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A far legna di notte

Ero passato il giorno prima e subito l'idea mi era venuta.
In un parco nel bosco su una collina vicino casa stavano sostituendo le staccionate e rifacendo le recinzioni in cemento, perlomeno i cordoli.
Sta iniziando il freddo e quest'anno ancora non ho comprato la legna per il camino. Apparte qualche rimanenza dell'anno prima ed alcune tavole rimediate sui cantieri dove lavoro non avevo altro...
bene, ero indeciso se andare di sabato notte o domenica mattina presto, dovevo farlo fuori l'orario di lavoro dei cantieri e possibilmete in orari poco trafficati, sai com'è, di gente che non si fa gli affari suoi ne trovi sempre.
Sabato sera dopo cena ero tentato di andare a dormire, la settimana era stata dura e non avevo il morale troppo alto, esco fuori casa e scopro che sta piovendo, a quel punto è scattata l'operazione... mi sono vestito con abiti da lavoro, ho preso sega ed ascia, una torcia e con la mia piccola auto van mi sono avviato vero il parco.
L'illuminazione non esiste, bene, parcheggio l'auto con i fari puntati verso uno dei cantieri e scendo nella pioggia e nel fango verso la zona interessante ma subito capisco di aver commesso un errore, un paio delle poche macchine passanti rallentano incuriosite, ma quella è anche zona di coppiette in cerca di privacy e se ne vanno subito.
Comunque spengo i fari, prendo la torcia e scopro che è praticamente scarica, esce un filo di luce. Pazienza ormai gli occhi si sono abituati all'oscurità non proprio totale visto che sopra le nuvole si vede l'alone di una bella luna.
Mi imbatto subito in quello che cerco, tavole d'armatura smontate, mascelle, castagnoli... tutta roba buona. Devo fare quattro volte avanti e indietro allontanadomi sempre di più dall'auto, carico ogni vola una ventina di pezzi e stando atteno a non mettere i piedi in fallo in mezz'ora riempo il bagagliaio, ottimo inizio penso e mi avvio verso l'altra zona in allestimento sita proprio in cima al colle ma totalmente immersa nel bosco.
Faccio un paio di volte avanti-indietro ma è molto buio, con i fari non riesco ad illuminare aldilà delle transenne di plastica rossa che deliminano il cantiere.
Devo scendere e continuare la ricerca a piedi, tra l'altro in una zona molto battuta dai cinghiali che hanno la loro area protetta proprio qui ed infatti un paio di volte nel sibilo del vento sento rumori di rami spezzati e foglame in movimento, ma non ho paura.
Vento, acqua, fango... sono sudato e tutto sporco, sembro un lupo, con il cappuccio ben legato in testa dovrebero vedermisi solo gli occhi, forse se mi vedono i cinghiali scappano impauriti...
all'improvviso scopro quello che pensavo di trovare, una catasta di pali smontati e sostituiti lasciati li dagli operai che sicuramnte li avrebbero portati via il lunedì successivo. Velocizzo le operazioni, porto l'auto vicino la catasta e passando sotto le recinsioni comincio a portare all'esterno i pali. Poi apro il bagagliaio e mi accorgo di aver lasciato la corda sotto il legname già caricato, nella fetta non ci ho pensato, vabbè poco male mi infilo col busto dentro e comincio a spostare tutto in cerca della corda che puntualmente è nell'angolo in basso dove non riesco ad infilare nemmeno un braccio. Imprecando scarico qualche pezzo e sudando come un cavallo resco a tirarla fuori. In dieci minuti carico quindici pali da tre metri sul portapacchi, li lego e completamente bagnato di sudore e pioggia mi avvio in discesa verso casa. Devo andare piano, la strada è curvosa potrebbero allentarsi i pali e combinare un guaio.

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6 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • salvatore maurici il 13/03/2012 14:39
    Leggere i racconti di Jhon è piacevole e mi riportano alla mente antichi desideri giovanili (e non solo) di viaggi immaginati sulla falsariga di continue letture dei romanzi del vecchio amico d'infanzia: Emilio Salgari. I suoi romanzi che parlavano dell'India, di avventure e di paesaggi a volte fantastici (lui non è mai stato fuori i confini dell'Italia. ho letto con particolare gioia il racconto del viaggio di J. B. in Africa come se fosse stato il "mio viaggio". Ancora più bello A fare legna di notte, qui gli ambienti e le movenze sono più vicine e familiari, godibili sono le ombre della notte ed i profumi del bosco sotto la pioggia. Tutti dovrebbero in vita compiere un'escursione in un bosco in notturna per recuperare emozioni e paure che l'esperienza sollecita.

6 commenti:

  • John Barleycorn il 13/03/2012 15:31
    Grazie Salvatore.
    Il viaggio in Africa però non è autobiografico, gli altri si.
  • John Barleycorn il 04/02/2012 13:06
    Hai ragione sui refus
  • Bianca Moretti il 04/02/2012 12:59
    Tu sì che sai come impegnare il tempo per non annoiarti Ma come ti viene in mente di uscire di notte al buio, in mezzo ai boschi, per giunta infestati dai cinghiali? Mi sa che ti è andata bene... un passatempo meno rischioso???? Dimmi, la "strada curvosa" è un tuo neologismo? troppo forte!!!
    P. S. Dovresti davvero fare qualcosa per i refusi... manca anche qualche parola che nella fretta hai omesso di inserire tra una parola e l'altra. Clicca su "modifica opera" e poi salva. E non fare il pigro che ti tengo d'occhio
  • augusta il 10/01/2012 14:52
    sono d'accordo con giacomo
  • John Barleycorn il 17/12/2011 14:43
    Grazie per il benvenuto che comunque è un ritorno...
  • Anonimo il 17/12/2011 08:07
    Troppo precisa la ricostruzione per non essere autobiografica... i dati tecnici lo confermano: tavole d'armatura, mascelle, castagnoli. Ben resa l'atmosfera del bosco di notte e molto buona la sintesi. C'è qualche piccolo refuso... se leggi bene lo trovi. ciaociao... benvenuto nel sito.

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