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Racconti sulla natura

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Dimostrazione dell'evidenzia di una Causa Prima Incausata, Efficiente e Sussistente del Cosmo

Ogni consequenza, aristotelicamente parlando, è determinata da una causa. Rodi, Spallanzani e Pasteur, scienziati dei secoli scorsi, hanno infatti dimostrato che nulla, in natura, nasce dal niente, dal vuoto assoluto, dall'assenza di cause efficienti. Basta pensare alla bistecca di carne che Pasteur è riuscito a conservare dal 1800 fino ad oggi, posta in esposizione in un contenitore sterilizzato e senza aria. Infatti la bistecca, che lasciata indifesa alle insidie della natura, diviene prontamente substrato di nuova vita, isolata in un vuoto incausato ed incausante, è rimasta sterile ed intatta, non putrefatta e, soprattutto, senza vita. Cosi anche nel Cosmo. Deve esistere dunque necessariamente una fonte di "energheia" primaria, che si rende causa efficiente, ovvero creativa, e sussistente, cioè che tiene in atto, in vita, il Cosmo con le sue leggi. Dubitare dell'esistenza di questa causa primaria incausata, ovvero di questa fonte di "energheia" innata, artefice dell'atto creativo, è come dubitare dell'esistenza di ciò che passa sotto i nostri cinque sensi. Lo stesso Carnot, fisico del 1800, ha dimostrato che un sistema di energia tende col tempo ad affievolirsi. Infatti, possiamo notare che l'uomo è soggetto iniziale della legge dell'evoluzione, ma comunque inevitabilmente, anche a quello della disevoluzione. La mente umana pesa poco, ma consuma quasi un quinto dell'energia che serve all'intero organismo. Per questo, sostiene uno studio di Cambridge, ha smesso di crescere. Anzi, rischia perfino di regredire, in quanto le reti neuronali hanno esaurito le potenzialità mnemoniche ed elaborative.. Ci vorrebbero corpi più forti, e crani più larghi, per poter continuare ad evolversi, almeno per un altro po. Carnot e Cambridge testimoniano quanto detto... La causa prima incausata, efficiente e sussistente del creato, imprime in esso una certa energia. E gioco forza, questa energia, non avendo un accesso diretto alla fonte di energia primaria incaus

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   0 commenti     di: Antonio Zullo


Penetrazione

Emise un rumore che poteva essere interpretato come un mugolio, o un rantolo, ma lui non se ne diede per inteso e continuò imperterrito a spingere.
Sembrò che si fosse placata e avesse assorbito la spinta, ma riprese a lamentarsi, prima sommessamente, poi con toni sempre più forti.
"Insomma, che hai da piagnucolare?" le chiese, spazientito, "proprio ora che stavo facendo il massimo sforzo mi disturbi! Smettila, che devo concentrarmi."
"Ma mi stai facendo un gran male!"
"Eppure subito ti piaceva."
"Sì, mi piaceva... ma prima eri molto più delicato."
"Quella era la fase preparatoria... mica si può subito andare dentro fin in fondo!"
"È stato bello quando mi hai abbracciato i piedi, poi sei salito su, lentamente, con delicatezza, esplorandomi tutta."
"È piaciuto anche a me... ho conosciuto e accarezzato ogni minimo particolare del tuo corpo stupendo... ogni prominenza e ogni avvallamento."
"Mi piaci quando fai così... sei gentile, amorevole, avvolgente!"
"E ora che sto venendo al sodo non ti piaccio più?"
"Mi piaci sempre... ma ho paura che succeda qualcosa di irreparabile... che tutto cambi tra noi."
"Nessuno e niente ci potrà mai separare, te lo prometto. Anzi, quando sarò dentro di te il nostro legame sarà ancora più forte."
"Chissà a quante altre avrai detto le stesse cose!"
"A nessun'altra, te lo posso giurare. Eppoi avrai ben visto come ero giovane quando ci siamo incontrati: praticamente uno sbarbatello! Tu sei la prima e e resterai mia per sempre!"
"Ma non potevamo rimanere soltanto teneramente abbracciati?"
"Qualcuno avrebbe potuto staccarci. Quando sarò entrato tutto in te nessuno più ci separerà."
"Dici bene tu, ma io sto sentendo un gran male!"
"È solo il primo momento, poi ti abituerai e non sentirai più alcun fastidio."
"Ma non sarò più quella di prima, integra, intatta. Mi sentirò come squarciata in due parti."
"Ma che dici, sciocchina... che paroloni grossi, addirittura squarciata. Guarda che quella fessu

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   2 commenti     di: dino sauro


La rosa

Fra tutti i fiori del mondo...
la rosa é la più delicata e la più
incantevole...
È quella più bella, più perfetta.
È anche la più ricercata dalla
gente che deve regalarla.
La casa, poi con le rose é abbellita
ed acquista eleganza e bellezza...
Chi non ama le rose, non ama
la bellezza, e chi le estirpa non ha
capito la gioia che trasmette il
riceverne una in regalo.
Quando c'é un avvenimento, una
festa, le rose rendono il momento
solenne e festoso...
Per questo si amano le rose,
per i loro colori, la loro intensità
e la loro capacità di vivacizzare,
abbellire, e rendere felici chi le
riceve...

