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Cerbottane

Dopo il sisma verificatosi nel mio paese, circa un anno dopo, iniziò la costruzione delle case nel nuovo quartiere denominato Gescal, noi ragazzi nei giorni di domenica, man mano che i lavori andavano avanti, andavamo a curiosare, per vedere cosa stava nascendo, con l'avanzare dei lavori trovammo una cosa, che non avevamo mai visto, l'uso dei corrugati di plastica di colore giallo per far passare i fili della corrente, per gli impianti elettrici nelle nuove case, vi erano di varie grandezze, subito iniziammo a prelevare quelli più piccoli, come al solito, avevamo trovato una destinazione diversa da quella per cui erano nati.
Iniziammo a costruirci le cerbottane, i tubi utilizzati erano molto lunghi anche 40/50 centimetri, per i proiettili usavamo le olive acerbe che erano nel vicino oliveto, una qualità molto piccola e dura (l'olivastra caninese).
Con quelle armi eravamo pericolosi, la potenza di sparo era incredibile si potevano lanciare a 20/30 metri con estrema violenza, ci dividevamo in squadre da 4 o 6 e poi facevamo le guerre tra noi.
Lo scenario, tanto per cambiare, erano le case in costruzione del quartiere Gescal, quando vedevamo l'avversario si sparava con la cerbottana per colpirlo, spesso i colpi andavano a vuoto, fu così che a causa di questi errori scoprimmo che la potenza dei proiettili lanciati era veramente tanta, infatti colpendo per errore i vetri delle finestre questi si bucavano come se venissero colpiti da un proiettile vero, le nostre guerre duravano pomeriggi interi, con il risultato che l'indomani i carabinieri, giravano come trottole, alla ricerca dei vandali che avevano bucato i vetri delle case in costruzione.
Ognuno di noi aveva la sua cerbottana, spesso la portavamo a scuola e con la complicità di tutta la classe uno di noi a turno sparava alle bidelle mentre passavano per pulire i corridoi, tiravano certo urli di dolore!!!! ma non capivano cosa era che li colpiva, eravamo così sicuri che perdemmo la nostra cautela e andò a finire che il preside ci scoprì.
Tanto per iniziare ci fece una predica da far impallidire un vero predicatore, però alla fine ci disse bella trovata, costruire la cerbottana con questi tubi di plastica, lui era stato il nostro professore di applicazione tecniche ed era una persona che amava le invenzioni.
Al posto della minacciata sospensione, per tutta la classe, ci comminò una nuova punizione, ci consigliò di pulire, per una settimana tutto il piano della scuola, per farci perdonare dalle bidelle.
Devo dire che seguimmo alla perfezione il consiglio, con grande soddisfazione delle nostre amate bidelle.

 

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2 commenti:

  • mauri huis il 30/03/2012 12:40
    Mi ero perso questo tuo simpaticissimo racconto. Mi hai ricordato le Gescal, mitiche case di edilizia popolare, forse le ultime veramente decorose e per le quali la definizione era un po' ingenerosa. Molto bello anche il ricordo dello scherzo scolastico, con una figura di preside veramente encomiabile. Complimenti sinceri, Alta!
  • Anonimo il 18/02/2012 19:25
    Ma dai, che ricordi, gli stessi miei... noi però usavamo una bacca nera che cresceva fra l'edera, forse era propio la bacca dell'edera. Però era più piccola, e tonda. E, non avendo il nocciolo, non era pericolosa. Solo una volta capitò il fattaccio: io sparai contro Sergio e lo colpii nel condotto uditivo... la pallina non iusciva più così fummo costretti ad andare dal dottore. Bei ricordi... ciaociao

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