Durante un giorno di Settembre, stavo percorrendo un marciapiede, camminando come al mio solito: frettolosamente, con passo irregolare e senza guardare nessuno negli occhi. Volevo soltanto raggiungere la mia meta, abbandonare la rumorosa giungla urbana per rifugiarmi in un posto forse noioso, ma sicuramente più caldo e tranquillo. All'improvviso, però, percepii un cambiamento: mi sentii rilassato, protetto, la fretta era svanita. Guardando in su, vidi che ero finito sotto un albero abbastanza grande. Rimasi fermo a guardare le foglie colorate intorno a me, che cadevano in maniera armoniosa e quasi uniforme, come se un'anima estetica ne avesse calcolato perfettamente le distanze. Sembrava di essere sotto una cascata lenta e silenziosa. Lasciai che mi sfiorassero i vestiti, che mi si adagiassero sulle spalle. In questo modo, quando toccavano il suolo e giacevano immobili, era come se si fossero portate dietro un po' delle mie pene e preoccupazioni.