   3 commenti     di: Helenia


Oggi

Il caldo oggi, picchiettava sulla mia testa. I suoi raggi lambivano l' area circostante, facendo salire di netto la temperatura. Io, impegnato al lavoro, sudato dalla testa ai piedi, ma felice.
Oggi, in serra si poteva morire, ma ero felice, ero felice di essere li, a sudare, a toccare quelle piante. Oggi ho visto solo il pomodoro, piccola pianta esile, che, qualche volta, l' ho anche spezzata. I bombi* ronzavano nell' aria, producendo fortissimi rumori. Uno mi si è quasi posato sulla spalla, ma, dicono che non fanno niente, io ci credo, basta non avere paura, e, loro non la sentono.
Basta volergli bene, anche ai bombi. Impollinavano tranquilli i fiori giallognoli delle piante e, io gli passavo affianco, senza disturbarli. Tutti si chiedevano, forse, come facevo a non avere paura. Bhè, ma si sa, chi cresce con la natura, non ha di certo paura di due api più grosse del normale!
Tutta una serata, tutta una sudata, in serra. Però sono stracontento.
Alle 18, 30 finisce il mio turno, esco dalla serra e mi dirigo verso nonna, passando da quella stessa strada, percorrendo quei tratti faticosi della vigna, salendo una salita, per poi scendere in discesa.
Nella discesa, attendevano curiosi, i miei cani, che, come al solito, mi hanno fatto le feste. Sono rimasto lì per un po' , a chiaccherare con la nonna, la mia nonna così saggia. Ormai è diventata come una amica per me, e seguo tutti i suoi consigli. Poi, ho fatto una bella passeggiata, pensando a tutto quello che vorrei fare, segnarmelo per la mente, senza mai perderlo.
Tornai a casa con babbo, questa sera. Girai più volte la faccia, perchè Capo Caccia, mi offriva un' altro dei suoi tramonti da favola.
Seguii il sole, che, piano, scendeva sull' orizzonte, quasi il mare lo stesse inghiottendo. Si iniziarono a formare dei colori armoniosi, più belli dell' altro giorno.
Giallo, mi fece ricordare i fiori del pomodoro, piccoli, gialli, e che producono frutti buonissimi.
Arancione, mi ricordò le albi

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   5 commenti     di: Giuseppe Tiloca


Across the universe

Era una mattina come le altre: il silenzio era l'unico sovrano incontrastato di quel luogo. La fitta pioggerella era terminata da poco, le nuvole si stavano spostando lentamente lasciando spazio ad un Sole pallido. L'alternarsi dei fenomeni naturali scandiva il ritmo monotono del giorno, ma la quiete era destinata a terminare all'istante. Un fragore inaudito rimbombò nell'aria facendo scappare i tanti volatili terrorizzati che iniziarono a radunarsi in stormi confusi.
Il cielo si rioscurò velocemente assumendo una tonalità rosso-infuocato.
Stava succedendo qualcosa di incredibile. Dalle nubi cariche di acqua, emerse un oggetto volante che con estrema lentezza penetrò nell'atmosfera. Il gigantesco ovale emetteva dei suoni inquietanti e, procedendo, sovrastava impetuoso il suolo ombreggiando tutto ciò che attraversava. Dalla nave spaziale,
se così era possibile chiamarla, il tempo pareva essersi arrestato: quel mondo immobile e apparentemente calmo sembrava nascondere i suoi veri abitanti. Le costruzioni artificiali, totalmente abbandonate, erano divenute il rifugio ideale per vegetali ed esseri selvatici; i labirinti di edifici erano occupati da file interminabili di veicoli inutilizzati e distrutti, immobilizzati da chissà quanto tempo.
A bordo del velivolo alieno l'incredulità e il timore sostituirono l'eccitazione che aveva caratterizzato gli attimi della fase di atterraggio. Il capitano, sfiduciato e scuro in volto, ordinò di iniziare una procedura. Vennero eseguiti dei comandi e in una frazione di secondo la parte anteriore della cosmonave si illuminò di luci ad intermittenza, contemporaneamente vennero lanciati alcuni segnali acustici che si propagarono nel silenzio di quella città fantasma.
Erano suoni conosciuti, che racchiudevano in sé una musicalità familiare. Una serie di note in successione, seppur parzialmente distorte, pareva riecheggiare alcuni celebri versi di una canzone. Toni che restituirono agli ospiti sicurezza, infatti, q

