a camminare tra il buio delle fronde senza voltarsi indietro, con la speranza che lungo la strada avrebbe incontrato la luce per non sbagliare direzione.
Ad un certo punto, la Pecorella trovò davanti a sé un Lupo, con l'aria famelica e feroce. La Pecorella si fece immobile e disse: "Buongiorno Sig. Lupo, conosci la mia Stella che si trova alla fine del bosco?"
Il Lupo, stupito, rispose: "Non so nulla della tua stel

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   8 commenti     di: ANGELA VERARD0


le avventure di sfortunella

C’era una volta una piccola bimba, con boccoli castani e occhi verdi, come i prati intorno alla sua casetta di montagna. Il suo nome era Sfortunella e viveva in quella casetta di legno con i suoi genitori, da quando era nata. Era una bimba tranquilla e giocava spesso nel prato davanti a casa sua o si riposava all’ombra di un vecchio albero, con attorno delle violette profumate, insieme al suo amico più sincero che era un gattino affettuoso. Non si allontanava mai tanto dalla casa, per paura di avvicinarsi troppo al burrone e cadere, nonostante ciò si accorse che dall’altra parte del burrone c’era qualcuno.
Non lo vedeva bene, ma lui non avendo paura si avvicinò per salutarla, i suoi occhi la colpirono intensamente come raggi solari e le sue labbra le lanciarono un sorriso. Così lei sentì un forte legame che li univa come un filo invisibile.
Questa persona era un bimbo dai capelli biondi, corti e occhi azzurri. Il suo nome era Spero e anche lui giocava spesso in un prato con semplici margherite. Era molto vivace e insieme al suo cagnolino correva e saltava, senza mai fermarsi.
Ogni tanto invitata la bimba a raggiungerlo, ma lei non aveva il coraggio di attraversare il burrone sul ponte di legno. Era un vecchio ponte pericoloso formato da due corde e tavolette di legno alla base. Così la raggiungeva spesso lui, insieme giocavano e si divertivano scoprendo ogni giorno di più, l’innocente affetto di un’amicizia che li univa e le emozioni che sentivano facendoli vivere con gioia.
Un giorno la piccola sfortunella decise di sconfiggere la paura, affrontando la traversata, per dimostrare il piccolo interesse per lui. E per la vita, che realizzando i sogni che abbiamo nel cuore raccoglie più senso.
La tensione si alzava, ma si avvicinò sempre di più. Allungò il primo passo, mentre il cuore batteva come un orologio impazzito. Non sapeva che cosa fissare con gli occhi: verso il basso la facevano tremare e verso l’alto, l’orizzonte era lontano e

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   4 commenti     di: sara zucchetti


La generosità

Era una bella giornata splendente, dove si sentiva il risveglio della primavera, con il profumo nell'aria della voglia di vivere, che aveva nel cuore Lucy. Era una dolce ragazza di circa 28 anni, gentile e premurosa, con capelli lunghi e azzurri naturali, un dolce sorriso e occhi raggianti. Si recava a scuola, come tutti i giorni, per andare a prendere Peter. Un bimbo di 6 anni, tranquillo e socievole, che aveva appena imparato a scrivere qualche parola e a contare. I suoi genitori erano molto impegnati, con il lavoro e così Lucy gli faceva da babysitter nel pomeriggio.
Dopo aver fatto merenda, decisero insieme di andare al parco giochi e Peter era contento, voleva tanto bene a Lucy, come alla sua mamma e al suo papà, per lui era una grande amica. Lucy cercava di insegnargli le cose più giuste e lo aiutava a crescere, non gli dava problemi perché era un bimbo abbastanza giudizioso, anche se ogni tanto veniva rimproverato, ma senza essere troppo severa, lui capiva che sbagliava e imparava.
Arrivarono al parco e Peter raggiunse subito i suoi amici che giocavano, mentre Lucy si sedette su una panchina e lo guardava per controllare se gli poteva succedere qualcosa. Allegramente giocava a nascondino, senza allontanarsi tanto, poi dondolava sull'altalena da solo o spinto dai suoi amici, qualcuno più grande e qualcuno della sua età.
Lucy notò che aveva fatto amicizia con una bella bambina, insieme sorridevano e scendevano dallo scivolo, guardò un secondo l'orologio e quando rialzò il viso, non c'era più. Gli sembrava impossibile che fosse scomparso in così pochi secondi, si avvicinò ai bambini per vedere bene, che non si fosse nascosto e lo chiamava, ma non aveva nessuna risposta. Provò ad allontanarsi per vedere se lo trovava, molto preoccupata e in un posto un po'isolato del parco. Sentì qualcuno che le tirava la maglietta delicatamente dicendo: "Sono qui Lucy, non mi vedi?" Lei sentiva la sua manina e la sua voce, ma non lo vedeva, era diventato invis

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   14 commenti     di: sara zucchetti


Il regno del cuoco brillo

Nella grande cucina del cuoco brillo, ma non troppo, stanno succedendo cose davvero straordinarie.
La prima è la visita inaspettata di Alice, la sua nipotina, accompagnata da un' altra bambina, più o meno della stessa età.
Gli utensili, le posate, i piatti, le pentole e soprattutto un piccolo tegamino ed il cucchiaione applaudono felicissimi a questa vista.

Il cucchiaione:

- Che bella sorpresa, finalmente sei tornata mia principessina!

Alice:

- Perché principessina?

Il cucchiaione:

- Perché sei bellissima, con quelle guancette tutte rosse e paffutelle e poi, quei tuoi occhioni azzurro mare, mi ci tufferei.

Alice:

- Grazie del complimento, ma non esageriamo.

L' altra bambina sentendosi ignorata non riesce a trattenere delle lacrime, una di queste cadendogli sul mignolo esclama:

- Asciugaci su! Vedrai che in questo bel cucinone c' è posto anche per te, anche tu sarai principessina, perché la grazia non ti manca davvero.

Infatti il primo ad accorgersi di lei è proprio il cuoco, che rivolgendosi ad Alice chiede:

- Chi è questa bella bambinetta?

Alice:

- Paoletta, anche lei è tua nipotina, che ancora non conosci, mia cugina, figlia di zio Peppe.

Il cuoco brontolando:

- Oh Peppe, Peppe figlio mascalzone! Ma lasciamo perdere, venite ad abbracciare il vostro nonnino.

Le bambine non se lo fecero dire due volte e gli saltarono al collo, abbracciandolo e baciandolo. Il cuoco emozionato spese anche lui delle lacrime, che se ne stavano buone buone fra le candide palpebre. Poi si accorse della sua fiaschetta, la prese e versò il liquido di Bacco, detto anche sangue di toro, nel suo calice e se lo tracannò in un sorso solo. Poi rivolgendosi di nuovo alle bambine e a tutti gli astanti, compresa la spesa che era già sul tavolo da lavoro, dice:

- In seduta stante ho deciso di farmi nominare da voi Re della cucina, e facendo di questa cucina il mio Regno. Alice e Paoletta saranno così delle vere principessine

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FiabeQuesta sezione contiene storie e racconti su fate, orchi, giganti, streghe e altri personaggi fantastici

Le fiabe sono un tipo di racconto legato alla tradizione popolare e caratterizzata da componimenti brevi su avvenimenti e personaggi fantastici come orchi, giganti e fate. Si distinguono dalle favole per la loro componente fantastica e per l'assenza di allegoria e morale - Approfondimenti su Wikipedia