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Il venditore di destini (5 - ultima parte)

Fu Talnòc a rispondermi.
"Vedi Giuliano, tutto parte da quello che si intende per destino. Il professore poi ti spiegherà la differenza fra caso e destino. Ti basti sapere che nessuno qui pretende di governare la casualità. La tegola che ti cade in testa mentre cammini, una vincita alla lotteria, un piccolo ritardo che cambia il corso degli avvenimenti. Queste sono cose che bisogna mettere nel conto, su cui non possiamo proprio nulla. Ma sarebbe sbagliato pensare che la nostra vita dipenda da loro. Possono influenzarla, come no. Però il nostro destino dipende in grandissima parte da noi stessi, da quello che facciamo e da quello che, più spesso, evitiamo di fare".

Ora tutti e tre mi osservavano attentamente, per vedere se comprendevo quello che mi si diceva.
"Caro amico mio, il nostro cervello, quando siamo bambini piccoli, neonati, è al massimo delle sue potenzialità. In quel periodo della nostra vita potremmo indirizzarci praticamente in qualunque direzione. Anche se lo ignoriamo, siamo onnipotenti. Le cellule cerebrali hanno il massimo della loro potenza ma non hanno ancora stabilito quell'intrico di relazioni, di sinapsi, che determinano il nostro comportamento. In realtà, le nostre azioni da adulti non sono libere come potremo credere, ma sono regolate dallo stratificarsi delle esperienze che facciamo. E con quale pesantezza! Ogni cosa nuova si deposita su quelle precedenti, ingabbiando sempre di più le nostre potenzialità. Pensa a questo, ad esempio: tu da piccolo avresti forse avuto la possibilità, che ne so, di diventare musicista. Oppure matematico. Invece sei diventato un tecnico. Ti sei mai chiesto perché? Forse le tue ambizioni in quelle direzioni sono state stroncate da un qualche fatto di nessuna importanza: qualcuno che ti ha preso in giro la prima volta che hai provato a suonare, oppure un qualche tuo disagio dovuto, mettiamo, al freddo e che il tuo cervello ha collegato indelebilmente con quell'attività. Ora tu sei convinto di non poter diventare un buon musicista solo perché il tuo cervello si rifiuta di andare in quella direzione. Sei legato al tuo specifico destino in forza delle sinapsi che si sono formate col tempo fra tuoi neuroni. Nulla ti impedisce veramente di diventare un musicista, in verità! Anche la minore capacità di apprendere, il minor entusiasmo nel fare cose nuove, sono tutte conseguenze di questo. Ciò che ti blocca è dentro a te stesso.
Ecco a cosa serve il venditore di destini. Senza di lui ognuno di noi sarebbe condannato a seguire una sorte che non si è scelto, ed una soltanto, per tutta la vita".
Le sue ultime parole restarono sospese fra di noi. Nessuno fiatava. Aspettavano una reazione da parte mia.
"E... come fa? Voglio dire, è una specie di mago?"
"No, no..." rise lui "È tutto assolutamente scientifico. Conosci la storia delle cellule staminali, vero?"
"Sì, quelle che possono generare qualunque organo del nostro corpo..."
"Proprio quelle. E sai quindi che è possibile prendere cellule adulte e riportarle allo stato di staminali. Ecco, qualcosa di simile viene fatto dagli uomini con la barba. Usano delle erbe allucinogene in grado di far regredire determinate sinapsi neuronali, in modo da riportare il nostro cervello ad uno stadio di massima potenzialità. È come tornare per qualche giorno neonati e quindi poter indirizzare la propria vita, le proprie capacità in una nuova direzione. Neonati, ma con gran parte della precedente esperienza"

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