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   4 commenti     di: Manuel Zafarana


GIORNATA DI CACCIA

C'è tutta un'agitazione di prima mattina, si legano i cani che scodinzolano felici, si sale in macchina per raggiungere il luogo di caccia prescelto. Arrivati sul posto si incomincia a salire lungo il viottolo che porta su in cima alla montagna. I cani, legati all'accoppio, nell'ansia di essere sciolti, tirano come dannati; di tanto in tanto emettono sommessi guaiti, tentano di svincolarsi dalla catena, anelano alla libertà.
Saliamo lentamente verso la cima, guazziamo nelle rade pozzanghere, calpestiamo foglie morte, qualche ramo caduto si spezza sotto il nostro peso. Saliamo sempre più in alto, respiriamo, con voluttà, la fresca aria profumata di resina e di mille altri odori, andiamo incontro alla rosata aurora; si annuncia una splendida giornata. Man mano che si sale il terreno diventa sempre più gelato, la brina crocchia sotto i pesanti scarponi. Incomincia  ad albeggiare; si distinguono le prime sagome di alberi e di cavalli allo stato semibrado. La notte trascolora e la vita comincia a risvegliarsi; si odono, dal folto del bosco, i primi richiami.
Una cornacchia, dall'alto di un ramo, lancia il suo stridulo grido, un merlo emette il suo  e vola da un ramo all'altro, felice del nuovo giorno. In breve tutto il bosco è un susseguirsi di voci diverse, di fluttuar d'ali, di voli appena accennati. Intanto siamo giunti in cima, c'è un'aria gelida ma inebriante; il sole comincia a tingere di rosa il cielo.  Dalla vetta si gode un panorama splendido, siamo circondati dalla natura, da cime alte coperte da faggi secolari; qui è ancora tutto intatto; l'uomo raramente arriva fin qua sù.
Ci godiamo, estasiati, questo spettacolo di natura incontaminata. È un momento, l'abbaiare di Ringo ci riporta alla realtà: Ha inizio la battuta di caccia. Si scioglie  il capomuta. Il cane, dopo qualche salto di gioia, scende lungo il fianco della montagna, cerca il luogo della pastura della lepre. Improvvisamente si sente un abbaio, è il segnale dell'avvenu

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La vita non smette mai di sorprendermi

Era una domenica di Ottobre, quando, mi accorsi definitivamente, che la vita, non smetteva di sorprendermi. Mi avviai, con la mia famiglia, verso la campagna della nonna, ansioso ovviamente, di rivederla. Saliti in macchina, avviai la playlist del mio Ipod e, guardai gli edifici della città, che sembravano sfrecciare veloci come le auto di formula1. Il cielo era limpido, non una nuvola. Un celeste pazzesco, divino. Il Sole splendeva già alto nel cielo, donando il calore autunnale. Gli alberi della città si spogliano delle loro foglie, lasciandole cadere nei marciapiedi vuoti.
Giungemmo dinanzi al mare, che era un po' agitato, anche per il forte maestrale, che, da giorni, soffiava sempre più forte. Già arrivati a Maria Pia, i colori della città svanirono, lasciando spazio alle fronde dei pini, ai cespugli di lentischio, alla compostezza dei cipressi, ed al danzare degli eucalipti.
La natura Prendeva già il sopravvento, e per la strada, si vedevano già i monti pullulanti di vegetazione.
La strada era liscia, si scorreva bene. C' era qualche pozzanghera sul percorso, che rifletteva i rami danzanti degli eucalipti. Da lontano vidi il semaforo di Santa Maria La Palma, una borgata di Alghero, molto conosciuta per i suoi buoni vini.
Girando a destra, ci avviammo verso la campagna, dove la famiglia ci attendeva.
Un cancello si apriva dinanzi a noi, la ghiaia strillava al passaggio della macchina. Scesi e accarezzai subito Minnie, per poi dirigermi verso la nonna, a riempirla di baci.
Guardai il cielo e l'ambiente. Ero a casa.
Adoro i pranzi di famiglia. Ci sono confronti, paroloni, discorsi, risate, scherzi, e, cibo buono preparato dalla nonna.
La tradizione non va mai lasciata indietro, un buon esempio, pensai, era proprio il pranzo in famiglia.
Finito di mangiare, mi precipitai fuori, ammirando le maestrie della natura, dirigendomi al pino nano.
Lo ammirai in tutta la sua compostezza e bellezza. Ne raccolsi due frutti, ricchi di semi ovviamente. Li ri

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