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'U munaciello

Questo è un fatto vero, alquanto strano, forse incredibile, ma veramente accaduto.
Avevamo ventidue anni io e Pigi, mio collega di università e di scappatelle. Pigi ora non c'è più, mi ha preceduto e da Lassù sorride sapendo che vi sto raccontando una delle nostre avventure, certamente indimenticabile.
Nel nostro quartiere correva voce che la signora Pina, pace all'anima sua, avesse un amante che la pagava profumatamente. Molto strano però, perché la signora Pina era un doppio armadio e difficile da abbracciare, non c'era in giro un uomo dotato di braccia per tale circonferenza! Non avevano pensato a questo quelli che la criticavano e sparlavano alle sue spalle. La gente mormorava e la poverina era sulla bocca di tutti! <<Il marito oggi ha trovato una mazzetta di cinquemila lire sul tavolo; la settimana scorsa la tavola era imbandita a festa con tovagliato pregiatissimo e cristalleria di Boemia, mai posseduti. Il marito si è chiesto perfino da dove fosse uscito un diamante da 2 carati.>> Di questo, e di più, si diceva della sfortunata o fortunata signora. Del marito poi, anche se cornuto a tutti gli effetti, erano tutti invidiosi: con tutto il denaro che intascava, era ben ripagato e poetava sopportare una moglie così brutta.
Noi, che la conoscevamo bene, non la pensavamo allo stesso modo. Certo, qualche dubbio c'era venuto, ma prevaleva in noi l'idea che non poteva esserci un uomo così coraggioso da avvicinarla.
La signora era avvilita e amareggiata e non negava la manna di tutto quel denaro, ma sosteneva di subire spesso delle vere e proprie angherie. Le lo chiamava "munaciello pazzariello", una specie di folletto giocherellone. Raccontava che non si limitava a farle doni, ma molto spesso le metteva in subbuglio la casa: sedie e tavoli capovolti, cassetti svuotati, bicchieri e piatti rotti. Tollerava tutto la nostra amica, tranne di esser chiusa fuori, perché doveva ricorrere ai pompieri per rientrare in casa. Era stata lei a chiudere a chiave il portoncino prima di uscire, era lei in possesso della chiave, come mai non poteva riaprire quella porta che lei stessa aveva chiuso? Ci raccontò e ci portò a constatare di persona che dietro il portone c'era un'ulteriore chiusura di sicurezza che si poteva azionare solamente da dentro.
Alla sua casa si accedeva da una scala esterna di circa quaranta scalini, divisa in due rampe e fiancheggiata da una vecchia ringhiera di ferro. Non vi erano altri ingressi ad abitazioni, né sul primo, né sul secondo e ultimo pianerottolo dal quale si accedeva solo alla sua. L'ingresso era costituito da un antico portoncino di legno, ancora molto solido e ben tenuto. La signora fece girare nella serratura per ben quattro volte una vecchia chiave a tubo lunga circa 15 cm e la porta si aprì su un soggiorno, modestamente arredato e con un grande tavolo al centro. Si preoccupò di farci constatare che l'abitazione era costituita solamente dalla cucina e da altre due camere da letto. La sua affacciava sulla strada principale con un balconcino alto da terra circa 10 metri; precisò, ed era vero, che affianco esisteva solamente il balcone di casa mia, distante una decina di metri. L'altra camera, nella quale dormivamo le sue due figlie di 16 e 18 anni, era totalmente buia. La cucina, nella quale si fermò a fare il caffè, obbligatorio per noi che non lo avevamo mai preso prima d'allora, ci mostrò la finestra, confinante con quella del mio bagno e distante un paio di metri. Dopo questo doveroso sopralluogo, servito a scartare ogni possibilità di altre entrate in casa sua, ci mostrò il retro dell'incriminato portoncino. Notammo subito un grande chiavistello di ferro massiccio situato in orizzontale, lungo più di mezzo metro, largo 5 e spesso quasi 1 centimetro. Non aveva nessun contatto con l'esterno, poteva essere azionato solo dall'interno. Scorreva in 6 massicce asole di ferro, avvitate tre su un battente della porta e tre sull'altro. Per assicurarci che non ci fossero trucchi, io e Pigi abbiamo azionato più volte il chiavistello; lo abbiamo fatto scivolare avanti e indietro spingendolo con una rozza maniglia, un solo pezzo di ferro cilindrico, liscio, senza capocchia all'estremità e anche difficile da afferrare. Il catenaccio serrava perfettamente i due battenti dell'uscio, ne eravamo certi e non poteva essere assolutamente mosso dall'esterno. Il dubbio non solo restava, ma era aumentato.

