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Un passo... falso

"Ancora qualche minuto... posso farcela... sono forte..."
Dovevo resistere ancora per un po'. Sicuramente sarebbero arrivati i soccorsi.
Almeno così speravo!
Aggrappato alle assi di quel pavimento crollato sotto il peso dei miei passi incauti, sentivo lo sforzo delle mie mani. Sospeso nel vuoto e quasi incredulo di quello che era successo, concentravo tutte le mie energie nel tentativo di non precipitare.
Non riuscivo a trovare un appiglio sicuro per provare a sollevarmi: le assi fradice pareva che dovessero cedere alla minima sollecitazione.
Dove sono gli altri? Si saranno accorti della mia mancanza!
Le pulsazioni accelerate dalla fatica e dalla paura; grondavo di sudore e stavo perdendo lucidità, ma dovevo cercare di mantenere il controllo.
Perché mi ero avventurato da solo in quell' edificio abbandonato e pericolante?
Mi ero staccato dal gruppo e dalla guida forse per la voglia di mettermi alla prova, nel tentativo di rendere quel viaggio-avventura ancora più vero. Per poterlo ricordare a lungo. "Devo resistere!"
Di sicuro non l' avrei dimenticato, se fossi riuscito a tirarmi fuori da quella situazione. La paura mi paralizzava, non avevo più saliva!
Ad un tratto rischiavo di perdere tutto. Ma cos' era tutto? Niente contava più: i soldi, il successo, la carriera. L' unica immagine che avevo davanti a me era lei, la mia ragazza che avevo lasciato a casa. "Stupido egoista" pensavo; avrei potuto organizzare una vacanza con lei, qualcosa di rilassante che sicuramente ci avrebbe unito di più rendendo il rapporto più saldo. Godere di momenti piacevoli gustando un tramonto, rimanendo vicini.
Invece no, sono qui con le dita che non ce la fanno quasi più a sostenermi, il viso contratto dallo sforzo; non ho la forza di gridare perché non ho più fiato e non arriva nessuno! Ho paura. "Aiuto, sono quassù, fate presto", ma la voce è troppo debole, nessuno mi sente. Certo mi staranno cercando, ma il tempo è mio nemico.
Ironia della sorte: volevo l' avventura e adesso è l' avventura che vuole me!
La presa è diventata faticosissima, le dita sono indolenzite e la sensazione di non farcela mi attanaglia sempre di più. Ancora una volta penso a te, a come reagirai alla notizia. Morto da solo alla ricerca di se stesso... che idiota! Non sono stato capace di renderti felice, forse me lo merito!
Sento dei rumori, sono dei passi... "Sono qui... aiuto"... dico con le ultime forze, ma non riesco più a sostenermi, le dita si aprono inesorabilmente. Non ce la faccio!
Rimango aggrappato ancora per un attimo con una mano sola, sto per cadere: il cuore batte all' impazzata, una fitta lancinante mi trafigge le tempie e... aaaaaah... il vuoto... un sobbalzo. Apro gli occhi e vedo il chiarore che filtra dalle persiane socchiuse della camera. Una luce incerta e l' aria fresca del mattino mi riportano alla realtà e a te che dormi ancora, nel silenzio, rivolta verso di me. Tiro un sospiro di sollievo. Allungo una mano e con la punta delle dita ti sfioro i capelli: "Buongiorno amore".

 

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11 commenti:

