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Pazzia

<Che cosa stai facendo?>
<Cerco di non dormire.>
<Ed è una cosa buona?>
sonno svuota la mia testa e toglie il contegno al mio corpo, tu non puoi capire, pecorone.>
<Dimmi.. sei mai stata innamorata?>
<Ho salutato l'amore anni fa, il suo saluto mi ha colpito duramente ed ha sbattuto la mia testa contro la parete. Il sangue.. sangue ovunque, su di me, su di lui e su tutti voi.> Mi lasciai andare in una risata isterica che spaventò il medico. I miei lunghi capelli biondi ricadevano sporchi sul mio volto ricamato da occhiaie e lacrime.
solo questo, masticare e inghiottire la tua dose giornaliera di veleno.> Non potevo fermare il mio delirio e ridevo di questo.
<Calmati o dovrò chiamare le guardie.> Sembrava davvero spaventato ed io ero realmente divertita.
solo ciò che ho in testa e son condannata, questo fa paura.> Ora indietreggiava spaventato ed io dondolavo in sua direzione stordita dalla quantità di droga che il manicomio mi regalava ogni giorno.
sogno ho di dormire? Sto già dormendo, è giusto?> Il medico fu colpito da un brivido devastante.
<È giusto!?> Questa volta urlai la domanda e il medico tremante cominciò a darmi ragione.
Mi fermai. Fuori dalla finestra una farfalla si era fermata a giocare con un raggio di sole e fra luci e ombre la vedevo scintillare alla ricerca di qualche fiore dove poter posare le sue stanche membra che presto si sarebbero spente, poi continuai.
sono briciole, un castello di sabbia, no, di carte!.. no! Di sabbia.. no!.. non lo so, non lo so.. cosa sarebbe peggio?> Il medico mi osservava tremante e bisbigliò qualche cosa di incomprensibile.
<Coraggio, esprima le sue idee, ha paura!?>
soffio.> Il medico stava recuperando il coraggio.
sono un castello di carte che voi stessi mandate giù con un soffio.. un soffio, giusto!? Non siete capaci di provare l'essenza dell'emozione, vivete tutto ciò che vi capita come piccole macchine e vi avvelenate l'animo.. si si.. l'animo.> Ormai in preda all'isteria cominciai a piangere.
<E voi.. bugiardi.. Mi dite sempre frasi banali, voi dite "prendi la tua medicina, ti farà bene, non agitarti." E mi drogate nella speranza di creare un mondo che vada bene a voi ma non a me.. questo è giusto?>
Fui colpita da un attacco isterico più forte del solito e crollai a terra, il medico spaventato non si mosse e dopo alcuni minuti, restando sdraiata, continuai a parlare.
<Lei crede in dio?>
<No!>
so benissimo che non crede in dio.. voglio sapere se lei si crede dio!> Il medico non rispose e dentro il mio cuore segnai una triste vittoria.
notte più buia e ci porteranno nelle loro catacombe di sangue.. lo meritiamo.>

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2 commenti:

  • Anonimo il 16/05/2012 22:18
    La stesura è ricca di tensione. Complimenti per questo. L'opera in sé, a livello di contenuto, contiene interessanti dialoghi. Bravo.
  • Anna Eustacchi il 16/05/2012 15:34
    La pazzia è una realtà difficile da capire... nella quale spesso noi "normali" siamo "ospiti indesiderati"...