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Il koala va a cavallo (parte prima)

Perché il koala va a cavallo? E chi è, poi, questo koala?
Per spiegarlo, bisogna fare alcuni passi indietro.

Siamo nel febbraio del 2003, nella campagna a sud di Torino, tra capannoni dismessi e terreni gelati. La crisi morde e persino i topi se ne sono andati altrove.
Gelsomina, gatta di strada, è in calore, e fa di tutto per farsi notare da Eusebio, nobile felino di pura razza siamese, di casa nella villa grande in fondo al paese.

Eusebio è sposato, nel senso che ha già una gatta molto sofisticata, con un pedigree pari al suo, con la quale può sfogare i suoi istinti quando i padroni la portano a fargli visita, ma vuoi mettere una "escort"? Un po' volgare, sì, ma con un pelo, un odore, una voce, che gli fanno bollire il sangue!
Bando agli indugi, salta la staccionata, ingroppa la sfrontata, due colpettini e torna a casa come se niente fosse, l'aria soddisfatta, tired but happy.

"Tutto qui?" pensa Gelsomina. "Questi signorini, se la tirano tanto, ma al momento buono fan delle figure barbine! Meglio Astolfo, brutto e storpio, con la coda mozza e l'alito che puzza, ma quando ho voglia è sempre disponibile senza bisogno di fargli tante moine, e mi dà certo più soddisfazioni di questo Casanova qua."

Comunque, quello che conta ai fini del nostro racconto, è che gli spermatozoi di Eusebio, tappandosi il naso, si sono infilati nel tunnel e hanno compiuto il loro percorso fino in fondo.
Così, verso la fine di aprile, Gelsomina ha sfornato la sua brava cucciolata. Sembrano tutti uguali, ma ce n'è uno tutto bianco, con una macchiolina nera sul naso e un'altra sulla punta della coda.
Io avevo chiesto un gatto bianco da adottare, e mi rifilarono questo qui.

Quando andai a ritirarlo, dopo lo svezzamento, il manto bianco si era già un po' macchiato, qua e là, di chiazze marrone molto chiaro, che col tempo sembravano quasi prendere il sopravvento sul bianco, tanto che avevo deciso di chiamarlo Tortorello.
"Che schifo di nome!" disse subito - diplomaticamente - mia figlia.
Urgeva quindi trovare al più presto un nome sostitutivo.

Stavo leggendo in quel periodo un delizioso libretto di Daniel Pennac (che raccomando a tutti, bambini e adulti), intitolato "Abbaiare stanca".
Narra la storia di un cagnolino abbandonato che viene salvato e adottato da una bambina di buona famiglia, che però se ne interessa fino a un certo punto.

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7 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 14/05/2014 00:22
    apprezzato... complimenti.

7 commenti:

  • PIERO il 10/06/2013 10:10
    Grazie, Salvo, per la lettura e il commento.
    Anche GATTO è un nome a modo suo nobile, dato che è stato immortalato dal famoso film "Colazione da Tiffany".
  • Anonimo il 06/06/2013 08:19
    Ciao, anch'io avevo un felino battezzato GATTO, senza l'articolo nobilitante, forse per questa ragione ha preferito voltarmi le spalle e fuggire in un casato nobile. In attesa del resto che leggero volentieri.
  • PIERO il 19/05/2012 20:59
    Suzanne, purtroppo dovrai - dovremo - aspettare un po'. Il racconto si sta scrivendo da solo, non so neanche più quale fu lo spunto iniziale. Di giorno in giorno mi vengono delle idee nuove su come proseguirlo, ma non so assolutamente come finirà, e spesso devo riscrivere delle cose, perché vengono contraddette dagli sviluppi successivi. Mah! Grazie comunque per l'attenzione.
    Piero
  • Anonimo il 19/05/2012 15:03
    Aspetto la fantascienza di cui sono ghiotta.

    Suz
  • PIERO il 17/05/2012 21:31
    Grazie a Ellebi e Mara. Il seguito della storia del koala è quasi pronto. Contemporaneamente mi sto cimentando con un raccontino di fantascienza che spero leggerete e commenterete.
    A presto. Piero
  • Anonimo il 17/05/2012 14:01
    Ma che bella storia PIERO!
    Mi piacciono molto i micetti! Dai, dai che vogliamo sapere perché va a cavallo!!!
    L'articolo francese è un po' come il "von" tedesco, in effetti. E non posso dire che Pennac è sbalorditivo! Ho letto la storia di "Kamo", molto divertente
  • Ellebi il 16/05/2012 22:26
    La storia si annuncia interessante, aspettiamo dunque il resto. Intanto bisogna pur dire, a me pare, che possiedi una certa facilità del raccontare, e di ciò ti faccio subito i complimenti. Saluti. Ellebi

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