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La filosofia del dott. Osvaldo

All'improvviso e senza un perché mi trovavo più volte al giorno seduto sulla tazza del bagno, piegato in due dai forti dolori addominali e perseguitato dall'incontenibile stimolo di dover sempre evacuare.
Pertanto decisi di consultare un dottore e la scelta cadde sul dott. Osvaldo.
Così, senza tanti preamboli, mi trovai venerdì 17, alle ore diciassette, di fronte al dottore pronto a fargli presente il mio disagio.
Dopo avermi ascoltato, il dott. Osvaldo mi disse: "Vede, io potrei prescriverle una cura per la colite spastica, come farebbe qualsiasi dottore. Ciò che invece le propongo io è un'altra cosa: la rimozione di una parte del suo cervello che gestisce la memoria. Con l'intervento, la colite non guarirebbe, però dimenticherebbe di averla. Che cosa ne pensa? ”
- Non mi sembra una proposta molto allettante. Perché dovrei subire un intervento al cervello se il problema è l'irritazione del colon?
- Dipende dal risultato che lei vuole raggiungere. Lei vuole che le sfiammi il colon, oppure non vuole più avere memoria del dolore?
- Mi piacerebbe guarire completamente e ritornare quello di prima.
- Mi scusi, ma lei quanti anni ha? Cinquanta? Cinquantacinque? Bene, per quanto tempo crede che starà bene? Curata la colite, seguiranno altre noie e lei passerà il suo tempo da uno studio medico all'altro, fino al punto in cui cadrà in depressione! Quello che io le propongo è la felicità dell'oblio, l'appagamento della dimenticanza!
- Secondo me, lei si sta prendendo troppo sul serio. Credo che farebbe bene se lei seguisse la deontologia professionale del suo ordine che è quello dei medici e non dovrebbe sconfinare in nebulose teorie pseudo-filosofiche. Si attenga alle sue conoscenze professionali. Detto tra me e lei mi piacerebbe guarire dalla colite, essere felice, ma possibilmente senza perdere i miei ricordi.
- Dal mio punto di vista lei sta chiedendo l'impossibile! Vede, mia moglie è appena morta e per non soffrire a causa del suo ricordo ho sottratto ogni oggetto che me la potesse far tornare alla memoria. Ho bruciato le sue fotografie, gettato i suoi vestiti e le sue lettere e poi ho sostituito l'arredamento e la carta da parati. Ora sto bene e vivo spensieratamente.
- Anch'io ho avuto di recente un lutto. È stata un'esperienza devastante, però ho tutta l'intenzione di conservare la memoria di mia madre, perché sono convinto che è stato bellissimo averla avuta per madre. Non è la morte che ci annienta, ma a distruggerci è il pensiero che abbiamo della morte! Possiamo allontanare qualsiasi ricordo della persona deceduta, ma se l'abbiamo amata, questa vive per sempre nel nostro cuore. Una domanda, dottore: perché tanto denaro, fatica e tempo sprecati per bruciare, gettare e sostituire, quando le sarebbe stato più economico e facile prenotare un intervento chirurgico? In fondo cosa non si fa per essere felici...

 

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1 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 26/03/2012 03:18
    Ben scritta. Con ironia e intelligenza proprie dell'autore, che espone tra le righe la critica a una medicina sempre più dismana, "aliena" all'uomo stessso. Dimentica, e per fortuna solo una parte di essa" della sua funzione, di quel giuramento di Ippocrate, da tanti dimenticato. Bene!!!

1 commenti:

  • eleonora il 09/06/2014 21:25
    qualche anno fa avevo sentito parlare dell'utilizzo dell'ipnosi per fare dimenticare ricordi dolorosi... chissà gli effetti collaterali sulla mente! pura pazzia...

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