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Il mistero del Queens

Nella malaugurata ipotesi ci aspetti
un'altra vita nell'Aldilà,
bisognerà cominciare a pensare quali libri
mettere in valigia per ammazzare il tempo.






Refoli di vento muovevano di tanto in tanto le tendine del bow-window. La stanza era in ordine. Calata in una tiepida penombra primaverile. La radio, sintonizzata sul programma di prosa, stava trasmettendo I Ragazzi Irresistibili.
Sprofondato in una poltrona old-america, un uomo sulla cinquantina, occhi socchiusi, un leggero sorriso sulle labbra, sembrava ascoltare, compiaciuto e divertito, alcuni dei dialoghi più acutamente esilaranti che mai penna abbia saputo partorire.
Improvvisamente un lampo illuminò a giorno la scena. Poi, in rapida successione, un altro. E un altro ancora. Il fotografo della polizia bofonchiò qualcosa, girò i tacchi e se ne andò. Due mani aprirono una valigetta e, stancamente, meccanicamente, tirarono fuori tutto l'armamentario per procedere ai rilevamenti di rito. Impronte digitali e compagnia discorrendo. Nel frattempo il medico, sfilandosi i guanti di lattice, e volgendo lo sguardo ad un boccettino scuro che era sul tavolo, sentenziò:
- il settimo suicidio in tre giorni. Di questo passo verrà stabilito un nuovo record. Comunque aspettiamo l'autopsia.-

Negli ultimi giorni, il Queens era stato teatro di quel tipo di dipartite che dovrebbero ogni volta portare sul banco degli imputati una intera società. E la giuria non avrebbe motivo di mostrare né incertezze, né pietà nel pronunciare la sentenza.
E invece, le povere anime che se ne andavano di propria volontà, a meno che non fossero famose, erano circondate dalla più totale indifferenza. Magari con il biasimo e il malcelato fastidio dei benpensanti.
Questa volta però ad attirare l'attenzione fu il numero, il breve arco di tempo, e il fatto che l'area degli accadimenti fosse così circoscritta. Una sorta di Riserva degli aspiranti suicidi. Anche se il Queens non poteva certo essere paragonato, per quanto la vita fosse difficile in quegli anni, ad una Riserva Indiana.

Il primo caso scoperto era stata una donna di sessant'anni, trovata nella vasca da bagno, con la testa avvolta in un sacchetto di plastica per alimenti. Il secondo un pittore quarantacinquenne, che si era impiccato nello scantinato della sua casa. Il terzo un rappresentante di commercio, che si era gassato nel garage, a bordo di una Lincoln nuova di zecca. Il quarto un'attempata cuoca di uno dei tanti Kentucky Fried Chicken che appestavano la città. La donna era stata trovata, contrappasso dei contrappassi, con la testa infilata nel forno della sua cucina. Il quinto un medico, che si era sparato in vena una superdose di eroina. Il sesto un vigile del fuoco in pensione, che si era buttato dal terzo piano. Il settimo, infine, lo abbiamo appena visto all'inizio del racconto.

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1 commenti:

  • augusto filippetti il 03/09/2011 18:57
    Ho riletto e mi sono fatto prendere ancora. Quindi BRAVO al mio amico.
    Ciao e a presto. Sempre più vittime innocenti(C... zo) del lurido maiale!

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