  • Fernando Piazza il 15/10/2011 21:33
    Era volutamente esasperata... tanto per restare in linea con le statistiche che vedono le donne fonte di calamità naturale per un probabile "accoppiamento", per cui gli uomini sfidando la sorte accettano il "tormento" per compensare "l'estasi". Dopotutto senza le donne come faremmo?
  • Marcello Insinna il 15/10/2011 20:08
    Certo nel racconto si nota una certa propensione all'indipendenza, sia pur con un certo "pentimento"però la tua ipotesi mi sembra esasperata! Forse avevo solo mangiato troppo! Ah ah ah...
  • Fernando Piazza il 15/10/2011 19:37
    Mi chiedo quale stimolo esterno abbia generato il sogno-incubo. L'angoscia ad esso associata si spiegherebbe se al risveglio tu ti fossi trovato in bilico sul letto e sul punto di cadere, oppure se fossi inavvertitamente rimasto incastrato tra le sbarre della testiera del letto, oppure se il letto avesse improvvisamente ceduto di schianto sotto il peso di una eccessiva e reiterata pressione... invece ti svegli tranquillamente nel tuo letto, comodamente avvolto nelle lenzuola e con accanto la tua "dolce metà", da te "razionalmente" ritenuta tale, almeno per come ce la presenti... Troppo cerebrale, vero?
    Azzardo un'ipotesi, tanto per ridere, s'intende... e se l'angoscia risiedesse proprio lì, nel ritrovarti accanto LEI? Il sogno diventa allora un rifugio, un porto franco, anche se rischioso, quasi che il precipizio fosse preferibile alla realtà quotidiana... perlomeno solo nel sogno.
    La consapevolezza della SUA presenza al risveglio sarebbe allora lo stimolo scatenante e spiegherebbe la marea di sensazioni sconvolgenti che pervadono il tuo corpo. Quasi quasi sarebbe meglio riaddormentarsi... Ciao ciao
  • Marcello Insinna il 14/08/2011 11:43
    Tutto il racconto è impostato come un sogno, un incubo. Non ci sono riferimenti a luoghi nè descrizione del personaggio e così via. Il finale era già previsto così. Comunque mi presenterò agli esami di riparazione! ah ah ah...
  • Massimo Bianco il 14/08/2011 11:04
    Carino e con una buon tensione fino alla fine ma io storco sempre il naso quando la storia presentata alla fine viene rivelata come un semplice sogno: terribilmente banale e scontato. Io l'ho fatto una volta sola, in quel caso ritenevo che avesse un suo perchè ma certamente non ripeterò più la soluzione, che in genere mi sembra più che altro un escamotage poco fantasioso per concludere un racconto che non si sa come finire evitando l'ovvio, cioè il personaggio che cade e muore o è salvato all'ultimo momento, e così si cade in un'altra ovvietà. Il fatto è che ormai ho perso il conto di racconti letti che alla fine si rivelano essere soltanto un sogno, per questo ti promuovo solo a metà. Saluti
  • Marcello Insinna il 13/08/2011 22:52
    Grazie Nicoletta. Bentrovata.
  • nicoletta spina il 13/08/2011 22:20
    Come hai saputo tenere alta la tensione fino all'ultimo... mi e' quasi venuta la tachicardia, e poi un grande sollievo. Mi e' piaciuto anche il flash dei pensieri prima di... ma per fortuna era un incubo. Bentornato Marcello!
  • Anonimo il 13/08/2011 14:38
    Ho già pubblicato qualcosa dopo il mio rientro... ora ho molta carne al fuoco ma non voglio invadere troppi spazi. Ho più di trenta racconti... sono in periodo di vena... ahahah... narrativa, però. La poesia, la mia passione, non vuol venire a trovarmi. Più la cerco e meno la trovo. ciaociao
  • Marcello Insinna il 13/08/2011 14:21
    Bentrovati. Devo dire che mi mancavano i vostri commenti. Ciao Elisa, mi piace l'idea della petizione! giacomo ora aspetto qualcosa anche da te!
  • Anonimo il 13/08/2011 13:28
    Bel racconto, molto avvincente. Letto d'un fiato. Un bel rientro... ci voleva. ora si può riformare un bel gruppo. manca ancora fernando e siamo quasi a posto. ciaociao.
    P. S. ben tornato.
  • ELISA DURANTE il 13/08/2011 13:04
    Devo dire che mi è partito un "và a quel paese" prima ancora del sospiro di sollievo. Un ritorno alla grande! È questo l'effetto che ti fanno le ferie?!? Faro una petizione perchè te ne diano di più !
    P. S.
    Visto che ci sono... buon Ferragosto!

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