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Patagonia-terra del fuoco 2008-09 -parte I

Non so perchè ma uno dei momenti che ricordo con più nostalgia è quello del viaggio
in auto da casa mia all'aereoporto, Marco come sempre puntualissimo mi stava
accompagnando verso un viaggio che ancora nemmeno immaginavo mi avrebbe
cambiato la vita almeno nei mesi successivi.
Era il 26 dicembre, una giornata grigia e fredda ma mi ero vestito non troppo pesante
sapendo le temperature che avrei trovato a Santiago del Cile.
Arrivato al terminal dopo i rituali saluti con Marco, amico di una vita, l'incontro con
parte del gruppo che mi avrebbe accompagnato in questa avventura. Un po di attesa
e ci lmbarcammo per Madrid dove avremmo incontrato altri componenti del gruppo.
Altri purtroppo per una serie di coincidenze sfortunate sarebbero arrivati a Taloahuano ventiquattro ore dopo di noi. Quindi da Santiago, volo interminabile, altro volo verso Concepcion a sud. Ci aspettava un tempo grigio e piovigginoso ma caldo. Brutte città, Talcahuano classico porto commertiale frequenxaro da brutte facce. Concepcion, seconda città del Cile non offriva nienre di bello, l'equivalente di una nostra Latina. Il bollo al container con le nostre moto sarebbe stato tolto il 29 pomeriggio e quei due giomi d'attesa non furono molto entusiasmanti. Albergavamo proprio davanti ad un supermercato che diventò la meta dei nostri continui acquisti. La cittadina la girammmo
in un pomeriggio e non offriva niente di eccezionale apparte qualche ottimo rlstoranbe di pesce che con piacere provammo. Di quei giomi ho un ricordo bellissimo in particolare da raccontare. Una mattina andai
al porticciolo e mi portai un libro per stare un po da solo e prendere un po di sole. Scambiai qualche srms con una donna con la quale fino ad allora avevo avuto un
rapporto sofferto e contrastante. In uno di questi messaggi lei mi dichiarò il suo amore per me e che avrebbe voluto stare Ii con me, cosa che desideravo anch'io.
Questo mi dette una forza ed una felicità che anche gli altri notarono al mio ritomo in albergo. Va bene, dopo la visita di un immenso centro commerciale per qualche otimo acquisto a livello di convenienza, arrivarono gli altri e finalmente arrivò il 29.
Già dalla mattina cominciammo a far pressione sull'agente di dogana offrendogli un
po di tutto dalla birraa al pranzo per sveltire le pratiche e consegnare le nostre amate
moto. L'attesaa diventò spasmodica, i giorni passati in quei posti anonimi, la voglia di metterci in viaggio ci portarono alle 16 ad aprire finalmente il container e tirare fuori
le moto con bagagli, ricambi e gomme occorrenti. Le operazioni di manutenzione per
la messa in moto durarono una mezzoretta con qualche problemino poi risolto. In

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2 commenti:

  • John Barleycorn il 07/03/2012 20:34
    Tirarli fuori dal cassetto è stato il minimo.
    Non sai che lavoro che ho dovuto fare per copiarli ed incollarli.
    Facevo prima a riscriverli

    grazie
  • Bianca Moretti il 06/03/2012 23:19
    Accidenti che viaggio emozionante. Adesso capisco il tuo avatar Argentina ruta 40. Un percorso che è rimasto come un marchio indelebile nella tua memoria e un'esperienza indimenticabile. Tu dici ad un certo punto "posti che probabilmente non rivedrò mai più". Davvero pensi di non poterci ritornare? Comunque per me che non conosco affatto quella parte di mondo direi che mi ci hai trasportato con l'immaginazione... Niente paragonato a quelli che hai visto dal vivo, ma ha dato parecchio l'idea. E poi in moto, macinare tutti quei chilometri attraversando terre vastissime e splendide è sicuramente una gran bella avventura. Bravo John, alla fine, come avevi detto, sei riuscito a tirarlo fuori dal cassetto il tuo racconto di viaggio. Leggerò con calma la seconda parte.

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