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0 recensioni:

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21 commenti:

  • Giacomo Nigro il 18/05/2016 19:33
    Al mio paese d'origine (una volta, noto nel circondario per le signore come quella descritta nel racconto) il folletto dispettoso si chiama "lauriedd". Complimenti per il racconto.
  • Anonimo il 05/07/2012 15:05
    Mi ha incuriosito il tuo unico racconto. Ho ritrovato la leggerezza profonda di " Questi fantasmi " di Eduardo De Filippo e a parte la indubbia piacevolezza dello scritto ho apprezzato molto che sia andata a finire nel "non si sa come". In questo modo sarà la fantasia di chi legge a scegliere il dubbio o la verità. A me piace pensare che la donna fosse sincera e che ogni tanto possa venire un aiuto da un altrove... Un caro saluto!
  • Raffaele De Masi il 24/03/2012 13:58
    Essendo di Napoli, storie del genere ne conosco tante. C'è chi dice che è una leggenda napoletana, ma è tutto vero. Molte persone sincere dalla nascita hanno affermato di aver avuto un monaciello in casa, mentre altre dicevano di aver avuto divergenze con le più spaventose "janare". Evidentemente il monaciello ce l'aveva con la signora, perchè lei ha comunicato a molti della sua esistenza. Se si vuole andare d'accordo con lo spirito più burlone che esista, non bisogna rivelarlo. Il comportamento è tipico dei poltergeist, ma con una certa dose di umorismo. È una storia che mi affascina.
  • mariateresa morry il 01/03/2012 14:41
    Strano come un'autore che ha al suo attivo oltre 200 poesie, abbia pubblicato un solo racconto. Dico strano perchè è fuori dubbio che Ugo si destreggi molto bene con la lingua italiana e con una particolare coloritura dell'Italiano. Infatti questo racconto, parco di dialoghi, tiene il lettore attento proprio per la varietà e la ricchezza dei termini e vocaboli impiegati. <la signora Pina, modello armadio, pare di vederla muoversi ed agitarsi nella sua casa, anche l'azione dei due protagonisti si dipana agile e alla fine davvero si vorrebbe capire come è andata e cosa è stato! davvero non avevo mai sentito parlare di questo Monaciello, forse sin quassù non ne è arrivato racconto delle gesta. Invito Ugo a scrivere un'altra pagina di ricordi giovanili!
  • rosaria esposito il 29/02/2012 21:14
    ho letto con gran piacere un classico della "humor fantasy" napoletana... o' munaciello... fantasmino benevolo, provvidenziale, invisibile amico "di famiglia"...!
  • Giuseppe ABBAMONTE il 25/02/2012 19:04
    Scorrevolissimo e piacevole.
    Visitando Napoli sotterranea (ci si dà appuntamento a Piazza Trieste e Trento, angolo Gambrinus) la guida ci ha dato una sua interpretazione del "munaciello". Gli scavi condotti al di sotto della città per asportare il tufo necesario per costruire le abitazioni, hanno fatto sì che si creasse una vera e propria rete di gallerie artificiali. Gli idraulici dell'epoca, ossia coloro che fornivano l'acqua alle case, erano abilissimi a muoversi al loro interno. E queste gallerie raggiungevano molti appartamenti e molte dame cedevano alle galanterie di questi "monacielli". I quali entravano ed uscivano indisturbati dalle abitazioni di queste signore. Poi per giustificare qualche rumore di troppo, sarebbe stata inventata la storiella del fantasmino benevolo.
    Sarà vero? Chissà. nel frattampo ci godiamo l'illusione ed il piacevolissimo racconto di Ugo.
    Giuseppe
  • Fernando Piazza il 11/02/2012 14:33
    Al posto della faccina che strizza l'occhietto ci sarebbe la parentesi, importante perchè la descrizione che segue si riferisce al munaciello e non a Gollum.
  • Fernando Piazza il 11/02/2012 14:30
