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Il gatto selvatico

Disteso supino nel fitto sottobosco di una natura ancora vergine, Bartolu dormiva saporitamente; concedeva un po' di quiete al suo spirito fiero ed errante, reso esausto dal spostarsi di continuo per monti, fiumi e pianure. Dolorosamente incessanti, funesti sogni attraversavano la mente dello sfortunato giovane... un passato turbolento il suo! Una dura esistenza da uccel di bosco. Non aveva che diciotto anni quando si macchiò del suo primo ed ultimo omicidio...

Avviato alla custodia delle greggi sin dalla tenera età, Bartolu non conobbe mai un solo momento gioioso. Cresceva nell'ingiustizia, nella disparità, nella più sconfortante miseria. Il suo lavoro prematuro contribuiva, seppur in minima parte, a sopperire alle prime necessità della povera famiglia che lo aveva messo al mondo. Poco legato agli austeri genitori, quel vivace ragazzino adorava invece la sua unica e dolce sorella, più grande di cinque anni; lei la guida, la confidente, la sola a comprenderlo mostrandogli tenero affetto. Tale legame era però destinato ad un involontario allontanamento: essendo tutt'altro che lieto l'andamento economico della casa, all'età di ventidue anni Gavina fu collocata come donna di servizio in casa di benestanti signori di un centro vicino. La separazione fu drammatica! Cingendo in un forte abbraccio la primogenita, col pallido viso rigato di lacrime, Bartolu si era abbandonato ad uno sfogo esasperato:- sei la sola a guidarmi in tanta amarezza, in te ho il mio rifugio più sicuro! E ora, oh Gavina, perché mi abbandoni?-. A nulla valsero i soliti tentativi di rassicurare l'afflitto con incerte speranze, il ragazzo s'era allontanato bruscamente, correndo il più lontano possibile da tutti, diretto forse a sfogare in solitudine la sua rabbia repressa.
Triste a dirsi ma, quando una famiglia diviene vittima di una sorte avversa e crudele,
pare che problemi di ogni sorta continuino ad affliggerla senza alcuna tregua! Così, nessuno poteva immaginare quello che sarebbe accaduto in seguito all'innocente Gavina, divenuta serva di padroni intransigenti e superbi...

Con tutto il rispetto e l'educazione impartitagli dai severi genitori, Gavina lavorava nell'abitazione dei coniugi Lintas con estrema scrupolosità. Nonostante l'aspro carattere dei padroni, non vi era occasione in cui manifestasse il minimo disappunto. Trascorrevano i mesi e tutto pareva filar liscio quando, senza preavviso, giunse in casa Lintas il giovane e unico figlio dei padroni, congedato per fine obbligo di leva. Costui, notando subito i bei modi, la rara bellezza della serva, se ne sentì presto attratto e, all'insaputa dei genitori, prese a farle licenziosamente la corte. Profondamente turbata, la giovane respingeva energicamente quel vizioso che, imperterrito, continuava ad importunarla. Fu un giorno in cui i padroni dovettero assentarsi per sbrigare degli affari che avvenne l'irreparabile: reso più insolente dalla sicura assenza dei genitori, Eugenio, infastidito dai continui rifiuti di Gavina, la chiuse con forza in una camera e, accecato dalla libidine, abusò di lei. Il trauma segnò irrimediabilmente l'esistenza della serva. Chiusasi nel silenzio e nella vergogna, terrorizzata dalle continue minacce del folle, la fanciulla non osò proferir parola riguardo allo sconcertante accaduto, sino a quando, con enorme sgomento, scoprì di aspettare un bambino! Presa dallo sconforto, non poté fare a meno di vuotare il sacco, pur consapevole di andare incontro ad un futuro oscuro e scabroso...

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6 commenti:

  • Sergio Manconi il 01/12/2012 20:28
    Ciao, grazie per il commento...
  • Traumer il 01/12/2012 16:48
    Nella crudeltà e drammaticità, una bella storia. Povero Bartolu che nato, sotto una cattiva stella, non conobbe mai la felicità.
    Ti faccio i miei complimenti!
  • Sergio Manconi il 28/09/2011 15:42
    Grazie mille... si, gli altri racconti gli ho scritti io, cerco sempre di migliorarmi dopo ogni storia... ti saluto
  • Massimo Bianco il 28/09/2011 14:03
    Non c'è male. Ricordo di aver letto altre storia sarde in questo sito in passato, non ricordo se erano tue, quelle altre mi erano parse più scontate, però: un buon episodio, questo. Mm, non posso dire che Eugenio non abbia fatto la fine che meritatava e mi verrebbe da augurarmi che i genitori abbiano sofferto a lungo, sapendosi corresponsabili della morte del figlio. Saluti
  • Sergio Manconi il 28/09/2011 10:26
    Grazie mille per i complimenti...
  • Mauro Moscone il 28/09/2011 08:26
    Bella figura di drop out, di outsider ai limiti della società... potrebbe essere l'inizio di un bel ciclo romanzesco complimenti

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