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L'inizio della nuova era

Formica Formica, abitante in uno dei formichieri di periferia, della nazione di Formitalina accese la televisione. Aveva un televisore in bianco e nero, che i colori loro non li vedono mica. All'ora della cena, sintonizzato sul telgiornale, la notizia clamorosa. È caduto il governo Ferluschini!. Formica saltò dalla sedia per la felicità. Una notizia così non se l'aspettava davvero. Si era tempo che si parlava di una crisi legato al governo, il cui primo formica capo governo era rinomato per saper cantare, dire le barzellette, incontrare un sacco di grande belle formiche femmine. Ma questo Ferluschini era un tipo intraprendente, senza peli sullo stomaco. Aveva una ricchezza pari a quella del ventiduesimo paese delle formiche del mondo. Lui dopo il paese di Formigam, come P. I. L. Lui da solo ricco come una nazione ricca, che molti suoi connazionali non avevano nemmeno una mollica da mangiare, tante ne mangiava lui e i suoi amici. Formica chiamò a rapporto tutta la famiglia. Cari miei, ascoltate la televisione! Gridò ! Ferluschini non c'e' più!. Il formichino piccino disse: lo hanno rapito? Formica piangendo gli allungo una carezza con l'antenna destra. Ascolta Gino. Mamma Formica era cupa in volto, era dalla mattina che non parlavano altro alla radio, alla televisione, al computer, sui giornali, della fine del governo Ferluschini. Era stufa. E poi qalcosa gli faceva intuire che la situazione non era così semplice. Venivano razionate le molliche, i formicai di lavoro erano stati chiusi, e il lavoro nero, era tutto in mano alle formiche nere. Che la famiglia Formica era invece del tipo color terra. Le formiche rosse poi stranamente avevano accolto il nuovo primo ministro Formiconti, con grande entusiasmo, pur di non avere Ferluschini tra le balle, che poi, ci litigavano di giorno, e ci si divertivano di notte.

Insomma, mamma Formica, per non rovinare la gioia momentanea del marito, che aveva preso sul groppone dalla gioia Formichinina, la più piccina, silente, prese i bicchieri e cosi, Formica, apri' una bottiglia d'acqua dannata, che, per quei tempi di terribile siccità, era un lusso. Ma lui sentiva che voleva festeggiare. Aveva sognato da lustri questo momento. Ma che momento? Ecco che, non appena finito di bere quel nettare alla televisione si presentò subito il signor Formiconti.
"Il capo delle formiche del nostro stato, dopo che ho lavorato e vissuto vicino al centro della terra, per decine di anni, in formicai cavou bancari, oltre ad aver rivestito incarichi di carattere politico-economico-massonico a tutti i livellli, ha deciso di darmi l'incarico più difficile. Governare il mio paese Formitalia. Mia moglie me lo ha sempre sconsigliato ma io gli ho detto: se non vado al governo qui le molliche non le mangiamo più neppure noi. Quindi per far si che noi politici massoni e non, potenti formiche imprenditrici e mafiose, inutile prendervi in giro, sono noto per la mia sincerità e chiarezza, si possa continuare, noi soli e pochi a mangiare molliche extra lusso con glassa dal sapor di castagna che voi non le avete mai viste in vita vostra, da ora dovremmo dicevo, imporre in modo più duro, per la nostra risalita, il nostro risanamento, il vostro ristringimento delle spese, e aumentare la vostra fame affinchè non vi mangiate tra di voi e che vi possiate lamentare per il nostro piangere dal ridere, lamentiate, e mi raccomando tutti con la carta di acquisto e niente contanti, con niente è meglio. dovremo imporre rigore, lacrime, cacca, sangue, e tutto ciò che è organico da Voi, per mantenerci noi, tie!"

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2 commenti:

  • sara zucchetti il 13/12/2011 17:55
    Bravo Raffaele, un racconto drammatico che sei riuscito a mettere un po' in ironia e fantasia. Molto originale!
    Chissà se andrà a finire così o risolveranno qualcosa? È tutto nelle loro mani!
  • Anonimo il 13/12/2011 13:17
    Che dire... forse sono d'accordo con la tua nuova scelta per il tag... non più satira ed ironia, ma drammatico. Bravo... ciaociao

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