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La casa dalla configurazione mutevole

Costeggiando la vecchia strada nel brullo Carso triestino che porta i numerosi turisti della domenica provenienti da Monrupino i quali decidono di farsi anche qualche altro goccetto nei paesi di Zolla e Rupingrande, senza accorgersi, si passa molto vicino a un enigma insoluto degno della fantasia di molti abitanti della zona. Imboccando una stradina sterrata che porta verso il confine con la Slovenia e in comune di Dol Pri Vogliah, ci si trova all'improvviso di fronte alla grigia facciata di un'antica dimora ottocentesca ben poco amata dagli abitanti della zona.
Molti sanno, infatti, che quelle vecchie quattro mura coperte da rampicanti rinsecchiti e dal tetto semi sfondato, celano un cupo segreto sussurrato al più dai vecchi fifoni che abitavano la montagna molti anni fa. Ti dicevano: <<Non andarci se non vuoi finire male, c'è il diavolo là dentro>> e sciocchezze del genere adatte a un'antica cultura rurale ormai dimenticata, o quasi.
Un sabato mattina di una grigia giornata di fine ottobre, un giovane studente universitario ben più affascinato dei misteri del nostro mondo che della tesi di diritto costituzionale in preparazione ma mai terminata, gironzolava senza meta lungo le piste battute che pullulano da quelle parti. L'obiettivo, invece, era ben chiaro nella sua testa coperta da lunghi capelli biondi spettinati. Aveva scommesso con gli altri, doveva farlo e ne avrebbe ricavato un bel gruzzoletto. Non si trattava nient'altro che trascorrere la nottata nella famosa "casa dei fantasmi" che, come in ogni comune che si rispetti, immancabilmente è presente.
È vero, la "villa dei pazzi", com'è chiamata nella zona, è molto temuta dagli abitanti, tanto che nessuno si è mai pensato di comprare quel terreno ormai non più di proprietà di nessuno da molti anni e il comune ha dovuto lasciare l'abitazione così com'è visto che a nessuno interessava il suo acquisto. Nemmeno il solo terreno invogliava vista la zona così impervia e fuori mano.
La storia diceva che l'antica famiglia Kralj, ha abbandonato il mondo terreno in modo molto tragico: le tre sorelle che vi abitavano si sono suicidate una dopo l'altra a partire dal 1838 mentre i due nipoti che sono succeduti hanno avuto grossi problemi nervosi tanto da essere ricoverati in manicomio dove hanno terminato la loro esistenza.
Dagli inizi del novecento altre persone vissero tra quelle mura grigie ma tutte sparirono in breve tempo.
Da dopo la seconda guerra mondiale pochi varcarono quel vecchio cancello arrugginito e scomparvero almeno una decina di senzatetto che decisero di passare le notti da queste parti.
"Tutte idiozie", pensò tra se il giovane. Evidentemente quella famiglia è stata molto sfortunata ma ciò non significa di certo che là dentro è farcito di ectoplasmi o cose simili. "Animo" s'incoraggiò, "andiamo a riscuotere!"
Alex scavalcò il pesante cancello arrugginito per poi ricadere in un cortile ricoperto da erbacce dove dovette districarsi per passare con il grosso zaino che si era portato appresso.
Finalmente si trovò di fronte alla vecchia porta di legno scuro. Una parte era bruciacchiata, qualche hanno fa qualcuno deve aver cercato di appiccare il fuoco alla casa ma con scarso successo.

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