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Donna

Donna ergo rassegnazione. Sembra essere questa la parola d'ordine che lo scorso 2010 ha ridotto M. S. a togliersi la vita. Un posto di lavoro negato, un infortunio invalidante, due figli da crescere da sola, vivere. Vivere con 600 euro al mese in un quartiere di periferia. Morire, con due bambini da mantenere in una disperazione totale. Questa è la storia di M, protagonista, insieme ad altre donne di un romanzo tristemente attuale. Il contesto è l'Italia di oggi. L'Italia che garantisce un posto di lavoro al 46, 3% delle donne, un quarto rispetto a quello maschile. Lotta di classe, diritto di famiglia, emancipazione. In una società di stampo maschilista ogni grande conquista sembra svanire nel nulla. "persone" evanescenti, mai mantenute. Parole dal suono gradevole come eguaglianza, parità, libertà. Eguaglianze formali mai sostanziali. Benvenute nel mondo reale donne! Una realtà fatta di sacrifici, perversioni, difficoltà. Una realtà ben discosta quell'universo femminile dipinto nel piccolo schermo e sulle mura delle grandi città. Tacchi vertiginosi, schiene scoperte, paietts. Un'immagine di donna disinibita e prorompente, l'icona del sorriso mediatico, indirizzato al pubblico di una televisione passiva. Parole d'ordine: sorridere, ammiccare, denudarsi, non vengono richiesti particolari doti in campo artistico o professionale, virtù necessaria per avere successo è la perfezione di un corpo statuario. La bellezza, stimata in denaro, diventa l'unico strumento del mestiere. E intanto le donne del mondo reale continueranno a faticare in questa società per maschi, tanto ingenua quanto misera. E insisteranno a difendere con le unghie e con i denti quei diritti calpestati.

 

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 18/04/2012 14:27
    Mi piace! Hai raccontato la realtà come se fosse un romanzo, o meglio una favola noir... mi ritrovo molto in quello che dici anche perchè il discorso che tu fai per le donne è un po' lo stesso che si potrebbe fare sui gay... davvero brillante e pungente questo tuo breve ma intenso scritto!!!
  • Rocco Michele LETTINI il 14/04/2012 20:13
    PIU' CHE UN RACCONTO... LO DEFINIREI UN SERVIZIO GIORNALISTICO "DA PRIMA PAGINA" PER LA TEMATICA (SORDA A TALUNI)E... "QUOTIDIANITA' MALVAGIA"... SAREBBE IL MIO TITOLO A CARATTERI CUBITALI ED IN GRASSETTO MARZIA

2 commenti:

  • marzia il 06/05/2012 20:34
    hai ragione
    la matematica non è il mio forte
    avevo dei documenti ma evidentemente li ho riportati male!
  • Anonimo il 16/04/2012 18:55
    I diritti sono territorio di conquista, la storia insegna. Essere donna al giorno d'oggi è forse meno problematico rispetto al passato, non lo dico per convinzione o esperienza personale quanto per cinica deduzione: l'Italia offre poco a tutti, e molto a pochissimi. Tra quei tutti, per "vostra" sfortuna, non c'è distinzione di sesso. E così vi beccate i problemi occupazionali, le difficoltà sociali, i sogni senza sfogo. Essere donna dovrebbe significare sfumature diverse dalla disperazione, come la vita dovrebbe offrire altro che comporre una riflessione simile a quella che hai fatto tu... inquadrare la realtà spesso rende tristi, perché l'ignoranza permette di filtrare gli aspetti negativi. Quasi quasi se torno a nascere, domando se posso essere un cavallo! Una piccola scorrettezza, o mia incomprensione: il 46 per 100 delle donne (dato aihmè ottimistico) occupate non può essere un quarto rispetto a quello maschile, la somma se non erro dovrebbe dare comunque 100...

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