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Pallida immortale

"Perché ti ostini a volermi togliere il dolore a cui mi aggrappo?"
"Perché non ti fa bene. L'oscurità non è posto per nessuno." Le prese dolcemente le braccia, richiamandola con sguardo triste.
"Non m'importa." Lei abbassò gli occhi per un momento, poi tornò a fissarlo nella sua luce.
Un pallido sorriso sfregiò quel viso luminoso "Aggrappati a me" sussurrò.
"Non è la stessa cosa." E lacrime fredde scivolarono dolorose lungo le guance d'avorio.
"Certo che no. È meglio." Un nuovo sorriso più caldo si aprì la strada fino ai suoi occhi.
Le si fece più vicino, tentò di abbracciarla, di confortarla col suo calore, ma delicatamente lei si allontanò fino a ritornare avvolta nella sua oscurità.
"Come ci riesci?" riuscì a chiederle, mentre guardava in basso.
"Non sarebbe la stessa cosa."
"Capisco cosa vuoi dire... ma io conosco te."
"Come io conosco te. Ma come me, chi altro conosci tu?"
"Tutto ciò che illumino. Ma tutto quello che vedo è niente paragonato a te."
"Sono solo io."
"Si. Pallida immortale."
"Mentre tu sei re di ogni giorno."
Uno sguardo malinconico raggiunse il viso pallido che ne riflesse il sentimento.
"Perché dobbiamo sempre sfuggirci?"
"Perché tu ami la tua luce, mentre io..."
"Mentre tu consoli tutti quelli che nella mia luce soffrono. "
"Allora ci abbracceremo ogni sera e all'alba ti sarà concesso sfiorare le mie labbra."
"Allora illuminerò il cielo ogni alba perché tutti possano vedere che la mia dea non è sola."

 

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1 commenti:

  • luigi granito il 15/10/2011 08:42
    Bella Sofia, delicata come un duetto d amore, ostinata come un amore non corrisposto, eterna come un amore mitologico. Brava.

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