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Una soluzione al problema dell'igiene nelle scuole, applicabile anche alle università

Come preside del liceo linguistico "Afásia", sono soddisfatto dell'iniziativa da poco portata a termine per migliorare le condizioni igieniche della mia scuola, ed orgoglioso che ciò sia avvenuto dopo soli due anni dal mio arrivo.
Tramite alcune conoscenze personali - lo ammetto, ci ho anche un po' rimesso di tasca mia - ero riuscito ad accaparrarmi la miglior ditta di pulizie della regione: un personale così scrupoloso non l'avevo mai visto in vita mia! Ciò per tacitare le numerose lamentele da parte degli studenti, specie riguardo i bagni della scuola. (Ci tengo a precisare che, se le pulizie vengono svolte col massimo impegno, resta una sola categoria di persone che possa risultare colpevole della sporcizia!)
Ma perché sollevare polemiche, ora che il problema può considerarsi risolto? Tutto grazie all'ingegner Federico Falce e all'architetto Irene Scheletro!
La scuola ha dovuto affrontare alcuni mesi di disagio, è vero: è stato necessario affittare un'adeguata struttura sostitutiva perché ai ragazzi fossero garantite le ore di lezione. Senza l'aiuto economico di alcuni tra i loro genitori (i medici in particolare mi hanno appoggiato), non penso che l'impresa sarebbe riuscita. Adesso, invece, posso contemplarne i risultati, e ne sono fiero.
Innanzitutto, i pavimenti dei gabinetti sono adesso elettrificati. Com'è noto, l'urina conduce elettricità, così che, se qualcuno sporcasse per terra, resterebbe immediatamente fulminato. A smaltire i cadaveri ci pensa un inceneritore portatile allestito a poca distanza dall'edificio principale, nel grande spazio inutilizzato della pista d'atletica, voluta, come ricorderete, dal primo preside, Rocco De' Fantasiis (i ragazzi, perlopiù, giocano al calcio in una palude poco aldilà dei confini della scuola, sempre sorvegliati, s'intende). Il guadagno economico per le famiglie che ne risulta è enorme, anche se si è dovuto ridurre la luminosità dei neon nelle aule per permettere il maggior consumo di energia.
Due telecamere nascoste e un sensore vigilano affinché i ragazzi si lavino le mani dopo aver utilizzato i servizi igienici. Se ciò non avviene, essi vengono scaraventati in uno dei water o dei lavabi. Non ricordo di preciso come ciò avvenga, anche se devono avermelo spiegato: ha a che fare con l'aria compressa.
Un cervello elettronico, inoltre, registra i comportamenti di studenti e docenti. Se è la prima volta che non si lavano le mani, prenderanno soltanto un bello spavento, ma superate le cinque infrazioni è previsto l'annegamento.
Una squadra di tecnici si occupa regolarmente della manutenzione di queste tecnologie altamente sofisticate, e dei tubi nascosti nei muri spruzzano vetriolo su coloro che cercano di manomettere queste ultime.
Altri sensori, sul soffitto dei bagni, preservano i water dall'inserimento di oggetti non previsti, azionando una pressa che rende gli occupanti un cubo, per poi espellerli tramite una delle finestre. Questo meccanismo è stato studiato per risolvere la piaga delle otturazioni a causa di assorbenti ed eccessiva carta igienica.
Chi evacua e non si preoccupa di ripulire il gabinetto, si ritroverà impossibilitato a uscire causa sturalavandini.

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