Un colpo. Secco, deciso, in pieno viso. Un pugno, potente, energico, che non ti lascia scampo. Non puoi reagire, non ne hai la forza. Resti immobile, cerchi di capire, provi a darti una spiegazione, ti guardi dentro. Sei al tappeto. Il sangue viene giù dal naso. Lacrime rosse, lente, disegnano solchi profondi sul tuo volto. Non le puoi fermare, sfuggono ad ogni tipo di controllo. Ti lasci andare, chiudi gli occhi, stringi i denti. I pugni serrati, per non lasciar andare quel che è rimasto dopo il colpo subito. Tieni duro, stringi più che puoi. Ti aggrappi alla speranza, al ricordo, alla bellezza dei tuoi sogni. Ti senti all'inferno, ma sei pronto per correre verso il paradiso, il punto più alto, l'apoteosi della felicità.
Un groviglio di emozioni ti prende lo stomaco. Ti strattona, ti spinge, ti sbatte da una parte all'altra. Sei una pallina in un flipper grande quanto il mondo. Testa, cuore, gambe, piedi. Il corpo è una scheggia impazzita, dal Polo Nord all'Equatore. Una centrifuga infinita. Tutto intorno la realtà è uno schizzo, una sfumatura.
Corri dietro a cose irraggiungibili, scappi da paure troppo veloci. Sei sfinito. Senti il cuore in gola. Il respiro è un vento freddo che ti blocca i muscoli. Paralizzato.
Ti salverà il calore.
Un cuore che ti batte vicino, la sua pelle che si affaccia sulla tua, il suo alito che ti sfiora le orecchie. Una stufa vivente. Ti scioglie il sangue nelle vene. Senti le dita riprendere vita, i denti smettono di battere forti tra di loro. Il flipper si spegne. Ti stai fermando. O forse no. Hai qualcuno che corre insieme a te. Alla tua stessa velocità. E ti stanchi di meno. La corsa è una passeggiata sul lungomare, un gelato al sole, un tuffo nel mare azzurro. Senti di potercela fare, il paradiso è più vicino, l'inferno diventa un puntino sempre più piccolo, lontano. Non fa paura, stai correndo più veloce di tutti, insieme a qualcuno con cui dividere il respiro.