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Il cavatore

Le nuvole coprivano le cime delle montagne, la pioggia continuava a cadere fitta.
Il paesaggio era affascinante, ma al tempo stesso incuteva timore.
La guida continuava a raccontare la storia delle cave di marmo, io lo ascoltavo, pur continuando a fotografare. Rimasi incantato davanti al monumento del ''cavatore'' scolpito alla perfezione, sembrava guardarti, sembrava vivo, sembrava volesse farti capire tutte le sofferenze e le fatiche che quel lavoro gli aveva procurato. Chi aveva scolpito quella statua ci aveva messo dentro l'anima.
Lasciammo il paese con l'auto per recarci in visita alle cave e alla larderia, a pensarci bene io ero venuto proprio per il lardo, non sapevo
che Colonnata stesse a Carrara così fui doppiamente contento. La storia delle cave era veramente interessante ed era strettamente legata alla storia del lardo. Purtroppo l'ora era tarda e le cave erano chiuse, così ci limitammo a guardarle dal di fuori, mentre la guida continuava con le sue spiegazioni.
La signora ci offrì dei pezzettini di focaccia con sopra il famoso lardo poi ci mostrò la vasca, fatta col marmo del luogo, dove avveniva la stagionatura e ci spiegò tutto il procedimento di condimento.
Fuori della larderia un vecchietto mi sorrise dicendo che era lì per il vino, scambiammo qualche parola poi se ne andò, sarebbe ripassato più tardi. Guardandolo mi ricordava qualcuno ma non mi veniva in mente chi.
Acquistai del lardo ed un mortaio, naturalmente di marmo, poi ci recammo al bar per un aperitivo.
All'interno, in un angolo appartato, vidi di nuovo quel vecchietto, alzo il bicchiere per salutarmi, risposi con un gesto della mano, sorridendo, ma sconcertato. Come era possibile che era arrivato prima di noi? finii per pensare che forse conosceva qualche scorciatoia, ma non rimasi molto convinto. Bevemmo del vino, ottimo, si continuò a parlare delle cave e del lardo poi la guida mi
consigliò, per il giorno dopo, di visitare le ``Cinque terre'' spiegò come arrivarci e mi anticipò quello che avrei visto.
L'albergo aveva una vista spettacolare, dalla sala ristorante si poteva vedere una buona parte della cittadina di Carrara, ed il mare, ero felice come non mai.
La cena fu abbondante potei degustare i prodotti tipici ed il buon vino del posto.
La notte sognai il vecchietto che mi raccontava della cava, il duro lavoro dei cavatori, gli incidenti quando facevano brillare le mine ed i morti per le esplosioni difettose, il misero pasto del giorno composto di pane, pomodoro e lardo. Storie di vita, dura, fatta di privazioni, di fatica e senza un tornaconto giusto, neanche dopo la pensione. Mi salutò alzando la mano dove stringeva il bicchiere di vino e svanì nella nebbia.
La mattina ricordai perfettamente il sogno, era stato così reale che non sarebbe stato facile dimenticarlo. Rimasi per questo di malumore fino a quando il traghetto partì, il profumo del mare e la voglia di vedere la bellezza di quei luoghi cancellò la mia tristezza.

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2 commenti:

  • claudia bugliani il 22/11/2009 22:37
    Mi ha riempito di gioia questo racconto. Sono di Carrare e, come tu hai potuto vedere di persona, Colonnata è una ns. chicca, un posto magico. Senza contare la bontà del ns. lardo. Grazie. Molto bello. Claudia

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