    Apprezzatissimo racconto che ho letto con enorme piacere sia per le affascinanti e dettagliate descrizioni, sia per l'accuratezza della narrazione e la bellezza dell'eloquio, accattivante e gradevole, sia per il contenuto in sè, a metà strada tra mistero e scetticismo. Dalle parti di mia moglie (lucana) circolano tantissime storie sulla figura di cui parli, storie a cui molti credono per la molteplicità di episodi accaduti e vissuti sulla pelle di chi ne è stato "vittima". Solo che la versione è leggermente diversa. Pare che questo munaciello fosse uno spiritello benevolo (un antenato del Gollum del film Il signore degli anelli, quello che dice "il... mio... tesssoro..." possessore e custode gelosissimo dei suoi tesori al quale la vittima, se riusciva a rubargli il cappello, poteva chiedere, in cambio della sua restituzione, una parte dei suoi averi, che lui cedeva ben volentieri, pur di riavere indietro il suo prezioso copricapo. La nonna di mia moglie è tra le persone che hanno "ricevuto la sua visita". Ella, spaventatissima per l'incontro, raccontò l'episodio al marito che anziché "consolarla"la derise (in senso molto bonario, tuttavia), non perché non le credesse, quanto piuttosto per come fosse stata stupida a non aver approfittato dell'occasione.
    Di nuovo grazie per la piacevolissima lettura e complimenti per la bravura.
  • Anonimo il 28/01/2012 22:28
    Devo dire che ho passato un po' di tempo in piacevole compagnia leggendo questo tuo racconto.
  • Stanislao Mounlisky il 26/11/2011 12:56
    molto avvincente, un bel modo di raccontare, complimenti
  • rosanna gazzaniga il 18/11/2011 14:07
    Bellissimo, letto in un fiato, e sono anche curiosa! Quindi il mistero è rimasto?
  • Don Pompeo Mongiello il 12/11/2011 18:25
    Mi è molto piaciuto questo tuo veramente bello!
  • Maurizio Cortese il 12/11/2011 11:53
    Ugo Mastrogiovanni dimostra anche nella prosa le sue indubbie capacità narrative e ci offre un racconto fresco, coinvolgente e umoristico, a tratti ironico, condito pure del sale del mistero insoluto. Osiamo sperare che la sua lunga e variegata esperienza partorisca ancora altri racconti.
  • Maria Rosa Cugudda il 10/11/2011 23:03
    un racconto che ho apprezzato e gradito particolarmente!
    sempre bravissimo il nostro Ugo.
  • Anonimo il 10/11/2011 18:21
    Baldanzoso questo 'U munaciello! La star di questo racconto è proprio la signora Pina: le caratteristiche in suo possesso la inducono a formulare gaiezza nei personaggi di Pigi e il narratore, "investigatori" per curiosità e per capire il fenomeno "poltergeist". Se la finale è così voluta (senza conoscere la causa del mistero e con il trasferimento della signora e consorte), la trovo più che considerevole.
  • Anonimo il 10/11/2011 17:50
    Ugo... forse non mi sono spiegato bene... l'esortazione a continuare era riferita ai racconti autobiografici in generale, non a questo. Avrai pure altre belle storie come questa da narrare. ciaociao
  • Anonimo il 10/11/2011 15:20
    Ti confesso che mi sarei aspettato un finale diverso. Ne sono rimasto deluso, anche se di alcune realtà se ne parla molto, specie nel Sud.
    Lo stesso non posso dire del tuo modo di scrivere, molto accattivante e coinvolgente. Spero di poter continuare a rileggerti, anche in questa forma. Complimenti!
  • Raffaele Arena il 10/11/2011 14:26
    Affascinante racconto. Presenze spirituali probabilmente aleggiano. La nostra visione vibrazionle è limitata. Credo nell'esistenza di forze soprannaturali. Mi è sembrato per un momento di leggere un racconto del Verga su questo tema.
  • Anonimo il 10/11/2011 12:35
    Se ho ben capito questo munaciello è uno spiritello benevolo... ho trovato su Wikipedia che significa piccolo monaco... chissà mai perché gli è stato dato quel nome.
    Beh, tornando al racconto il fatto è davvero strano e non capisco nemmeno in che modo possa essere associato ad un amante. ma a volte la spiegazione è più semplice di quel che si crede... io però non l'ho trovata.
    Visto che hai iniziato con l'autobiografico, perché non continui? ciaociao
  • Anonimo il 10/11/2011 10:08
    ugo, un simpatico racconto... mi è piaciuta molto la descrizione della signora pina, perla sua mole, raffigurata come un doppio armadio... e questo munaciello che alargisce doni... a volte accadono fatti strani complimenti di cuore carla
    ps se non ricordo male un re Francesco II di Borbone detto Franceschiello, aveva per amico anche lui un munaciello...
  • loretta margherita citarei il 09/11/2011 18:56
    un bel racconto, complimenti

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