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Fare le valigie

Ho sempre viaggiato molto sia per lavoro sia per piacere. Fare le valigie è sempre stato, nel caso delle vacanze, un vero inizio del viaggio che solitamente affronto con un piacere quasi maniacale. Nel corso degli anni si è raffinata la selezione delle cose da mettere nei bagagli, raggiungendo la quasi perfezione di scelte di pochi oggetti utili in tutte le circostanze.
Ora è diverso, devo partire per sempre, o meglio per un periodo molto lungo che potrebbe trasformarsi in una vera e propria nuova esistenza in luoghi lontani con la prospettiva di sempre meno frequenti ritorni. Le circostanze hanno fatto in modo che la mia unica figlia si sia trasferita negli Stati uniti. Dopo molto pensare ho deciso di andare a vivere stabilmente in America, prima per un sei mesi , di prova, e poi per sempre.
Ora è arrivato il momento di fare i bagagli : cosa selezionare per raggiungere al massimo i 25 kg per questo primo lungo soggiorno? Magari potrei fare due valigione da 25 kg in overpeso a pagamento, poco cambia perché mi rendo conto di essere affezionata a tante cose che non vorrei lasciare e sono intrasportabili: un bel saccone profumato di lavanda che contiene gli abitini e pochi giocattoli di mia figlia quando era piccolissima, i miei libri più amati, letti più volte con piccole notazioni a margine nei punti più apprezzati, tanti e deliziosi oggetti di antiquariato scovati nei mercatini, una preziosa serie di centrini realizzati a filet che mi sono stati tramandati da generazioni insieme a preziose tovaglie e lenzuola ricamate, la collezione di macchine fotografiche che abbiamo progressivamente sostituito e oramai sono quasi cimeli storici, i miei amati servizi da tavola che mi ricordano le tante cene conviviali preparate per amici nei momenti più gradevoli della nostra esistenza, quando utilizzavo pentole di cui conosco perfettamente pregi e difetti. Mi pare impossibile rinunciare a queste cose, come se un pezzo della mia vita venisse dimenticato in modo analogo ad un cane di famiglia che viene abbandonato lungo una autostrada da barbari vacanzieri estivi.
Eppure devo scegliere ed imparare a rinunciare e allora penso a cosa amo maggiormente. In verità non sono gli oggetti, compagni della mia vita, ma vorrei portare altre cose. La vista delle Alpi Apuane nelle mattinate limpide spettacolo di insolita bellezza a cornice del litorale e causa del particolare microclima della zona; l'insieme continuo degli stabilimenti balneari della Versilia, contraddistinti da nomi assolutamente intriganti e unici da ricordare : Libeccio, Nettuno, Oceano, per non dire del famosissimo Augustus e dei ripetuti Stella oppure Alcione : e il più strano e forse nuovo è a mio avviso il 90° Minuto; la splendida piazza S. Michele di Lucca, cuore dell'antica città comunale, che in un sol colpo d'occhio racconta la storia medioevale della città; la parlata dei viareggini, caratterizzata dalla loro toscana c sibilata e dagli intercalare di facezie.
Devo portarmi dietro anche i sapori della tradizione dei nostri squisiti e particolarissimi formaggi. La dolcezza dei ramassin, una pianta antica che è poi una tipologia di susino semi-selvatico diffuso a quanto pare in Piemonte ed immediate vicinanze. Queste susine sono violacee e della grandezza di una grossa oliva (o più) e vengono raccolte quando cadono a terra. Voglio ricordarmi dei gustosissimi. pilot, che poi sono delle frittelle di patate proprio speciali i cui ingredienti sono uova, cipolla, pancetta e olio e dove le patate vanno grattugiate crude. Oppure il ricordo del sapore dei topinambur che in pochi sanno riconoscere come alimento da cui trarre deliziosi purè.

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3 commenti:

  • Gianfranca Galliani il 06/08/2012 15:15
    Cara Vincenza, quanto vibrano di amore per la tua terra e di nostalgia i tuoi racconti di un viaggio già fatto. Grazie
  • Anonimo il 06/08/2012 13:31
    Bellissimo. L'amore grande per tua figlia e l'amore per la tua terra. Struggente e malinconico;sensazioni che ho provato anch'io, lasciando la mia terra natale, la Sicilia, quando partii con i miei genitori per l'Africa orientale. Se ti va, leggi la mia poesia dialettale "Chianu, chianu" o i miei racconti "La mia spartenza" dedicati a questo argomento. Complimenti ancora per questo racconto che mi ha coinvolto. ciao
  • augusta il 05/08/2012 16:12
    brava il tuo racconto mi ha messo malinconia ma condivido tutto ciò che hai scritto... ma credo che l'amore di madre sia più forte di qualsiasi altra cosa.. che dire.. buon viaggio... 1 beso

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