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La caduta di Babilonia

Me ne andavo quel giorno per le vie del mercato cercando qualche cosa di diverso, il sole rifletteva sui tetti dorati della capitale babilonese e il caldo rendeva ancora più faticosi i vizi e gli ozi di tutte quelle persone,
sui tetti della città viaggiavano già da un paio di giorni le bestie che sfoggiando le loro sette teste urlavano il loro amore a una qualche regina che nessuno di noi conosceva.
La vita continuava, però a scorrere tranquilla, nessuno si curava più delle bestie che sembravano destinate a ornare il cielo (e soltanto il cielo) per molto tempo ancora.
Passarono due notti ancora tra schiamazzi e lussurie che sarebbero terminate al tramontare del terzo sole: All'imbrunire una di quelle bestie toccò il terreno sotto lo sguardo incredulo di due mercanti, un mendicante, una prostituta ed io, (che tornavo a casa dopo la giornata lavorativa) quelle sette teste si muovevano sibilando e contemporaneamente cominciarono a parlare.
<I vostri lussi mi piacciono, l'intera Babilonia è lussuria e tutte le oscenità che qui sono compiute mi deliziano.>
Uno dei due mercanti, raccolto il coraggio, decise di parlare:
<Sig.. signore, io vendo vino, la bevanda della gioia e dell'ozio, la provi, la compri da me, sono il miglior fornitore della città> La voce tremante del mercante piacque al demone che muovendo la mano lentamente fece apparire un sacco d'oro che donò prontamente al venditore stupito che con velocità stupefacente fece rotolare ai piedi della creatura tre grossissime botti di vino profumato.
Le altre bestie notando questa scena dall'alto planarono a terra e compiendo gli stessi movimenti arrivarono a ricevere le tre botti di vino tanto desiderate, ora quei demoni (sette in tutto) si godevano la bevanda bestemmiando e urlando.
Il sole non giunse.. rimasi a osservare quei demoni tutta la notte e una pugnalata al petto mi colpì quando notai che quel giorno il sole non avrebbe illuminato i tetti dorati e i bellissimi drappi di lino della potente Babilonia. L'oscurità rendeva possibili i vizi che il popolo poteva concedersi solo la notte e a mezzogiorno le prostitute continuavano il loro lavoro, i mercanti vendevano vino e droghe in grado di stordire il divino in persona, per le strade gli stupratori continuavano a cercare vittime e la cosa più spaventosa era che talvolta le stesse vittime speravano di essere trovate.
Alle ore tredici il tempio della città aveva perso colore, l'oro era stato risucchiato dal vizio umano e ora quella magnifica costruzione sfoggiava una nuova muratura nera e glaciale.
Poi ecco l'allarme, i soldati ordinarono l'evacuazione dalla città ed io corsi subito fuori da quelle mura che si stavano coprendo di crepe e lamenti, mi allontanai un centinaio di metri ed aspettai qualche compagno, non potevo affrontare il viaggio da Babilonia a Gerusalemme da solo, nessuno sarebbe sopravvissuto, continuavo ad osservare quelle porte spalancate ma nemmeno i soldati uscirono dalla città e dopo poco un tuono metallico mi face capire che le porte erano state nuovamente chiuse.
Attesi per un'ora fuori da quelle mura nella speranza di poter ancora vedere qualche anima umana e devo dire che non attesi in vano: dieci uomini uscirono dalla città scortati da una delle bestie, si posizionarono orizzontalmente al muro difensivo che ormai sembrava un castello di sabbia e si prepararono alla morte.

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1 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 16/04/2012 16:18
    Descrizione eccezionale di un passo biblico.

1 commenti:

  • Anonimo il 20/04/2012 23:53
    Concordo, eccezionale!

    Suz