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Si', viaggiare

Ogni molecola del mio corpo appartiene a questo sedile sdrucito, al finestrino sporco, al paesaggio che scorre, al rollio cigolante del motore, alle voci, agli odori, alla temperatura dolce di questa mattinata indiana.
Viaggiare e' una festa dell'anima pronta alla meraviglia. Un momento di pura pace e pura assenza: di pensieri, di preoccupazioni e soprattutto di responsabilita'. Tu stai fermo e qualcosa ti muove. Ti affidi al viaggio e lasci che
attraverso gli occhi il paesaggio esterno e quello interno scendano tiepidi ad irrorare il tuo essere, come una pozionebenefica, che cura e rigenera.

Oggi lascio Dwarka per raggiungere Junagadh. Sei ore di viaggio su un "government bus", gli autobus statali più sgangherati del pianeta. Fai fatica a pensare che possano correre, invece... eccome se corrono! E sgusciano, schivano, sfiorano, ondeggiano,
scodinzolano... gli autisti indiani sono dei veri funamboli della strada. Bravissimi, anche quando non hann la patente.

Mi stringo il velo addosso. So gia' che tra un'ora lo togliero', poi togliero' il golf e verso le dodici e mezzo avro' fame, proprio quando l'autista si fermera' per la pausa. In India il lunch e' sacro, ma gli autogrill indiani dovreste proprio vederli.
In genere sono degli antri bui dove si frigge roba in grandi padelle nere. Pero' basta varcare la soglia che ti senti circondato di "casa": c'e tutto dove sembrava che non ci fosse niente e l'accoglienza e' calda e gentile. Senza contare che samosa, puri, paroda sono buonissimi. Non mi ha mai fatto male il cibo di strada. Piuttosto sono stata colpita due volte dal mal del turista, dopo aver mangiato in ristoranti semi-lusso,
"vorrei ma non posso", aria condizionata a palla, camerieri in giacca bianca e una strizzata d'occho all'Occidente. Sono i peggiori.

La gente sale, scende, sale... e' un turbinar di sari, turbanti, luccichii, fagotti e bambini. Cerco sempre di piazzarmi sul sedile a tre posti dietro l'autista, per godermi la scenografia esterna su schermo panoramico e non perdermi l'entrata e l'uscita dei personaggi dalla quinta della porta. Questa (quando c'e'} e' sempre aperta. Qualcuno ogni tanto sputa fuori, perche' gli indiani sputano moltissimo... E sputa rosso, perche'
mastica Pan, una foglia accartocciata su un trito di noce di betel e altri ingredienti, tra cui la calce! Pare che a lungo andare il Pan bruci le budella, ma loro imperterriti a sputar rosso, e' come una droga.
C'e' un odor d'autobus che ormai mi e' familiare. È odor d'incenso, perche' l'autista lo tiene acceso sul cruscotto, davanti all'immagine di uno o piu'dei, contornati di fiori. È odor di vecchi e afror di giovani, d'olio di sesamo con il quale si massaggiano il corpo e olio di cocco, che si spalmano sui capelli.
Qui in Gujarat poi, i grandi vecchi fumano foglie anche sul bus. Sono magnifici i grandi vecchi: portano turbanti rosso fuoco o bianchi, dothi bianchi e una giacchetta
tutta plissettata e ricamata. Hanno, stranamente, occhi chiari e grandi baffi, un portamento da guerrieri e l'eleganza della saggezza.

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8 commenti:

  • Ellebi il 30/06/2013 02:07
    Commento anonimo di Ellebi, nuovi saluti
  • Anonimo il 30/06/2013 02:05
    Il titolo che rievoca Battisti... e la dolcezza del viaggiare, sii, viaggiare, ma credo sia tutt'altro che agevole, specialmente con l'avanzare degli anni, e comunque reportage interessante e ricco di emozioni visive descritte con tratti sicuri di chi lo fa per mestiere.
    Il sottoscritto non è mai stato in India e però ho letto Kipling e il tuo brano non ho potuto non associarlo a certe descrizioni di "Kim". Mi è piaciuto ll finale delle tue due paginette così dense: descrivono l'India con poche parole, e pare essere un'India che si affaccia sulla ribalta internazionale con la sicurezza di chi ha un'ambizione da far valere. ( mi da da pensare, altresì, l'atteggiamento delle autorità indiane nei confronti dei nostri due soldati coivolti in un incidente militare che, mi risulta, non possono essere loro a giudicare) complimenti e saluti.
  • Massimo Bianco il 09/02/2012 15:44
    Come non detto, leggo ora dalla tua risposta che sei ancora lì!
  • Massimo Bianco il 09/02/2012 15:44
    Un bel diario di viaggio, frutto, immagino, della tua vacanza nataliza e scritto come sempre impeccabilmente
  • Verdiana Maggiorelli il 07/02/2012 16:58
    Grazie amici, sono contenta che vi sia piaciuto il mio diario...
    Vi sto scrivendo da Baroda, in Gujarat. Tra un'ora esatta saliro' su un bus che attraversera' tutta la notte per portarmi a Mumbai.
    Questa volta e' un ashram, un viaggio spirituale...
  • Anonimo il 05/02/2012 21:48
    Hai fatto viaggiare un po' anche la mia testa, così stanziale.
  • Fernando Piazza il 04/02/2012 16:46
    Bellissimo racconto, ricco di immagini straordinarie e variopinte... That's India, dici. Un po' della sua magia l'hai regalata anche a noi lettori, in viaggio con te su questo affollatissimo e amichevole "government bus". Mi è piaciuta l'immagine delle pale eoliche paragonate a grandi fiori piovuti da altri pianeti.
    La modernità e i "simboli" (esteriori? deleteri?) della cultura occidentale s'infiltrano ormai anche in India, prossima a diventare, insieme alla Cina, la futura "potenza industriale": penso al cellulare e ai Jeans finto Armani, che cozzano come un pugno nell'occhio
    Piaciuto.
  • Anonimo il 04/02/2012 16:22
    Urka, come mi piace quello che scrivi, e come lo fai... un po' t'invidio, anche perché io sono un provinciale che ama il mare e poche altre cose... mi sembra di essere arrivato in svizzera, sul confine, ma non ne sono sicuro.. così ti auguro un buon viaggio pregandoti di godertelo un po' anche per me che non lo farò mai. ciaociao, bionda... ahahah...
    P. S. tra i preferiti...

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