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Al mio adorato inverno

Lo scorrere dei ruscelli, indica la fine dell'Inverno, colmi ormai di acqua chiara e fresca, accompagnano le rive delle strade, segno dello scioglimento di questa neve, tanto attesa e desiderata, arresa ora al caldo di questa anticipata Primavera.
Neve caduta lentamente ed abbondantemente, che ricopriva ogni cosa, donando ai luoghi un meritato riposo, cancellando i dolori del precedente Autunno. Di lei restano ora solo piccole zolle, un tempo bianche e pure, ora nere e sporche dal vissuto dei giorni.
Vedo in tutto questo una profonda malinconia.
Non ho mai amato il freddo Inverno, ma non ho mai neppure desiderato l'arrivo della Primavera. Ogni momento ha il suo tempo, che desidera essere vissuto.
Ogni inizio genera gioia e speranza, per il nuovo che sta per arrivare, ogni addio genera tristezza e nostalgia per il vecchio che abbiamo vissuto e dobbiamo lasciare.
Quanto alle volte il nuovo arrivo, ci fa facilmente dimenticare il passato appena vissuto!
Il sole caldo di questi giorni, le prime gemme sulle piante, i ruscelli che scorrono gioiosi, la luce che si impadronisce delle lunghe notti, l'aria che assume fragranze diverse e dolci. Tutto porta a dimenticare il freddo Inverno ed a sperare nella solare Primavera.

Mio caro e dolce Inverno, io non voglio però lasciarti.
La quiete durante la lunga nevicata, il freddo che bloccava ogni più piccola emozione, il silenzio del mondo della natura bloccata al tuo passare, quel timido sole che nulla poteva al tuo avanzare. Rispecchiavi il mio animo e io in te mi riposavo.
Ora sorella Primavera con la sua voglia di rinascita, mi sprona ad aprire quelle porte, quei lucchetti chiusi, a togliere dai cassetti i miei sogni e desideri. Questa luce che riscalda ed illumina mi trascina per le strade, tra la gente. Le letture dei versi poetici di questi giorni, mi portano a credere e sperare in nuove gioie, ma è troppo presto per lasciarti mio adorato Inverno.
Come una rondine non fa Primavera, così questo anticipato sbocciare di rinascite, non mi aiuta a lasciare ciò che tu, gelido Inverno mi hai portato.
È ancora presto per salutarti freddo gelo, in te mi sono cullata, mi hai accolta ed addormentata. Gioisco di questa Primavera, che fuori da me porta voglia di essere e di amare. La gioia di chi amo, diventa la mia gioia, ma non è abbastanza per farla nascere nel mio cuore.

Ieri ho mangiato la mia prima fragola, non ancora totalmente matura, ma saporita e dolce come lei sa essere. Così ora è la mia vita, non ancora pronta e matura per rifiorire, ma saporita e dolce per colorare chi mi sta accanto.
Al suo primo morso ho espresso un desiderio, che qui chiaramente non scrivo, se esso si avvererà forse dal mio freddo gelo dovrò uscire e lasciare spazio alla rinata Primavera.
Ma è troppo presto adesso... troppo presto!

 

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4 commenti:

  • mauri huis il 28/03/2012 19:53
    Ma no che non è troppo presto. Dipende piuttosto da come andrà poi. Vivi le stagioni!
  • Anonimo il 02/03/2012 19:12
    C'è quasi la paura, in questo racconto-riflessione, ad abbandonare il dolore, la sofferenza per buttarsi nelle braccia nuove, ma forse incognite, di una felicità persa.
    C'è insicurezza del vivere ben espressa nelle riflessioni. Omaggi.
  • Anonimo il 02/03/2012 10:13
    ... e l'inverno, lascerà te Stella... per la sorella Primavera, acarezzerà la tua anima, la tua pelle... il tuo cuore... ancora chiuso a chiave.
    Molto bello il tuo racconto.
  • Anonimo il 01/03/2012 21:27
    Stella, la Primavera arriverà comunque e abbraccerà anche te, è nell'ordine della natura. Un po' di tempo ancora... e le fragole saranno mature.

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