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Il fluire del sangue

Poteva sentire il fluire del sangue, avvertiva poco alla volta il lento ritorno della vita nel suo corpo inerme, freddo come il marmo.
Non ricordava niente, la sua mente era occupata dal vuoto, riusciva solo a collocarsi tra il genere umano. Tutto il resto, identità, provenienza, esperienze passate, aspirazioni future, non esistevano più. Se mai fossero esistite.
Non rammentava da quanto tempo si trovava in quel posto, e comunque non sapeva nemmeno definirlo quel posto, sapeva solo che era lì, da qualche parte del mondo, e che era vivo. Vivo? Era proprio sicuro di esserlo? Magari quella era la morte, o almeno quello che c'era dopo la morte.
Quindi era vero, la morte non era la fine, c'era qualcosa dopo il grande passo, poteva esserci ancora speranza per l'umanità.
Ma era solo, immerso in un'oscurità assoluta, senza suoni ed odori, senza memoria. Se quella era la morte, era spaventosa, molto più di quanto si fosse mai pensato, molto più di quanto si fosse mai temuto.
Ma allora cos'era quella sensazione di calore che lentamente sentiva avanzare nel suo corpo, se non il sangue. Non riusciva a pensare ad altro, perché altro non aveva da pensare.
Provò a massaggiarsi il capo con una mano, senza riuscirci, tentò allora di sollevare una gamba, ma rinunciò subito.
Improvvisamente provò dolore al torace, una rapida ed intensa sensazione che non riuscì a definire, poi lentamente si sentì sempre più debole, sempre più confuso.
Di nuovo quella strana impressione, poteva essere sicuro di essere vivo per via di quei battiti che ormai scandivano il suo tempo, unica compagnia in un mondo che non esisteva più.
Sentì un brivido su tutto il corpo, poi avvertì una vibrazione, una stranissima percezione ma non riusciva a capire cosa fosse, sapeva solo che era bello, meraviglioso, e sperava che non avesse mai fine.
In una frazione di secondo, ricordò tutto. E fu come morire. Una morte interminabile, unica compagna dei suoi pensieri per l'eternità.
Il viaggio, la frenata, lo stridio dei pneumatici, lo schianto, il sangue di lei, di loro, la gente, la sirena disperata, le facce sconvolte ed affannate che si affollavano sopra di lui, l'oblio... Poi quel risveglio in un mondo nero e solitario ed ora... Ora vedeva, sentiva, ma non poteva muoversi e parlare, non poteva chiedere niente a nessuno, e nessuno sembrava accorgersi di lui. Che ora aveva occhi per vedere ed orecchie per sentire. E memoria per ricordare.
Si era sbagliato. Molto più spaventosa la vita che la morte. Se questa era la vita e quella di prima la morte.
Un grido si propagò dal profondo della sua coscienza fino a prendere corpo nella sua mente, fino a manifestarsi nei suoi occhi con la potenza di un uragano, con la violenza di un mare in tempesta.
Ma quel grido di aiuto rimase inascoltato. C'era solo lui, in quella stanza, disteso su un letto, circondato da strumentazioni, e si udiva solo il lento, monotono, eterno respiro della macchina che gli impediva di morire.

 

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0 recensioni:

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11 commenti:

  • Anonimo il 08/04/2012 10:49
    Perfetto nella stesura, breve quanto basta per dire tutto in modo egregio e toccare anima e corpo. Emozionante!
  • mauri huis il 08/04/2012 09:58
    Bel racconto. Complimenti!
  • Nunzio Campanelli il 16/09/2011 15:07
    Ciao Giacomo, è così, quel lui sono io! Grazie
  • Anonimo il 16/09/2011 13:44
    Molto bello il racconto e molto bravo tu, Edmond. Ora ne sono certo: sei lui, redivivo.
    Assai ben scritto e fortemente comunicativo questo brano. ciaociao
  • Nunzio Campanelli il 28/08/2011 18:22
    Grazie Gianni
  • Giovanni Barletta il 28/08/2011 16:57
    Argomento affrontato in maniera egregia, con una scrittura piacevole. Andrebbe fatto leggere ad un mucchio di gente che pretende di dirci come dobbiamo non morire!
  • Nunzio Campanelli il 28/08/2011 11:02
    Grazie Carla
  • Anonimo il 27/08/2011 21:59
    bravo lettura scorrevole... un tema ricorrente ma ben trattato... complimenti
  • Nunzio Campanelli il 27/08/2011 08:35
    Grazie. Molto gentili.
  • Anonimo il 26/08/2011 16:24
    Scritto davvero molto bene ( se rapportato ai racconti pessimi pubblicati in questa settimana, "straordinario" ), essenziale. Aspetto progetti più impegnativi. Ciao.
  • Paola B. R. il 26/08/2011 15:15
    Dovrebbero essere proprio queste le sensazioni del vivere da vegetali...

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