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Il cinismo

Non é vero, non ascoltare i giudizi della gente, maligna perché, conoscendomi, é stata vinta da una forza più letale dell'invidia, più coraggiosa del vano perseverare: il cinismo. Guardami con i tuoi occhi, giudicami... io aspetto, ferma qui al mio posto; condannami, stimami. Ho detto più volte che la vita é più il tempo della rassegnazione che del riscatto dal destino e che la morte sia la presa di coscienza di una inevitabile necessità, non di un fine, ma di un accidente che si presenta a noi come un tiranno anarchico: ci libera dalle catene della vita, pur affidandoci le sue, ma, in seguito, ci fa dono di una magia così fragile, che io esito sempre qualche secondo prima di scriverla, quanto sfuggevole: la consapevolezza. È questo il motivo in più per continuare a vivere: aspettare la ragione, con la sua bellezza, le sue miserie e i suoi troppi silenzi. La morte é la spiegazione di tutto. Il nulla, il vuoto queste sono le sostanze e le forme con cui noi continuamente abbiamo a che fare. Sarebbe bello trasformarli in pieni. Molte volte mi hai chiesto perché mai io mi sia posta contro tutto e tutti, diventando orfana, esiliata, lebbrosa, negra, gialla e tutti i colori del buio. Vivo clandestinamente nel disperato tentativo di sabotare i doveri. Io voglio! Io sono! Io. Non tu, non loro, ma straordinariamente e irrimediabilmente io. Ed é vero, per emergere, ho avuto una vita difficile, che ha reso fragile e tormentata la mia natura... non sai quante lacrime ho consumato nell'ombra dell'altrui cattiveria, dietro l'implacabile muro della maschera, nell'abbondanza di idee sempre più strane, pazze, surreali, quanta amarezza, delusione, ma sappi che mai ho provato quella malinconica nostalgia, traducibile solo in rimpianto, perché nella nostalgia c'é il voler riavere ciò che si é avuto, é il sentimento della vita che reclama ancora più vita in presenza della non vita, la non vita che é nel passare, nel finire stesso della vita. È rimpianto, é egoismo, é schiavitù. L'instabilità interiore che si é venuta a creare mi ha portata alla commozione, al coinvolgimento, alla generosità e, talvolta, ha risvegliato anche sentimenti disperati e violenti. Come puoi aver notato, non sono cresciuta nell'amore e questo é l'ultima cosa di cui io abbia bisogno. Eppure, se sapessi per quanto l'ho cercato! Volevo essere amata come una persona libera, desideravo l'amore, ma lo esigevo con la goffaggine di una bambina ormai fin troppo adulta, con l'impaccio e l'aggressività di chi ha difficoltà di relazione. Ed é così che la mia vita, o meglio, lo scorrere delle lancette sulla mia vita ha attraversato quel girone infernale che mi ha portata ad essere Luana. Io sono diventata Luana, ma chissà quante ne hanno create e quante riuscirò a crearne. Ora tocca a te: giudicami. Non amarmi però, ti farei solo soffrire. Io non amo.

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 17/07/2012 14:13
    Molto diretta questa... lettera aperta? ti tiene con il fiato sospeso e la curiosità di sapere a chi è indirizzata( ma forse il vero cinismo sta qui? Nel non rivelacerlo?)... il passaggio sulla nostalgia, poi, è quello che mi è piaciuto di più... ma, comunque, per tutto il resto... complimenti bel lavoro!

1 commenti:

  • augusta il 17/07/2012 15:07
    il racconto è bello e come dice fri ti tiene con il fiato sospeso... sulla vita... sulla morte... scritto bene... rende... molto... 1 beso...

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