Noi non abbiamo mai avuto, nemmeno per un giorno, lo spazio azzurro in cui una rosa si apre per sempre. Penso a te, amica invisibile, e questo pensiero si disperde pur restandoti accanto. Sono rimasta a guardare la tua assenza quando tra gli uomini si trova la scusa per gridare, ed ora che ne ho quasi perso il ricordo sono più forte. Siamo così abituati ad elevarci nella gioia che restiamo basiti di fronte allo schianto della felicità, e per questo vedo il tuo viaggiare nella notte come fosse un traguardo. Aspetto ancora, come da bambina, quando parlavo alla mia anima assente. Non ho più nome dopo di te, non ho più nemmeno la sofferenza o le lacrime. In ospedale non mi hanno permesso di vederti e di questo amore, di cui la gente non parla o parla male, lo tengo legato alla pelle. Solo tu sapevi, mia dolce amica, che la diversità è un dono (qualsiasi diversità) ed è per questo che nonostante me stessa mi avvicino a te - ancora e ancora - che puoi vedermi ne sono sicura.