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Il professore e l'elefante

Per il professor Edmondo Mainardi, quel mercoledì di fine ottobre rappresentava il suo ultimo giorno di insegnamento. Dal giovedì successivo, egli sarebbe stato posto in quiescenza. La volgare pensione. Quel particolare status della vita in cui si diventa ex. Ex professore, ex ferroviere, ex operaio... Ed entri in un mondo indistinto di persone, le quali, dismesse gli abiti delle precedenti professioni o mestieri, cominciano a trovarsi in vari circoli culturali o sportivi, piazze al mattino, parchi cittadini e mercati rionali di giorno, qualcuno in bar serali, e , per i più aitanti, in piscine e palestre, con quella straordinaria libertà e quantità di tempo tipica di chi non produce più alcunché di economicamente rilevante per il Paese. È pur vero che qualcuno, in pensione, migliora il carattere. Ma a questa eventualità il professore non aveva ancora pensato.
Uscito dal bagno, lavato e rasato, con la bella chioma grigia ravviata a colpi di pettine bagnato, secondo una vecchia abitudine che il professore aveva sin dai tempi dell'università, egli trovò in camera da letto, stesa sul letto, una camicia azzurrina stirata di fresco, la giacca di tweed appena uscita dalla lavasecco e ancora nel cellophane, un paio di calzoni stirati con una perfetta riga a piombo. La cravatta, appoggiata allo testiera del letto, aveva toni sobri e inclini all'autunno imminente.
Si vestì fischiettando; in fondo era di buon umore, come sempre di prima mattina. Sembrava davvero un giornata come un'altra.
Arrivò in cucina, dove trovò Magda, sua moglie, che versava con cautela il caffè fumante in due comiche tazzine cinesi. Notò che Magda era vestita di tutto punto, con una gonna a piegoline ed una giacca stretta che le metteva in risalto i bei fianchi rotondi.
" Cara, ma che cosa fai già pronta e vestita? " - chiese il professore, sorbendo dalla tazzina.
" Edmo, oggi esco con te " - rispose sua moglie, guardandolo con viso sorridente e tenendo con la mano destra la cuccuma del caffè.
" Ma ti sei persino truccata gli occhi! " - osservò il professore, stupito poiché la moglie, molto raramente, sottolineava lo sguardo con matita e ombretto.
" Oggi è una giornata speciale, caro Edmo. Pensavo di accompagnarti un poco per strada, verso scuola, poi io entro in piazza dove c'è il mercato"
" Mi sa, cara mia, che da giovedì ti accompagnerò spesso al mercato, la mattina - commentò il professore - così potrò capire come mai sei sempre così spendacciona! " E disse queste ultime parole avvicinandosi a Magda e baciandole lievemente le labbra.
" Comunque mi fa piacere che ti accorgi quando mi trucco..." aggiunse Magda con voce bassa e fissandolo con i suoi occhi latini, scuri e umidi.
" Me ne accorgo solo perché hai occhi bellissimi, anche senza trucco... ma quando metti la matita... mi sconvolgi...! " precisò il professore.

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8 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • senzamaninbicicletta il 10/12/2011 14:20
    è un racconto scritto con un ottimo stile letterario. le descrizioni sono accurate e illustrano chiaramente ogni immagine del racconto. La morale credo si possa riassumere nel ricredersi dell'insegnante sul carattere della classe l'elefante come primo giudizio e l'incisione che rende merito ai ragazzi di qualità nascoste. Ed un reciproco rispetto altrettanto celato che riemerge dalla carta da regalo. Un'ottima scrittrice.
  • Anonimo il 07/12/2011 13:41
    Grande abilità espositiva nel ricreare l'ambiente scolastico... molto apprezzato questo brano che da la misura dei rapporti moderni fra insegnante ed allievo. Scrittura pulita, correttissima, ma nello stesso tempo dotata di una impronta personale.

8 commenti:

  • mauri huis il 21/12/2011 18:55
    Scherzo salace, riuscito anche troppo bene, ben congegnato e descritto proprietà di linguaggio.
  • Massimo Bianco il 08/12/2011 22:20
    Bello, mi è piaciuto, una lettura gustosissima dal'inizio alla fine. E poi è narrativa vera, alleluia, su PR è merce rara. Tra parentesi io al posto del professore non mi sarei lamentato neppure dell'elefante, è il pensiero che conta, no? E se anche avessero voluto scherzare un po', beh... so' ragazzi. Saluti.
  • Anonimo il 07/12/2011 14:29
    bel racconto stilato ad opera d'arte, dovizia di particolari, scorrevole... sei bravissima cara amica complimenti carla
    Ps ho letto la nota anche io avevo pensato... all'elefante
  • Anonimo il 07/12/2011 13:37
    Dirti che mi è piaciuto alla grande sarebbe riduttivo... lo metto fra i miei preferiti, specialmente questa terza parte, a mio avviso la migliore per il bellissmo epilogo, non per come è scritto... per quello tutto il racconto e grande... l'ultima parte mi ha commosso, è successa una cosa analoga anche a me, sembra incredibile. avevo detto tante volte ai miei studenti di quinta: non regalatemi una penna d'oro, sapete che mi piacciono le cose semplici... una bic va benissimo... e ridevo... vabbè, alla fine è andata quasi uguale. ciaociao, stupndo racconto, nelle mie corde. fatico a credere che sia fantasia... o eri un'allieva, oppure una collega, di mainardi... dai, dillo!!!
  • Anonimo il 07/12/2011 13:21
    Decisamente se non fosse per il problema che citavi i due pezzi andavano pubblicati insieme... bella l'atmosfera della scuola, l'hai resa bene, quasi tu abbia insegnato. E mi viene il dubbio... forse diritto, o no? Io mi trovavo in paradiso, a scuola. grandi amori e grandi liti, con i ragazzi... bella lotta. ciaociao
  • alta marea il 07/12/2011 13:05
    Buongiorno aspettavo la pubblicazione... e devo dire veramente confermo quando detto nella prima parte. mi piace complimenti!!
  • anna rita pincopallo il 07/12/2011 09:40
    racconto simpatico e coinvolgente ben scritto
  • alta marea il 06/12/2011 21:09
    La lettura di questo racconto fila via liscia liscia come l'olio, non si riesce a smettere di leggere se non dopo aver terminato. Bello nei dettagli, da la sensazione, di essere presenti come spettatori sul palco della scena nel teatro della vita.. complimenti!!!!

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