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Io pecora

Spesso mi interrogo su chi realmente sono.
E le risposte che do' a me stesso sono assai diverse e variano dal momento emotivo che sto vivendo e dal contesto nel quale mi trovo.
Eppure la risposta dovrebbe essere univoca e non condizionata dalle mie emozioni, né tantomeno dal mio raffronto con gli altri, perché io sono quel che sono a prescindere.
Tempo di Natale e dunque tempo del presepe.
Fra i tanti personaggi della rappresentazione storica della nascita di nostro Signore ce n'è una che tende a farsi spazio, sto scoprendo la pecora che è in me.
Già perché tutto quello che sono e la fede che vanto di avere, non sono merito mio, ma di un pastore che mi ha condotto da Gesù.
Quel buon pastore è mia madre che sin nella tenera età mi portò nella casa di Dio a fare il ministrante, cioè il chierichetto e da allora non ho più abbandonato la Chiesa, eccetto per il periodo dell'adolescenza.
Dentro un presepe grande rilievo hanno i Re magi. Ecco mi sarebbe piaciuto essere uno di loro, purtroppo il mio sogno svanisce perché le mie conoscenze astrali sono piuttosto scarse, anzi inesistenti.
A questo punto l'alternativa sarebbe quella di interpretare il pastore. Che discesa! Ma anche in questo caso devo ammettere che se io mi fossi trovato al loro posto non sono certo che mi sarei mosso per andare fino a Betlemme, a causa della congenita pigrizia e insofferenza.
La pecora, invece è il personaggio che meglio mi si addice, perché se non c'è qualcuno che mi motiva, io non mi muovo. Sono anche pecora perché non sono in grado di comprendere i segni della provvidenza divina (la Cometa).
La mia povertà spirituale è più simile a quella di un animale, piuttosto che a quella di un uomo di fede. Così ogni tanto, accadono dei miracoli che Gesù adulto compie nella mia vita e che io non sono in grado di vedere o di riconoscere dopo aver a lungo chiesto.
Già, nella vita non so chi sono, ma nel presepe di Dio conosco il posto assegnatomi.
Viva le pecore!

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 08/12/2014 15:42
    È ancora Natale, Fabio. Accolgo la tua "somiglianza" con la pecora che stimo come animale del presepe e non, e apprezzo il tuo considerarti pecora ome animale attivo del presepe stesso.
    Spesso però si preferisce essere pecore perchè passivi, timorosi e pavidi nell'assumere una posizione certa contro i "lupi"...
    Bel testo sincero e sempre attuale.
    Buon Natale.

12 commenti:

  • Ada Piras il 08/12/2014 17:11
    Condivido, sempre meglio che le nuove statuine che raffigurano i pesonaggi di oggi. Buon Natale.
  • Fabio Mancini il 27/02/2012 22:10
    Grazie, Maurihuis. Per definire Dio nell'antichità si diceva: "L'ente supremo uguale a se stesso". Noi che siamo sue creature non possiamo dire altrettanto, ma accettare la nostra natura imperfetta, in attesa della nostra definitiva resurrezione. Un saluto amichevole, Fabio.
  • mauri huis il 27/02/2012 18:29
    Come al solito in ritardo ma arrivo anch'io e mi complimento subito per la correttezza della forma in cui scrivi e che un poco ti invidio. Dei concetti, molti, di cui parli in questa tua riflessione, a me interessa soprattutto l'iniziale, quando dici che le risposte che ti dai sono diverse a seconda del momento e del contesto in cui sei o fai, e che però così non dovrebbe essere perchè tu sei quel che sei, a prescindere. Per me non è così. Sono convinto che nessuno sia mai uguale non solo al giorno prima ma neanche a un'ora prima, incidendo di continuo le esperienze sul nostro carattere e sulla nostra essenza, così come le gocce d'acqua modificano anche la roccia più dura, o i cristalli di ghiaccio la spaccano. La metafora della pecora è invece originale e molto mistica. È in effetti l'animale che più si presta a rappresentare l'ideale di fede e docilità. In ogni caso complimenti.
  • Vincenzo Capitanucci il 26/12/2011 19:43
    è da un po' che mi porto dentro questo Tuo bellissimo racconto Fabio... e mi piace per la sincerità con cui parli...

