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Ricordi del tempo che fu

Mi rivedo nella foto di copertina, poi tra le foto di amici, immancabilmente sono attratto dallo specchio, i miei ricordi affluiscono confusi, faticando riesco ad indirizzarli nei vari periodi. vorrei evitare di fare paragoni, mi illudo allora di di rivivere in quei luoghi. Nella copertina siamo nell'ottobre 1962, foto ricordo per la festa dei martinit, organizzazione dedita ad accogliere ed avere cura dei bambini poveri, cara ai milanesi, faccio parte del corpo dei Vigili Urbani della città, sono il quarto da sinistra. La città e il lavoro mi hanno offerto un periodo della mia vita di grande spessore umano. Mi sono ritrovato in quel contesto quasi senza la mia personale volontà, spiego anche il perché: Al ritorno della mia esperienza nella vita militare, ero stato volontario nell'aeronautica militare e abbandonato la carriera per sostituire mio fratello nella condotta per il sostentamento della famiglia, e avendo trovato un buon lavoro alle dipendenze della ditta zueg come elettricista, lamentavo sommessamente la differenza di condotta di vita paragonata alla vita militare, servito a tavola nella mensa sottufficiali e il consumare il pasto preparato con tanto amore dalla mamma in un gavettino scaldato a bagno maria, durante la mezz'ora di pausa per il vitto, offerto dalla ditta. Fu così, e, per questo, che a Filippo viene in mente di presentare a mio nome e alla mia insaputa, la domanda di partecipazione ad un concorso bandito dal comune di M. per la copertura di numero 600 allievi vigili urbani, dove, consigliato e quasi obbligato sempre dal grande Filippo, partecipo e supero tutti gli esami scritti orali e sanitari classificandomi 156^ su circa 3. 000 concorrenti da tutta Italia. un plauso ed un ringraziamento va alla direzione amministrativa del comune di milano la preparazione dei nuovi assunti è stata di altissima competenza e magnanimità, in poco più di tre intensi mesi di scuola, tutti eravamo in grado di assolvere i molteplici compiti istituzionali, conoscenza completa della composizione planimetrica della città, l'ubicazione esatta di tutti gli uffici pubblici, musei, enti di interessi nazionali ed estere, consolati, ambasciate, manifestazioni, culti religiosi, partiti politici, ospedali, caserme, percorsi e linee metropolitane, tranviarie e autobus, ecc. insomma per ogni richiesta dovevamo avere una risposta esaudente, e sopratutto conoscenza di tutti i regolamenti comunali, leggi regionali e nazionali. dal penale al codice della strada. un grazie particolare per la disponibilità all'ospitalità per i provenienti da luoghi lontani, non sempre forniti di mezzi idonei ad affrontare i primi mesi in attesa dei primi stipendi. un grazie grandissimo va anche alla gente tutta, che ho trovato veramente con il cuore in mano come dice la famosa canzone "" o mi bella madunina"" alla siura Fede d. che mi ha ospitato per due anni come una mamma e facendomi pagare pochissimo in cambio ti tanta attenzione. a Bruno e sua moglie della trattoria di via Garibaldi angolo 25 Aprile, persone oneste gentili bravi in tutto. i colleghi anziani che mi hanno guidato con molta pazienza e fatto conoscere la città in modo diverso dal lavoro, dandomi l'opportunità di trascorrere dei momenti felici in compagnia di persone squisite. A Milano ho trascorso due anni, cioè fino al momento che ho preso servizio a Verona dove avevo vinto un nuovo concorso. A verona pur svolgendo lo stesso lavoro, all'interno dell'ambiente di lavoro, esisteva un atteggiamento astioso verso i non veronesi con mal celato risentimento da parte dei dirigente delle quali il maresciallo e alcuni brigadieri, in modo incomprensibile e in ripetute occasioni con lo scopo specifico di voler mortificare l'individuo mal capitato. La loro intenzione era di denigrare durante i primi due anni dall'assunzione in modo che non si venisse confermato come previsto dal regolamento comunale che disciplinava il periodo di prova. In quel periodo, era uso come da contratto di lavoro, assegnare un voto di merito a fine anno, che permetteva di usufruire di una maggiorazione di stipendio, di solito da elargire agli iscritti del sindacato più intimi tra i sindacalisti con tacito accordo dei dirigenti. Fu così che ebbi modo di conoscere la "" bontà"" del maresciallo, siccome malauguratamente ebbi la sfortuna di multare un suo conoscente, un bel giorno mi chiamò nel suo ufficio, mostrandomi un quadernetto dalle copertina nera con i bordi delle pagine interne di colore rosso, (chi è della mia età sicuramente li ricorda ) mi apostrofava così? vede questo, io, su questo uso scrivere i nomi di chi non supera i due anni e se ne torna al suo paesello, poiché non capivo il significato, il maresciallo correttamente mi spiegava, siccome avevo mancato nell'elevare contravvenzione ad un suo conoscente dichiaratosi tale, non ero degno di continuare il lavoro nel corpo dei vv. uu e lui si impegnava a fare in modo che mi mandassero fuori per incapacità lavorativa. Sul momento assorbii il duro colpo e con coraggio osai rispondere che sarei stato molto attento a come si proponeva per adeguarmi al da farsi. Di fatti da quel momento tutti i giorni venivo controllato da un brigadiere che puntualmente mi rimproverava per un nonnulla. Durante il secondo anno, nonostante avessi ricevuto tre encomi solenni, per avere fermato e consegnato alla questura una ladra internazionale, avere intercettato una coppia di delinquenti che viaggiava su una vettura di grossa cilindrata risultata rubata successivamente recuperata, ed in oltre avere immobilizzato un tizio che con un coltello minacciava chiunque le si avvicinasse per interrompere l'atto di orinare in via cappello difronte ai magazzini, il signor Maresciallo proponeva per me il voto di discreto, che voleva significare non idoneo. Mi trovavo costretto per difendere il mio lavoro a rivolgermi ad un legale. Interpellai pertanto l'avvocato Tortorici del foro di Verona che con lettera indirizzata al Sindaco spiegava i motivi del suo intervento a difesa del mio rapporto di lavoro assicurando che nell'eventualità di un accanimento del maresciallo nei mie confronti avrebbe presentato denuncia alla magistratura. La cosa si chiarì con sollecitudine. permettendomi di proseguire il mio onesto lavoro fino al momento della pensione. Adesso guardandomi allo specchio non vedo più il giovane delle foto di quel periodo, ma un anziano non molto in salute che si ostina a vivere da giovane settantenne, e che non rimpiange il suo passare e ricorda tutto con gioia consapevole di avere agito sempre con amore verso il prossimo con dignità ed onestà. Ripensando al passato ammette di avere commesso degli errori che si sono rilevati solo a danno proprio e mai a danno degli altri, e se qualche volta è successo mai con la volontà.

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