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I nostri figli dentro all'asilo impareranno a conoscersi e capiranno che siamo tutti uguali e saranno migliori di noi, sono sicuro

È sceso dalla macchina trafelato è corso verso di me e mi ha gridato a 2 cm dal mio naso:

"Sei un extracomunitario di m...!!!"

Spiegare la discriminazione a chi non l'ha mai subita, a chi non l'ha mai provata sulla propria pelle apparentemente è semplice ma in realtà non è così, è complicato.
Ma è bene parlarne, mai come di questi tempi è bene parlarne. Senza vittimismi, ma con realismo e concretezza, oggi più che mai c'è bisogno di costruire una base comune, un luogo di incontro dove cercare di costruire le fondamenta di una società migliore per i nostri figli.

Dicevo, spiegare la discriminazione far capire cosa si prova ad essere discriminati è difficile, nella migliore delle ipotesi, per chi ha tratti somatici evidentemente differenti è come rinascere ogni giorno, è come dover ricominciare da capo ogni volta che sorge il sole, ogni giorno della tua vita.

È cioè, nella migliore delle ipotesi nell'ambiente dove uno vive, nel vicinato conosciuto o in un piccolo paese dove ci si conosce tutti la gente ti rispetta anche se si e' diversi.
Normalmente, nella migliore delle ipotesi!
Ma quando ci si sposta in città o in un altro quartiere, in contesto nuovo sconosciuto insomma, proprio a causa tratti somatici diversi, diventa necessario raccontarsi dall'inizio, e cioè si riparte dall'anno zero e bisogna spiegare chi si e' e come si e' arrivati sin lì perché i tratti indicano in modo evidente che non si e' originari di lì.
Così succede a volte a mia moglie qui nel nostro Bel Paese! I suoi tratti Latinoamericani la rendono distinta dai tratti locali tipici.
Cosicché fuori della nostra comunità dove è conosciuta e stimata anche per il grande impegno nel sociale, al di fuori di qui spesso, anzi ogni volta deve raccontarsi e spiegare come e perché e' arrivata fin qui.
A me personalmente e' successo poche volte, ma quella mattina e' successo ed in maniera così violenta e traumatica tanto che la cosa mi ha sorpreso e lasciato senza parole.
Anche i miei tratti somatici mediterranei del sud d'Italia sono solo lievemente differenti dalla media del locale nord-estino italiano medio padano. Ma tanto e' bastato. Il fatto e' questo:
accompagnavo all'asilo mia figlia piccola e come tutte le mattine la fretta il traffico, la lotta quotidiana per il parcheggio più vicino all'entrata dell'asilo, la fretta maledetta di andare al lavoro, tutto questo già di se una brutta combinazione che esaspera le possibili interazioni mattutine tra genitori disperati e nevrotici.
E questa mattina di corsa come sempre, trovato il parcheggio e scesi dalla macchina stavamo camminando io e mia figlia all'ingresso dell'asilo.
Già normalmente c'e' da fare lo slalom tra le macchine parcheggiate in doppia fila, quanto meno in prossimità dell'entrata c'e' un avviso dove la dir. dell'asilo che chiede gentilmente ai genitori di non parcheggiare per la sicurezza dei bambini.

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3 commenti:

  • Marco Bo il 24/10/2011 09:39
    Grazie per i vostri commenti, ed è proprio così noi dal nostro piccolo facciamo il possibile per contribuire a costruire un mondo più giusto e solidale.
  • Anonimo il 23/10/2011 16:57
    Hai trattato un tema molto spinoso ed importante, specialmente nel nostro paese, ma non solo.
    Ci sono degli emeriti imbecilli semi analfabeti, nati e vissuti in Italia, che giudicano inferiore il negro che vende le cinture ai mercati o nelle spiagge della riviera... magari quello ha due lauree e parla tre o quattro lingue. Io mi ci incazzo... che ti devo dire... ciaociao
  • Paola Pinto il 23/10/2011 14:01
    Un giorno le cose saranno molto diverse Marco, spero quel giorno arrivi presto ma intanto siamo noi, partendo dal nostro piccolo, che faremo si che cambino!

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