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Rissa da strada

A volte i segretari tornano come tutti i rompiscatole, come una regola che non ti aspetti di seguire perché non te la impone nessuno ma poi ci pensi e capisci che conviene solo a te, come un documento noioso da compilare e che non si vorrebbe neanche leggere ma lo prepari e il destinatario lo firma proprio per il fatto che vuole accelerare i tempi di una pratica. Il segretario spiega e nessuno ascolterà, troppo lungo e complicato e allora poche semplici parole e si può giocare, si approva un bilancio, si fa accettare un copione.
Il segretario quel pomeriggio, ma gli accadeva spesso, parlava poco ed osservava molto. Come al solito dovevano aspettare il pulmino che li avrebbe portati al campo di allenamento. Erano in dieci che partivano dal quartiere: lui, sempre 'sto segretario onnipresente, poi un autista simpaticone che parlava un italiano improbabile, sempre allegro, ma di un'allegria sospetta del tipo che il viaggio poteva cominciare ma non potevi sapere come andava a finire e otto ragazzi locali tutti della stessa età, vivacissimi e pieni di... entusiasmo. La gioia di vivere dei sedici anni, quella che ti parla di qualunque cosa ma finisci sempre a parlare del ben noto argomento.
Il segretario quel pomeriggio aveva radunato tutti gli otto ragazzi presentatisi con la massima puntualità, strano che loro accettassero quella rigida regola ma capita e non c'è da stupirsi se arrivando in ritardo di due minuti si rimane a terra. Tutti erano stranamente euforici come di un qualcosa che stesse per accadere e confabulavano in gruppo o spicchi di tre o quattro per volta. Il segretario stava per conto suo, seduto sul muretto e guardava altrove, i ragazzi lo vedevano distratto e discutevano tra scoppi di risate e bisbigli. La seduta di allenamento si svolge senza intoppi, nessuno si fa male, attrezzature a posto, borracce riempite, svuotate e rimesse con ordine in magazzino. Si chiude con la solita doccia allegra, fra fumi di vapore, scherzi e allegria. Ma il segretario non è tranquillo, ha capito che qualcosa nell'aria non va. Dalla porta degli spogliatoi si gira a destra e una piccola salita dà sull'ingresso stadio che porta all'esterno. Di solito si appostano ragazzine curiose o fidanzatine che aspettano i loro eroi dolci e di cartone. Quella sera: nessuno. Il segretario esce per primo e vede una decina di ragazzi all'esterno che gira chi a piedi chi con la moto. No, non va. È già pronto per andare ma non si muove e aspetta rientrando per prendere la borsa. Come lo vedono rientrare gli otto suoi giocatori del suo quartiere escono in fretta. Avevano organizzato una rissa per vendicare un affronto subito: cose di ragazzi. Appena il tempo di una lieve colluttazione e il segretario era fuori non prima di aver bloccato chiunque avesse il telefono in mano. Non c'era bisogno di chiamare nessuno. Volle uscire da solo, i suoi li conosceva ma non c'era rischio, aveva i suoi motivi. Uscì e i suoi si bloccarono di colpo, non potevano fare a botte davanti a lui, gli altri no, non ne avevano timore, uno di loro gli disse a muso duro di andar via. Il segretario era non solo rompiscatole ma aveva anche fegato ma non era quello il motivo per cui non indietreggiò, di quello che offendeva sapeva il nome e glielo disse con sorpresa dell'interessato e dei suoi compagni. Chi era? Un figlio di papà ben noto in paese e il segretario con suo padre aveva avuto a che fare per le pratiche di utilizzo del campo.

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6 commenti:

  • Anonimo il 20/01/2013 17:13
    Un racconto interessante e significativo, letto con molto piacere.
    Bravo Antonio, in veste di narratore!
  • Anonimo il 20/01/2013 09:52
    un pezo di vita vera, come ben dice stella... molto bello antonio scorrevole e ben scritto i miei complimenti...
  • stella luce il 16/01/2013 22:28
    bello... non è un finale da Libro Cuore ma di vita vissuta. Ci vuole coraggio alle volte per prendere certe posizioni e questo segretario ne ha avuto molto, fossero così anche altri!!! Quando si è ragazzini non si capisce e le offese paio peggio del reale e così ... quante risse sarebbero evitate con tanti segretari come questo, invece spesso si gira lo sguardo altrove... bravo
  • Anna Rossi il 16/01/2013 07:43
    una pagina da libro Cuore. semplice, diretta e dal profondo significato. saper ascoltare è un'arte che genitori ed insegnanti, in questi tempi frenetici, hanno smarrito. la verità si nasconde tra piccoli dettagli. molto significativa la figura del segretario. molto bene Antonio, qui in veste di narratore. un piacere leggerti, sito permettendo. ormai il suo decrepito funzionamento è crollato ai minimi storici.. ma nonostante tutto c proviamo. un saluto
  • laura il 15/01/2013 09:44
    un racconto molto interessante! Chi ha capacità di ascoltare riesce a cogliere tra le righe le piccole sfumature che ad altri sfuggono! il bravo ascoltatore non è sempre colui che lo si vede attento ed interessato, alle volte è proprio la persona che mostra distrazione, che sembra assorto dai suoi problemi! Il segretarion è un personaggio molto intelligente, ha compreso cosa stesse per capitare, ha insegnato ai ragazzi, che le mani non servono per risolvere i problemi... parlarsi, chiarirsi e anche chiedere scusa se si sbaglia è seempre la soluzione più giusta, quella che ci rende forti e che ci fa crescere! con le mani si è tutti forti, ma il vero coraggio è abbracciare il proprio rivale e chiedere " Scusa". Mi è piaciuto molto complimenti Antonio. Un saluto
  • laura il 15/01/2013 09:42
    un racconto molto interessante! Chi ha capacità di ascoltare riesce a cogliere tra le righe le piccole sfumature che ad altri sfuggono! il bravo ascoltatore non è sempre colui che lo si vede attento ed interessato, alle volte è proprio la persona che mostra distrazione, che sembra assorto dai suoi problemi! Il segretarion è un personaggio molto intelligente, ha compreso cosa stesse per capitare, ha insegnato ai ragazzi, che le mani non servono per risolvere

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