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I bambini smisero 2 (the end by FAT)
Ogni volta, lo stesso pensiero, ogni volta che chiudeva gli occhi, il piccolo Gianni rivedeva l’immagine di quei due corpi senza vita, sulla spiaggia.
Erano trascorsi alcuni giorni e, cosa strana, suor Riccarda si comportava in modo diverso dal solito, il suo essere era più dolce, quasi a voler proteggere quegli orfanelli che, malgrado avessero disobbedito, erano adesso, spaventati e indifesi.
L’aria di mistero che avvolgeva l’orfanotrofio fu scossa quando, una mattina, la dottoressa Susy, dopo aver ricevuto una telefonata anonima, da una persona che, fissandole un appuntamento le aveva promesso di svelare il nome dell’assassino, mentre si recava alla tenenza, per raggiungere il Maresciallo Bove, fu uccisa con due colpi di pistola, esplosi da un’auto nera in corsa.
Ancora una vittima, e nessuna risposta, quale misterioso assassino si nascondeva dietro tutto questo?
Suor Riccarda cercava di calmare il piccolo Gianni, che ormai non parlava neanche più, e nessuno, neanche i suoi piccoli amici, riuscivano a distrarlo, coinvolgendolo con giochi fatti in comune.
Lo scalpore per l’omicidio di un magistrato, aveva fatto accelerare le indagini e venne fuori che le due prime vittime (entrambe giustiziate come dai risultati antropici) erano coniugi, ed erano probabilmente, giunti alla Colonia dell’Orfanotrofio, per vedere o forse per riprendersi un loro figlio, affidato, alla nascita, alle pubbliche istituzioni.
Ma quale dei piccoli era cercato?
Nella memoria di Elio, c’era il ricordo della visita e dell’incontro assai animato fra suor Riccarda e le due persone della spiaggia, e Sabrina, inoltre, ricordò, parlandone con il maresciallo che aveva più volte intravisto suor Riccarda piangere, e una sera, l’aveva sentita urlare disperata, nella sua camera, ”No, Gianni no, non è possibile…. no!” dopodichè la piccola, impaurita era corsa a letto cercando di dimenticare.
Una mattina, il maresciallo Bove si presentò all’Orfanotrofio e chiese di parlare con la Superiora, suor Aurora, e, incontratala, le chiese di poter portare in caserma, per il buon esito delle indagini, la piccola Sbrina e il piccolo Gianni.
Al rifiuto della Madre Superiora, il carabiniere si allontanò in silenzio, e, nell’uscire si incrociò con Suor Riccarda, che si stava recando dalla superiora per farle vedere una vecchia e sbiadita foto, che aveva trovata, impigliata in un cespuglio della”duna maledetta”.
La foto era scolorita, ma si vedeva chiaro il volto di un bambino, forse il bambino cercato dalla coppia, ma ormai cresciuto, come identificarlo?
Suor Aurora, nel vedere la foto, pianse ”perché?” chiese Suor Riccarda ”non avrei mai voluto arrivare a questo giorno” sussurrò Suor Aurora, e continuando “ il bambino della foto è Gianni, lasciato qui, appena nato, dai genitori che non potevano mantenerlo, era da tanto che ci scrivevamo per tenerli al corrente della sua crescita, ed ora, che finalmente avevano raggiunto una discreta posizione economica, che gli avrebbe permesso di riprendersi il bambino ecco che Gianni è rimasto di nuovo solo ”Madre” disse suor Corrada, chi era quel carabiniere che ho incrociato nel corridoio?
Era il Maresciallo Bove, voleva portarmi i bambini in caserma, ma non l’ho permesso.
“Madonna Santa” urlò suor Corrada, quello non era assolutamente il maresciallo Bove, io lo conosco benissimo, chi è quell’impostore!?
Appena calmatesi dallo shok, le suore telefonarono al vice procuratore Ivan Messina, subentrato a dirigere le indagini, raccontandogli tutto.
Fu facile, a quel punto, con l’identikit fornito dalle suore, risalire, mediante il detabase nazionale, alla vera identità del falso carabiniere.
Dai verbali della procura ”è pertanto indagato per pluriomicidio, il suindicato Massimo Pagano, già ricoverato per sindrome di personalità multipla. “
Fu a questo punto che suor Aurora, confessò tutta la storia a suor Riccarda, ”vedi, Roberta, (il nome di Riccarda, prima che prendesse i voti) tu sei una trovatella da me cresciuta come una figlia, ma c’è una cosa che non ti ho mai detto, con te, trovammo abbandonato in una cesta, alla porta dell’orfanotrofio, anche un bambino, più piccolo, tuo fratello, come era scritto nella lettera che trovammo fra le copertine.
Lui fu dato in affidamento a diverse famiglie, subendo, però, purtroppo continui traumi e maltrattamenti, che lo portarono di fatto ad impazzire.
Quando me lo sono ritrovato davanti, travestito da maresciallo dei carabinieri non l’ho assolutamente riconosciuto, non avrei potuto, dopo tanti anni, ma avevo visto il male nei suoi occhi, ecco perché non gli ho voluto affidare i bambini! ”E Dio solo sa se non ho fatto la cosa giusta! “
Arrestato, pochi giorni dopo, il Pagano confessò quanto segue:
”Ho scoperto per caso, da adulto, di avere una sorella, ho fatto ricerche e l’ho rintracciata, ma quando l’ho vista felice con i bambini, gentile con quella coppia di straccioni, non ci ho visto più dalla rabbia e dalla gelosia, mia sorella è mia, e mia doveva essere, così ho cominciato ad uccidere tutti quelli a cui lei si mostrava gentile, avrei ucciso anche tutti i bambini, ma prima dovevo uccidere quella ”giudice” , era identica ad una delle mie madri adottive, bella ma cattiva, fredda e calcolatrice, oh come ho goduto a trucidarla…..”
Alcune settimane dopo Gianni, rivolgendosi a suor Riccarda disse: ”Ti voglio bene, ti voglio tanto bene”
gocce di lacrime scivolarono lungo il volto di suor Riccarda, finalmente Gianni si era risvegliato, era uscito dal mondo del terrore, ed era ritornato fra noi.
Finalmente il mistero delle Colonie Marine degli Orfani era stato svelato, t utto ritornava, lentamente, alla quotidianità, ecco Elio e la sua banda continuare a passeggiare lungo le spiagge alla ricerca di nuove avventure.
Quante altre scoperte tutte da vivere insieme.
Ci sono momenti in cui tutto sembra irreale, fantastico, irraggiungibile
Ci sono momenti in cui si è tristi.
Ci sono momenti di felicità.
E quelli sono gli attimi da vivere e condividere con chi si ama.
The End by Fat.
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