    a volte mi domando anche io chi sono... un angelo o un demone... il posto mio nel presepe sarebbe... l'asinello... ancor che sarebbe ancor Lui a scaldarmi con il Suo Soffio...
  • Anonimo il 26/12/2011 17:28
    refuso sorry "credo"
  • Anonimo il 26/12/2011 17:27
    umile e mite animale... segue il suo buon pastore... fidandosi di lui... nell'antico testamente creso sia l'animale più menzionato...
    bellissimo questo scritto, dal quale secondo me, trapela umiltà ed amore... mi ha fatto piacere leggerti... un abbraccio
  • Fabio Mancini il 25/12/2011 22:30
    Un ringraziamento commosso a tutti coloro che hanno commentato il mio brano. Buon Natale! Fabio.
  • Ada Piras il 25/12/2011 20:07
    Parlando del racconto.. non di te.. mi piace pensare a questo animale
    come qualcosa di prezioso per la vita dell'uomo... per questo mi è piaciuto... Bravo Fabio... Ancora Buon Natale..
  • loretta margherita citarei il 25/12/2011 20:04
    molto apprezzato t'auguro un felice natale ed uno straordinario 2012 auguri di cuore
  • mariateresa morry il 25/12/2011 14:31
    Comincio dalla penultima riga " già nella vita non so chi sono, ma nel presepe di Dio conosco il posto assegnatomi". Non è cosa da poco avere un posto nel presepe, vale a dire essere presenti alla nascita di Gesù Salvatore. Ora come Cristiani noi sappiamo che Natale non è una memoria, il mero ricordo storico di una memorabile nascita. Natale, come Pasqua noi lo viviamo nella sua immanenza. Il Natale non lo si commemora, lo si vive. Diciamo infatti Gesù " viene" , non " è venuto, è nato". Quindi sapere quale è il posto nel Presepe è una consapevolezza di ora, di adesso. E a quella nascita sono presenti (erano presenti) gli ultimi, ossia i pastori erranti con i loro greggi, che già all'epoca vivevano ai margini della società con i loro armenti, nonché i Magi, personaggi di certo non appartenenti al mondo israelita, ma alla cultura persiana, verosimilmente seguaci di Zoroastro, ma costoro credetto alla stella e la seguirono. Questo è l'anticipo di verso chi sarebbe andato il Vangelo, la Buona Novella, ossia Gesù stesso. Gesù nasce per la gente di Israele ( e nasce infatti in una famiglia ebrea) ma la Parola si diffonde oltre, verso ogni uomo disposto a riconoscerlo. I Vangeli sono colmi di episodi in tal senso. Esempi:la Samaritana, il funzionario reale (Vangelo di Giovanni) e tanti altri.
    Chi sa quindi quale è il proprio posto nel presepe di Dio, sa anche quale è il suo posto davanti al medesimo. Se poi vogliamo parlare della " pecora", essa non è affatto un animale tardo e privo di cervello, il sinonimo dell'individuo che si muove nella massa anonima. La pecora non solo conferisce, per la mitezza, la similitudine dell'Agnello allo stesso Gesù. " Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo" , come lo indicò, vedendolo camminare, Giovanni il Battista ( in Giov. 1, 29), ma è necessaria alla funzione-missione stessa del Cristo, che in quanto pastore si circonda di gregge, ossia dell'Umanità ." Io sono il buon pastore... il buon pastore offre la vita per le pecore..." , ma soprattutto " IO SONO IL BUON PASTORE, CONOSCO LE MIE PECORE E LE MIE PECORE CONOSCONO ME, come il Padre conosce me, io conosco il Padre, e offro la vita per le pecore" ( Giov10). Ergo : le pecore conoscono il loro vero pastore, non seguono ciecamente chiunque, la loro conoscenza di Gesù è in perfetta sintonia verso la conoscenza del Padre... ecco perché allora possiamo dire " viva le pecore" ...
    Grazie Fabio per avermi fatto scrivere questo pezzo nel giorno di Natale... non c'era modo più bello di festeggiare il Natale.. Potrei scrivere molto altro sulla funzione del gregge nell'Antico testamento, ma passo ad un'altra occasione. Grazie!
  • Anonimo il 25/12/2011 14:27
    Ah ecco... adesso ho capito molte cose. Quindi sono d'accordo con te, per quanto riguarda il contenuto. Sulla forma ho le mie riserve. ciaociao
  • mariateresa morry il 25/12/2011 12:20
    Ho letto, mi riservo un commento molto attento.. Intanto grazie!!

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